Marijuana, terapia fuorilegge; allarme verde nelle città

Marijuana, terapia fuorilegge; allarme verde nelle città LETTERE AL GIORNALE Marijuana, terapia fuorilegge; allarme verde nelle città Senza quel sollievo si rischia il Parkinson Qualche settimana fa, a proposito di un comunicato della Società italiana di farmacologia in cui si affermava: «Il rischio di cancro al polmone a seguilo di consumo di derivati della canapa indiana è doppio rispetto al rischio indotto dal fumo di tabacco», commentai che si trattava di valutazioni pseudo-scientifiche assai approssimative. Dopo qualche giorno ho ricevuto una lettera dalla signora Giorgina Ortiz di Pieris (Gorizia); con il suo consenso ne rendo pubbliche le parti più significative: «Voglio raccontare l'esperienza che ho vissuto un ansio fa quando a mia madre è stato diagnosticato un tumore ed è stata sottoposta alla chemioterapia. Per contrastare gli effetti della chemioterapia, le sono stati somministrati dei farmaci che avrebbero dovuto aiutarla a superare la nausea (...). All'mizio lei ha risposto bene alla chemioterapia, ma con il passare dei giorni sono comparsi din tremori così forti che non riusciva più a camminare normalmente e la sua testa tremava cosi tanto che i medici erano convinti fosse spacciata. Questo accadeva nell'avanzatissima America. •<Cosi ci hanno consegnato nostra madre e ci hanno detto di panarcela a casa, convinti che ormai per lei non ci fosse più nulla da fare. Ci hanno pure dato dei tannaci da somministrarle. Ci accingevamo a farlo quando per puro caso in una delle confezioni ho trovato il foglietto illustrativo. Leggendolo, resto sconvolta dagli effetti collaterali. A questo punto vado in libreria e compro tutti i libri che trovo sui farmaci. E vengo rosi a sapere che i farmaci che mia mamma prende per controllare la nausea erano proprio quelli che gli stavano producendo i sintomi do! morbo di Parkinson. «Decidemmo ovviamente di sospenderglieli, ma lei aveva comunque bisogno di qualcosa che la aiutasse a controllare la nausea causata dalla chemioterapia. E cosi leggendo tutti i libri che abbiamo trovato siamo venute- a conoscenza del fatto che per curare quel tipo di nausea la marijuana è una delle migliori soluzioni, purtroppo trovarla legalmente è impossibile (...). «Ora, io dico: mia mamma stava morendo non per causa del tumore (curabilel, non per causa della chemioterapia (fortissima, ma necessaria), ma per gli effetti collaterali dei fannaci (totalmente mutili). Eppure un po' di marijuana, a bassissimo costo, avrebbe potuto aiutarla a superare i suoi disturbi, ma non è possibile acquistarla senza infrangere le leggi». Mi sembrano considerazioni sulle quali è importante riflettere. Luigi Manconi senatore Verde Cittadini in campo contro l'inquinamento Durante l'estate, anche nella mia città si trovano oasi di frescura, grazie agli alberi frondosi di alcuni viali e giardini pubblici, ricchi soprattutto di platani, ippocastani, betulle, faggi, tigli ecc. Purtroppo, pero, da qualche anno si sono irrimediabilmente ammalati almeno cento platani, che dovranno essere presto abbattuti, perché colpiti dal cosiddetto «cancro colorato». Si sente dire che la malattia, piuttosto rara in Italia, si sia manifestata inizialmente nella vicina provincia di Vercelli e che stia ormai propagandosi rapidamente su vari territori. Oltre i platani, comunque, si notano altre specie arboree in cattiva salute: infatti all'inizio dell'estate molti alberi presentano striature clorotiche giallastre e chiazze di colore bruciatorossiccio, più consone a chiome autunnali e con l'aggravante di anomali rinsecchinienti e deperimenti. Gli stessi preoccupanti effetti si riscontrano nelle piantine esposte su molti balconi!! Purtroppo nessuno fornisce precise informazioni scientifiche, riguardo a tale fenomeno di massiccio deterioramento della vegetazione. Mi rivolgo perciò agli altri lettori, pregandoli di segnalare: 1) se anche in altre città italiane si ri- scontrano simili effetti di devastazione del patrimonio arboreo; 2) se conoscono altre zone con platani colpiti dal cosiddetto «cancro colorato»; 31 se gli alberi più deteriorati sorgono a ridosso di percorsi ferroviari, o al confine con vaste colture agricole intensive. Tutte le segnalazioni saranno utilissime, per cercare le cause primarie del fenomeno (e possibilmente eliminarle), anziché continuare solo a dolersi fatalisticamente per gli abbattimenti, senza mai collegare tra loro alcuni segnali di ripetitivo inquinamento chimico ambientale. Paola B. Riboni Casale Monferrato (Al) Il fax «scomparso» e la giustizia spettacolo Lunedì 24 luglio u.s., mio marito Cannine Piscopo, docente presso l'Università degli Studi di Salerno, veniva raggiunto da un provvedimento cautelare per un contributo regionale di cui si appropriavano altre persone, come ha dimostrato al giudice per le indagini preliminari che lo ha rimesso immediatamente in libertà. Si trattava in affetti di un contributo della Regione Campania concesso al Centro studi per la sperimentazione didattica per una attività (Rassegna di jazz) svolta nel 1989, quando era altri direttore di tale organismo. Sulla vicenda sono da segnalare molti aspetti inquietanti, incomprensibili e al limite dell'allucmazione. Mio marito si era messo a disposizione del magistrato, con telegramma del giorno 3 luglio 1995, per essere ascoltato, fornire le opportune delucidazioni e chiedere giustizia per un danno subito. Il giudice, a distanza di ventun giorni, invece di convocarlo, gli comunicava l'ordinanza della custodia cautelare. Certamente, si poteva evitare una notizia clamorosa e devastante per una persona di notoria probità, di stima generale negli ambienti accademici e nella società civile. La notizia degli arresti domiciliari coperta da strettissimo segreto istruttorio viene data alla stampa con leggerezza spaventosa, creando la diffusa opinione del reo, con un linguaggio giornalistico che rifugge perfino dall'uso del condizionale, come è d'obbligo in tali casi. La stessa notizia della revoca della custodia cautelare dopo soli tre giorni passa addirittura sotto silenzio. Nessun cronista, nessun giornale di quelli che pure si erano precipitosamente lanciati sulla preda, per farne il pasto ghiotto, si sono minimamente curati di diffondere la comunicazione dell'avvenuta revoca della misura restrittiva. L'ordinanza di revoca della custodia, spedita dal Gip al nucleo di polizia giudiziaria alle ore 12,52 del giorno precedente, è stata comunicata alle ore 10,40 del giorno successivo, dopo reiterate telefonate agli Uffici preposti che non riuscivano a rinvenire tra le varie carte il fax della procura della Repubblica. Qui sorgono gli mterrogativi lancinanti ed amari. Tutto questo non costituisce un attentato reale alla dignità della persona, in uno Stato fondato sul diritto? Perché gli stes¬ si giudici che indagano non si preoccupano della violazione del segreto istruttorio, consentendo di «sbattere il mostro in prima pagina» impunemente a cronisti assetati di squallidi «scoop»? Fino a quando contmuerà in questo Paese a legittimarsi una giustizia-spettacolo rispetto alla Giustizia vera? Antonietta Di Fabrizio Federalismo, errori da non ripetere In merito al tanto vituperato federalismo, circa cento anni fa, intorno al 1 870, in Italia si visse una stagione politica analoga all'attuale. L'unificazione da poco ottenuta e la conseguente crisi economica portarono ad uno stravolgimento politico ed alla nascita di forze liberali nuove che avevano l'intento di portare avanti, fra l'altro, il discorso del federalismo, riprendendo un filo perso con il mancalo successo di Cattaneo. Quelle forze politiche fallirono l'intento federalista perché ebbero contro l'estrema destra clericale, massima conservatrice, figlia deìi'Ancien regime, e l'estrema sinistra socialista anarchica, anch'essa contraria, come è facile dedurre, al federalismo. Per evitare lo scontro con queste, che allora erano forze politiche rilevanti, i moderati si schierarono per il mantenimento dell'accentramento imposto dallo Stato Sabaudo. Si sa che i moderati sono spesso la maggioranza e quelle forze liberali moderniste furono sconfitte. Oggi vedo una situazione analoga con la Lega modernista, An conservatrice dell'accentramento e vaste aree della sinistra che non sanno come abbinare federalismo e socialismo (pur proclamandosi pubblicamente favorevoli al federalismo). Vorrei rivolgermi a tutti i moderati chiedendo loro di fare attenzione questa volta, di non ripetere l'errore di 120 anni fa, abbiamo di fronte una opportunità che non dobbiamo lasciarci sfuggire. Torquato Tabasso Simpatizzante leghista

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