Nuovo piano per la pace

Nuovo piano per la pace Nuovo piano per la pace NEW YORK. Bill Clinton non ha pei'so tempo a rispondere a Boris Eltsin: mentre il numero uno del Cremlino convocava a Mosca i presidenti di Serbia e Croazia, il capo della Casa Bianca faceva annunciare una nuova iniziativa diplomatica per evitare che nella ex Jugoslavia si riaccenda un conflitto su vasta scala. Elstin semina essersi proposto come obiettivo immediato quello di evitare ima guerra tra federazione jugoslava e Croazia dopo la folgorante offensiva delle truppe di Zagabria contro i secessionisti serbi della Kraijna. Secondo fonti diplomatiche, Clinton ha invece in mente obiettivi più ambiziosi e intende sottoporre agli alleati europei un nuovo piano che interessi non solo la Croazia e la sua minoranza serba ma anche, e soprattutto, la Bosnia. La Casa Bianca ha annunciato che il consigliere per la sicurezza nazionale, Anthony Lake, e Peter Tarnoff, uno dei massimi collaboratori del Segretario di Stato Warren Christopher, stanno per partili; per l'Europa, latori delle nuovo proposte. Accompagnati da funzionari del Pentagono, i due emissari visiteranno Londra, Borni e Parigi Il New York Times afferma che potrebbero recarsi anche a Roma e a Mosca. Prima della partenza dei suoi inviati, Clinton ieri mattina ha riunito alla Casa Bianca i principali collaboratori, dopo aver telefonato nelle ultime 24 ore al premier britannico John Major, al presidente francese Jacques Chirac e al cancelliere tedesco Helmut Kohl. Il portavoce presidenziale Mike McCurry si è limitato a dichiarare che Lake e Tumoff «sono latori di un piano con proposte precise» ma non ha voluto aggiungere altro. Secondo il New York Times, gli Stati Uniti intendono mettere sul tavolo un ventaglio di possibili modifiche al piano per la Bosnia elaborato dal gruppo di contatto. Stando a fonti dell'Onu a New York, Clinton si sarebbe deciso ad agire non tanto perché non vuole essere secondo a Eltsin o perché è stanco di essere accusato di passività. L'iniziativa sarebbe invece scattata perché i suoi collaboratori ritengono che nella ex Jugoslavia in pochi giorni lo scenario è radicalmente cambiato a causa della caduta di Knin e per le profonde fratture manifestatesi in seno alla leadership serbo-bosniaca. Secondo gli esperti americani, per questa somma di fattori potrebbe essere opportuno ridisegnare le mappe della Bosnia già tracciate dal gruppo di contatto. Il piano del gruppo - che comprende Usa, Russia, Francia, Germania e Gran Bretagna - prevede che il 51 % del territorio bosniaco vada alla federazione croato-musulmana e il 49% ai serbi di Bosnia. Questi ultimi lo hanno più volte respinto e a Sarajevo dicono di ess re disposti ad accettarlo con muite riserve. Secondo il New York Times, gli esperti americani stanno inoltre valutando le varie opzioni che si aprirebbero in caso di un ritiro delle forze dell'Onu. Questa possibilità resta concreta, soprattutto da parte della Francia. Se così fosse, Clinton - per tener fede a un preciso impegno - sarebbe costretto a inviare in Bosnia truppe di terra americane a copertura dell'operazione. Il segretario alla Difesa William Perry ha riconosciuto che la recente offensiva croata potrebbe degenerare in un «micidiale conflitto» tra Zagabria e Belgrado. Perry ha però aggiunto che il nuovo quadro «potrebbe offrire anche nuove opportunità di pace». [Ansa]