«Meglio la guerra del marciapiede»

«Meglio la guerra del marciapiede» Arrestato lo sfruttatore albanese che l'aveva irretita promettendo di sposarla «Meglio la guerra del marciapiede» Sedicenne di Sarajevo costretta a prostituirsi Dalla guerra al marciapiede. E' accaduto a Maria, una ragazza di Sarajevo di nemmeno 16 anni. Reclutata con l'inganno dal racket albanese è stata costretta a vendersi sul marciapiede. La notte scorsa l'ha fermata la polizia alla Pellerina ed ha scoperto la vicenda arrestando due sfruttatori. «Era meglio la guerra», si è sfogata piangendo con gli agenti la giovane bosniaca. Aggiungendo: «Altre connazionali sono state illuse come me: con la promessa di un matrimonio, un lavoro, la prospettiva di cambiare in meglio la vita». La minorenne è ora affidata a una comunità. Gli sfruttatori di Maria sono Nardi Azizi, 21 anni, che si faceva chiamare Léonard, e Admir Shefi, 23 anni; entrambi con precedenti per sfruttamento della prostituzione e domiciliati in via Chevalley 8. Secondo quanto ha riferito Maria al responsabile delle volanti, il dottor Filippo Dispenza, è stato Nardi Azizi «Léonard» che l'ha abbordata un mese e mezzo fa a Sarajevo. «Dopo qualche giorno di corteggiamento mi ha chiesto di trasferirmi con lui a Torino. Mi ha detto che lavorava in un ristorante», ha raccontato la ragazzina. Per convincerla le ha anche fatto una solenne promessa: «Se vieni fra qualche mese ti sposo; il tempo di mettere qualche soldo da parte con il mio lavoro e quello che troverai in fretta tu». Arrivati in Italia, alla ragazza non è parso strano che Léonard non andasse a lavorare. «Mi ha detto che il locale era chiuso per ferie». Léonard aveva poi spiegato a Maria che l'altra coppia con cui dividevano l'alloggio (una macedone di 19 anni, e il compare albanese), erano già sposati. Maria ha infine raccontato di aver capito tutto, dopo due settimane di fidanzamento. «Un mat- tino Léonard mi ha svegliata dicendo che mi avrebbe fatto conoscere delle connazionali. La sera siamo andati alla Pellerina. Assieme alle altre sul marciapiede c'era anche la moglie del suo amico. Léonard mi ha detto che quella mattina l'avevano licenziato. Che ora era difficile sposarsi in fretta. Ha aggiunto che alcune di quelle slave lì in attesa di clienti mettevano pure loro i soldi da parte per il matrimonio. Ed ha aggiunto: "Se lo fai anche tu nessuno avrà da ridire"». Maria ha spiegato alla polizia di aver dapprima rifiutato. «Ma Léonard ha cambiato tono. Dicendo: "Se mi denunci ti ammazzo. Oppure ti abbandono subito"». La quindicenne bosniaca ha allora subito una parte del ricatto del suo protettore che l'ha costretta così a vendersi e a farsi consegnare i soldi ogni sera e ogni due ore con la scusa che avrebbero potuto derubarla. Senza contare l'ira delle altre colleghe della Pellerina, che alcune sere l'hanno picchiata perché, essendo più giovane e bella, guadagnava più di loro. Ivano Barfoiero Alla Pellerina ha dovuto subire le ire delle altre «lucciole» a cui faceva concorrenza Da sinistra a destra, i due albanesi Nardi Azizi e Admir Shefi

Persone citate: Admir Shefi, Azizi, Filippo Dispenza, Ivano Barfoiero, Nardi Azizi

Luoghi citati: Italia, Sarajevo, Torino