Finisce in beffa il viaggio in Cina

Sotto accusa un tour operator milanese che non avrebbe pagato alberghi e trasporti Sotto accusa un tour operator milanese che non avrebbe pagato alberghi e trasporti Finisce in beffa il viaggio in Cina Bloccati a Pechino oltre 200 italiani PECHINO. Cina amara per 212 turisti italiani. Giunti a Pechino per un'escursione di dodici giorni, sono stati subito informati che le loro vacanze erano già finite. La China Travel Service (Cts), che doveva curare il viaggio interno si è rifiutata di offrire i suoi servizi perché vanta un vecchio debito di 1,3 milioni di dollari (quasi due miliardi di lire) con la «Nuovi orizzonti», l'agenzia corrispondente italiana (con sedi a Milano e Roma) che ha organizzato il tour. Sono dovuti intervenire funzionari dell'ambasciata per calmare il folto gruppo di turisti provenienti da varie città italiane tra cui Milano, Torino, Napoli, Vicenza, Varese, Cesena e Novara e per trovare una soluzione. La Cts ha presentato una documentazione dalla quale risulta che ha inviato il 5 agosto un fax alla Nuovi orizzonti avvertendo di non mandare il gruppo. Il viaggio-beffa è costato a ogni partecipante oltre cinque milioni. Ci sono stati momenti di grande tensione, ma la Cts, la maggior agenzia turistica del Paese, ha dimostrato che il credito reclamato risale al '94 e, soprattutto, che aveva avvertito di non far partire il gruppo perché non avrebbe garantito alcun servizio. L'agenzia italiana è stata accusata di aver confidato sul fatto che di fronte a un gruppo di 212 persone i cinesi avrebbero di nuovo fatto credito e il suo dirigente, Saverio Gagliardi, di essersi reso irreperibile quando la situazione è apparsa sen- za rimedio. Il vicepresidente della Cts Lou Yanang si è occupato personalmente della vicenda assieme ai funzionari dell'ambasciata, disposto ad aiutare i turisti italiani, ma irremovibile sul fatto che esigeva prove concrete del pagamento. Dato che la Nuovi orizzonti, una delle agenzie più attive nella promozione di escursioni di italiani in Cina, non è stata in grado di dare queste garanzie, alcuni turisti sono ripartiti (un primo gruppo è atterrato ieri a Milano). Altri hanno deciso di pagare di nuovo in parte il viaggio interno, mentre le agenzie italiane che avevano fatto da intermediarie hanno promesso di invia¬ re entro domani un bonifico per saldare loro le altre spese. Turisti e agenzie cercheranno poi di ottenere il rimborso dalla Nuovi orizzonti. «Ci state lasciando in mutande. Sono fuori di 60 milioni, la gente vorrà partire o avere i soldi indietro. E io come faccio?». E' disperata Liliana Comande, titolare dell'agenzia di viaggi «Interline Intercontinental Travelling» e direttrice editoriale di una rivista di settore. Si sfoga e vuole risposte dall'impiegato Fausto De Luca, che in assenza dell'amministratore unico della Nuovi orizzonti si occupa dell'organizzazione.Durante tutta la mattinata di ieri De Luca ha cercato di parare i colpi, ma soprattutto l'ira dei numerosi agenti di viaggio che hanno fatto quasi irruzione nella sede della Nuovi orizzonti. «Secondo me - incalza Liliana Comande voi conoscevate questa situazione da almeno 20 giorni e avete fatto finta di niente». Tutti gli agenti dicono di essere rimasti sorpresi «soprattutto dalle insistenti telefonate che abbiamo ricevuto negli ultimi giorni con cui ci veniva sollecitato il pagamento del saldo dei pacchetti che avevamo acquistato». Il loro sospetto è che Gagliardi non si trovi in Cina come riferisce De Luca, «portavoce» del tour operator, ma sia scappato con la cassa, [r. cri,]

Persone citate: De Luca, Fausto De Luca, Gagliardi, Saverio Gagliardi