Bardonecchia, declino tra i mugugni

Il centro turistico è in crisi: «Ma la mafia non c'entra, è che qui non si fa nulla» Il centro turistico è in crisi: «Ma la mafia non c'entra, è che qui non si fa nulla» Bardonecdiia, declino tra i mugugni Affari a picco: «Siamo diventati un dormitorio» Villeggianti con meno soldi in tasca, pochi stranieri, troppe seconde case chiuse. Ed è subito crisi, a Bardonecchia, che quest'anno, con un giro d'affari diminuito del 20-30 per cento, patisce ancora di più l'ultima tegola che le è caduta addosso: il commissariamento del Comune per infiltrazioni mafiose. I dati della crisi li fornisce Pier Giorgio Montrucchio, da qualche mese appena presidente dell'associazione commercianti. Montrucchio spiega: «La mafia non c'entra, anche se tutti sappiamo che un'inchiesta del genere non ci ha certo fatto buona pubblicità. Ma il problema è un altro: Bardonecchia sta scivolando sempre più verso un turismo di massa, e meno male che c'è, perché altrimenti dovremmo chiudere tutti bottega. Ma qui ci vorrebbe anche un turismo di livello più alto, l'atto di gente che ò disposta a spendere di più». Peccato che un turismo di questo genere non si improvvisi da una stagione all'altra. E tutti, o quasi tutti, si rendono conto che Bardonecchia, come sostiene Montrucchio, «non è stata capace di impegnarsi, in passatoie i commercianti non sono stati capaci di sensibilizzare l'amministrazione comunale su questo punto». E cosi tutti mugugnano, ma nessuno sa che cosa fare per ridare un po' di tono al paese. «Siamo in alta stagione, eppure guardi: via Medail e deserta, non ci sono iniziative, i giovani non sanno che fare, la sera». Lo racconta Francesco Miano, che gestisco assieme a tre soci la birreria-caffè Medail: «Rispetto all'anno scorso stiamo lavorando un trenta per cento in meno. La gente è molto attenta a come spende, noi lo notiamo anche con i nostri clienti giovani. Del resto, come dargli torto? Olii non c'è una discoteca, loro devono scendere fino a Beaulard, per divertirsi». Sogghigna Antonio Coppolella, davanti al suo caffè Torino: «Questo è un dormitorio di seconde case, tutti anziani e bambini. Se la sera organizzi qualcosa, un po' di musica ad esempio, la gente ti fa arrivare la polizia perché disturbi, e ti fanno chiudere. Noi ci abbiamo provato, è sempre andata così. Siamo in balia di persone che vogliono la casa in centro, ma pretendono il silenzio. Così hai le mani legate», (ili fa eco Giuseppe Rossello, della pizzeria La Baita: «I giovani preferiscono andare a Salice d'Ulzio. Noi ci ritroviamo a lavorare bene solo durante il weekend, e basta. Abbiamo perso un sacco di manifestazioni che ci portavano turisti, e quindi clienti. Adesso siamo stati tagliati fuori anche dai Mondiali». Minimizza invece Aldo Timon, ex assessore al turismo: «La crisi esiste dappertutto, non solo a Bardonecchia. La gente spende meno, è vero, ma secondo me il paese è comunque in via di sviluppo. Ad esempio, ci sono molti cantieri aperti. Purtroppo sono finiti i tempi d'oro di dieci anni fa». E allora, che fare per tornare agli anni d'oro di Bardonecchia? Montrucchio: «Noi avremo le mani legate almeno fino a quando resterà aperta l'inchiesta della magistratura, e fino a quando saremo commissariati. Ci vorrebbe un'amministrazione più sensibile al problema turismo, ma anche noi commercianti dovremmo darci più da fare. Se vogliamo il rilancio, bisogna cominciare a lavorarci su subito, adesso». Brunella Giovara Via Medail, il cuore di Bardonecchia quasi deserta Sopra, Gianfranco Montrucchio presidente dei commercianti A sinistra Francesco Miano

Luoghi citati: Bardonecchia, Torino