Avanti di corsa, arrivano gli africani di Giorgio Barberis

Juantorena contro Gola Avanti di corsa, arrivano gli africani Ma negli 800 il favorito è il «danese» Kipketer GOTEBORG DAL NOSTRO INVIATO Si corre, dunque ecco l'Africa. I magnifici podisti, dell'altopiano e non, che dominano i meeting, da oggi si danno battaglia per le medaglie. Assurdamente, qualche campione è rimasto a casa. Per esempio tra i keniani, che devono superare terribili selezioni attraverso i trials che si svolgono ai 2000 metri di Nairobi. 1 selezionatori, senza dubbio un po' folli, pretendono cose assurde, tipo due gare di 10.000 metri in due giorni. Logico che qualcuno rifiuti, pur sapendo che in questo modo viene automaticamente escluso dal Mondiale. E succede anche che la buona vena di un giorno premi chi meriterebbe meno di altri. Cosi nessun keniano oggi sarà al via della finale degli 800. O meglio, il migliore dei keniani c'è: si chiama Wilson Kipketer e sulle sue origini non ci sono dubbi. Però questo non ancora venticinquenne campione indossa un'altra maglia, quella danese. Da cinque anni, infatti, vive a Copenaghen. «Avevo ricevito proposte dagli States - racconta - per fare atletica e studiare, ma io volevo studiare e fare atletica. Nell'ordine. Così, anche se quando l'ho detto alla mia famiglia mi hanno dato del matto, ho scelto la Danimarca, un Paese scoperto sui libri di geografia, affascinante». Tanto più affascinante ora che, in fase di completamento degli studi di ingegneria elet¬ trotecnica, Kipketer ha trovato da un anno e mezzo nella diciannovenne Perniila l'anima gemella. «Ho praticato molti sport - aggiunge Wilson - e alla corsa sono arrivato dopo aver provato il lungo e il triplo. Frequentavo la St.. Patrick School, centro di raccolta dei corridori keniani, e lì un giorno mi sono accorto che sugli 800 proprio nessuno riusciva a battermi. Così ho fatto la mia scelta sportiva. Adesso vorrei sfatare un paio di credenze: si dice che i keniani corrano forte perché fin da piccoli coprono grandi distanze a piedi per andare a scuola. Ebbene, io abitavo a poca distanza dalla scuola e mi ricordo che raggiungevo le aule a passo lento, fischiettando. Tutto il contrario della leggenda. La seconda cosa riguarda gli allenamenti in altura: quando ho lasciato il Kenya valevo 1 '45"7, adesso ho corso in un tempo di tre secondi inferiore allenandomi in Danimarca dove non mi pare ci siano delle montagne». Estroverso, pronto alla battuta, Kipketer garbatamente rifiuta il pronostico che lo vede favoritissimo: «Vi stupite perché in finale non ci sono keniani, io invece no: ci possono sempre essere delle sorprese, anche nella finale degli 800. Gli avversari? Bisogna temerli tutti, essere pronti a qualsiasi ritmo proposto dalla gara e attenti a chi prenderà l'iniziativa». L'unico suo cruccio è che il prossimo anno non potrà partecipare all'Olimpiade. Perché per diventare cittadini danesi occorre la residenza di sette anni e Kipketer è attualmente arrivato a cinque. Ma ci spera: «Chissà che, se dovessi vincere l'oro, il governo non si interessi al problema, con una deroga che mi permetterebbe di andare ad Atlanta. Altrimenti niente da fare: i regolamenti del Ciò sono purtroppo differenti da quelli della Iaaf e dunque dovrò restarmene a casa». Kipketer avrà come avversari tre americani, il norvegese Rodai e anche l'azzurro Giocondi, la cui ambizione a questo punto è di difendersi con onore, senza porsi particolari traguardi, visto che già l'aver raggiunto la finale rappresenta un risultato più che soddisfacente. Dagli 800 ai 10.000 dove sarà battaglia vera, e questa volta tutta africana. Tre keniani (Tergal, Machura e Rimani) e due marocchini (Skah e Hissou) andranno all'attacco dell'etiope Gebresilasie, sostenuto dal connazionale Mezegebu, ma non da Fita Bayissa che non si è presentato al via della batteria. «Gobio», come viene più semplicemente chiamato il primatista del mondo, è il favorito specie dopo il fantastico record ottenuto ad Hengelo, in Olanda, il 5 giugno. Ai Mondiali, due anni fa, ha conquistato la prima vittoria importante dopo aver già primeggiato a livello junior. Dopo il successo iridato è stato ribattezzato Neftenga, il boss, a conferma del carisma raggiunto. «Non chiedetemi - dice - la tattica che intondo adottare: gli avversari devono scoprirla in gara. Non bisogna mai fidarsi di nessuno: non c'è uno solo su cui fare riferimento, ma sono parecchi ad essere pericolosi». Oltre agli 800 e ai 10.000, oggi sono in palio altri tre titoli: l'alto maschile (con il primatista mondiale Sotomayor che, prima di tutto, deve vincere i suoi problemi fisici al piede di stacco); i 400 e il giavellotto femminili. Giorgio Barberis I MONDIALI ALLA TV RAI Su Raitre dalle 16,30 alle 18,50 su Raiuno dalle 18,50 alle 19,50. TELEMONTECARLO Dalle 16 alle 18,15: dalle 18,30 alle 20,25 e dalle 23 alle 24. I ''"''-'Il Iil i-;~;vs

Luoghi citati: Africa, Atlanta, Copenaghen, Danimarca, Hengelo, Kenya, Nairobi, Olanda