La tv sul banco degli imputati

La tv sul banco degli imputati La tv sul banco degli imputati Baudo: anche i giornali troppo cruenti LO SCHERMO CATTIVO A è davvero tutta colpa della tv? Le parole di 1 Franca Rame pesane come pietre, in quest'estate torrida di sole e di violenze. «E' la televisione la vera responsabile del dilagare degli stupri e della violenza», dice l'attrice, che ha provato sulla sua pelle l'orrore dello stupro e l'ha esorcizzato portandolo sui palcoscenici d'Italia in un bello spettacolo tempo fa. «Madri e massaie - dice la Rame - devono chiedersi quanti stupri, quante scene di violenza, di rapine, di droga passino ogni giorno, a tutte le ore, sui canali alla portata dei giovani, in film di infima qualità come, ad esempio, quelli di Italia 1, che educano i ragazzi a crescere nel sangue». Ma non tutti sono d'accordo, nel vedere una correlazione diretta tra violenza e piccolo schermo. «E' vero, certi film di Italia 1 sono intrasmissibili - dice Maurizio Costanzo -, ho già avuto modo di dirlo al direttore di rete. Ma criminalizzare la tv commerciale per ogni cosa, compreso il buco dell'ozono, mi sembra un esercizio eccessivo». Già, perché secondo Franca Rame, non tutta la tv è paese, e la Fininvest ha più responsabilità della Rai. «A distogliere i giovani dal guardare certi film non bastano certo i "bollini rossi" Fininvest che avvisano che si tratta di programmi per pubblico adulto». E cita un episodio emblematico: «Tempo fa vidi un film su Italia 1 in cui un "cattivo" minacciava una bimba suo ostaggio, cui aveva applicato una bomba sul vestito. Quattro giorni dopo lessi che a Bologna si era verificato un caso analogo. Per non parlare di incitamenti alla mas'urbazione come gli spot delle hot lines sulle reti di Berlusconi». Una lettura un po' parziale, che secondo Costanzo va corretta. «E' superficiale pensare che la causa di tutti i mali sia la tv commerciale. La tv può essere fatta bene o male, ma è qualcosa che esiste, un mezzo col quale fare i conti. Le cause di molte violenze sessuali vengono da lontano, da una legge che aspetta da 18 anni di essere approvata per la colpevole inerzia del Parlamento, e dalla scuola, che non si è mai preoccupata di creare una normalità di rapporti tra bambini e bambine. La tv ha anche un ruolo positivo: ha allargato i nostri confini, ci fa conoscere cose diverse e lontane, aiuta la denuncia di fatti prima coperti dal silenzio». Concorda Rita Dalla Chiesa: «La tv ha le sue colpe e può essere una cattiva matrigna per i giovani, ma il problema delle devianze sessuali nasce e si combatte in famiglia. Se un giovane è vulnerabile ai messaggi di violenza e sesso che arrivano dalla tv, da tutta la tv e non solo quella commerciale, dai tg e non solo dai film di Italia 1, ed anche dalle copertine dei settimanali e da spot sempre più espliciti, è perché in casa non trova un punto di riferimento in valori morali positivi. Certo la tv e la stampa debbono darsi una regolata, ma un giovane non nasce stupratore. E non si può delegare alla tv un ruolo educativo che appartiene alla famiglia e alla scuola». E si dice «preoccupato per come i crimini di quest'estate terribile sono trattati da giornali e tv» an- che Pippo Baudo. «Si indulge nei dettagli più crudi e sanguinosi e nel sensazionalismo nel riferire sull'esplosione di violenze sulle donne, sui bambini, sui deboli. Si rischia di creare suggestioni negative in persone emotivamente instabili, di innescare una bomba a orologeria che travolgerà tutto». Per Baudo «è chiaro che non si può mettere il bavaglio alla realtà né alla libertà di raccontarla. Ma la comunicazione di questi fatti dovrebbe avere una sorta di filtro. E i film violenti non debbono andare in onda quando davanti al video ci sono i bambini. Vanno tutelati e protetti». Anche da mamma tv, se la famiglia, lo Stato, la scuola non ci pensano. [r. sii.] Franca Rame: «Molti film violenti». Ma Costanzo: «Fotografano la realtà» Rita Dalla Chiesa «L'antidoto è la famiglia» Da destra l'attrice Franca Rame il giornalista Fininvest Maurizio Costanzo e il direttore artistico della Rai Pippo Baudo

Luoghi citati: Bologna, Italia