Gli attori vanno tra il pubblico proprio come voleva Pirandello di Masolino D'amico

«Questa sera si recita a soggetto», bella regia di Patroni Griffi «Questa sera si recita a soggetto», bella regia di Patroni Griffi Gli attori vanno tra il pubblico proprio come voleva Pirandello MARINA DI PIETRASANTA. Oscar Wilde diceva che solo il banditore delle aste ammira ugualmente tutte le scuole di pittura, allo stesso modo è logico che i registi trovino certi autori più congeniali di altri. Giuseppe Patroni Griffi «fa» bene tutto, ma ogni volta che si avvicina a Pirandello si esalta. E la famosa incompatibilità ira napoletani e siciliani? In qualcosa forse proprio questa incompatibilità, ma chiamiamola differenza, è costruttiva, per esempio Pirandello è causidico e tende a complicare le cose, Patroni Griffi, a semplificarle arrivando al nocciolo; l'umorismo di Pirandello è sardonico e pesante, quello di Patroni Griffi, elegante e leggero. Pirandello poi qui siamo su terreno neutro - è profondamente radicato nel suo tempo, e Patroni Griffi possiede una particolare sensibilità, quasi una nostalgia, per quell'epoca, che quindi ricrea con gusto e senza sforzo. Ci sono poi notevoli j tratti comuni; in particolare, coI me Pirandello anche Patroni Griffi è uno scrittore che si è avvicinato al teatro solo in un secondo tempo, e che scrittore è rimasto anche dopo essere diventato un signor professionista del suo secondo mestiere. Spesso quando i registi mettono in scena «Questa sera si recita a soggetto» - il dramma che nella trilogia cosiddetta del teatro parla delle diverse funzioni di autore e regista - danno per scontato che Pirandello condanni Hinkfuss, il regista-demiurgo che luciferinamente dichiara la propria onnipotenza sul testo una volta che il poeta abbia terminato di scriverlo. Hinkfuss, che in certe letture viene proposto addirittura come una specie di piccolo Hitler della sala prove, imperversa sugli attori e continua a mescolare le carte della storia che costoro cercano di raccontare, finché una loro rivolta non lo elimina, e finalmente la commedia arriva a un suo commovente finale. Scrittore ma anche regista e capocomico, proprio come Pirandello, Patroni Griffi considera invece Hinkfuss addirittura con simpatia, come un chiacchierone un po' trombone ma appassionato de! suo lavoro, e benché certamente illuso nelle sue convinzioni di onnipotenza, utile come parte di un metabolismo complesso e in definitiva misterioso come quello di ogni creazione artistica. Dialogando col pubblico, comicamente esasperandosi davanti alle ingenue obbiezioni di finti spettatori (che creano la stessa eccitazione e quasi lo stesso sconcerto di quan¬ do la pièce nacque, alla fine degli Anni Venti!), Sebastiano Lo Monaco è dunque un accattivante pivot biancovestito e sudaticcio con barbetta mefistofelica alla Béjart, perfettamente a suo agio nella manipolazione dei molti scritturati che gli si abbandonano con un misto di rispetto e sospetto. Le gags inventate da Pirandello in questa zona sono state estrosamente rimpolpate e arricchite mediante accenni all'oggi (si nominano Maurizio Costanzo, Marion Brando e altri personaggi di minore stazza), con grande divertimento e coinvolgimento generale, anche se poi alla fine si paga il conto, quando, malgrado l'eccellente prova di Liliana Massari, la lunga tirata di Mommina oppressa dal geloso marito Pico Verri sembra quasi interminabile. Nell'insieme la serata dura più di tre ore e l'unico intervallo fa parte delle operazioni, perché come previsto da Pirandello gli interpreti continuano a battibeccare nel foyer. Ma non cercherò il pelo nell'uovo, piuttosto mi abbandonerò alla gratitudine per questo spettacolo sontuoso e allo stesso tempo cordiale. Magnifiche le scene di Aldo Terlizzi, dominate dalla trovata di una immensa tenda-sipario di un tessuto setoso color ferro che circola appesa a un binario a pianta di ippodromo, creando con poco sforzo (grazie anche alle luci di Domenico Mag- giotti) ambienti sempre diversi, e scostandosi ogni tanto per rivelare sfondi di magica inventività una pista di atterraggio tutta lumini, una parete di salotto alla Burri, con stoffe rosse bruciacchiate. E convinto lavoro di una nutrita e dinamica compagnia di cui, reso omaggio alla immancabilmente emozionante presenza di Alida Valli, energica Generala con parrucca rossa, e alla grazia del vecchio clown Giustino Durano, bisogna segnalare fra i numerosi giovani di ambo i sessi, tutti gradevolmente avvenenti (grazie anche agli splendidi costumi di Gabriella Pescucci), almeno il vibrante Danilo Nigrelli e la sensuale Stefania Calandra, che se la cava anche con una canzone di Edith Piaf; a nome dei tanti ben coordinati ufficialetti, marinaretti ecc. ricorderò lo spiritoso lungagnone Robert Madison. Molta musica, con Verdi e Bizet cantati a tono e accompagnati da un piano e un violino. Il tutto è alla Versiliana fino a domani; non perdetelo. Masolino d'Amico Spettacolo sontuoso e cordiale, con molti protagonisti, tra cui Alida Valli e Durano Qui accanto Alida Valli e Sebastiano Lo Monaco, la Generala e Hinkfuss, il demiurgoregista dello spettacolo nello spettacolo. Alla sinistra Giustino Durano, che sfodera una grazia da vecchio clown