Modugno, una festa triste

partecipato neppure il figlio: «Perché facevano pagare» partecipato neppure il figlio: «Perché facevano pagare» Modugno, una festa triste A un anno dalla morte, il ricordo pugliese è soffocato dalle polemiche BARI. «Poco fa mi si è avvicinato un signore, doveva essere albanese. Mi ha proposto di fare a Tirana uno spettacolo su Modugno. Ho chiesto: e che lingua parlo? E lui: italiano, capiscono tutti». Di Domenico Modugno, i cui successi sono stati celebrati in tutto il mondo al di là della lingua, Riccardo Pazzaglia, che ne fu paroliere, parla come se fosse ancora qui, amico di sempre. Era un pugliese che cantava in finto siciliano e aveva un cuore napoletano. «Napoletano lo inventai io, scrivendogli le prime canzoni. Lui fino ad allora cantava in apulosiciliano». Pazzaglia sale sul palco, saluta e apre da presentatore il Modugno-day. Questa serata denominata «Volare insieme», Polignano a Mare, dove Modugno nacque nel '28, l'ha voluta tutta partenopea, con Roberto Murolo, James Senese, Enzo Gragnaniello, Carlo Faiello, Nuova Compagnia di Canto Popolare e - unica eccezione, è bresciana - Irene Fargo. Il palco è al centro di Largo Grotta Ardito. Poco più in là c'era il lungomare erottone. C'era. Ora una targa con un bassorilievo in bronzo ricorda che si chiama «Lungomare Domenico Modugno, cantautore». Prima o poi gli dedicheranno anche un busto. Lui lo desiderava perché - spiega la moglie Franca Gandolfi «andava pazzo per le piazze con i busti». A un anno dalla morte (era il 6 agosto, a Lampedusa) e a due dall'indimenticabile concerto che tenne nella sua terra stregando diecimila spettatori, l'altra sera Polignano ha ricordato Modugno con un concerto in riva al mare. In verità è stato un po' appassito e ha lasciato anche uno strascico polemico. Il figlio di Modugno, Massimo, del quale era stata annunciata la presenza, non è salito sul palco. E dietro le quinte, appena tornata da San Pietro Vernotico, centro del Brindisino in cui il marito trascorse una parte della fanciullezza e che domenica lo ha ricordato, Franca Gandolfi ha spiegato: «Non poteva esserci, si pagava». Era un vecchio pallino di Modugno, il biglietto. Due anni fa, prima di venire in Puglia, disse: «Io canto gratis. E voglio precise assicurazioni. Una quarantina di anni fa mi invitarono, poi mi ritrovai con un signore che vendeva i biglietti». Cantò gratis e fu un trionfo. La famiglia si aspettava che il Modugno-day fosse una festa di popolo e che la partecipazione non venisse frenata da un biglietto dal costo di 44 mila lire. La Gandolfi ne è rimasta un po' sorpresa, e anche Pazzaglia. Preceduto da una girandola di annunci e smentite (erano state annunciate anche le presenze di Banfi e Arbore) il concerto è stato seguito da un migliaio di spettatori che sono diventati tremila quando la staccionata metallica che delimitava la rotonda sul mare (con vista sui fuochi artificiali: domenica c'era la festa dei santi medici Cosma e Damiano) ha ceduto ai colpi dei «portoghesi». Quanto al concerto, durato poco meno di due ore, è stato, tranne che in alcuni momenti, poco coinvolgente. L'ha aperto Carlo Faiello con «Io, mammate e tu» e proseguito dal sassofonista James Senese, che ha ripescato, proponendoli un po' sopra le righe, vecchi brani del gruppo Napoli Centrale. Poi Enzo Gragnaniello ha eseguito, trascinando il pubblico, «Nisciuno po' sape», «'0 ccafè» e «Lazzarella» tutti brani di Modugno e Pazzaglia, quindi i suoi «Mare», «Smog e stress». La Nuova Compagnia ha proposto di Modugno una bella versione di «Pasqualino maragià». Conclusione con Irene Fargo («Tu si' 'na cosa grande» ed «Era di maggio») e con Roberto Murolo (a lui la cittadinanza onoraria di Polignano), che a «Strada 'nfosa» e «Resta cu' 'ramo e ha aggiunto, con voce un po' stanca, il suo «Sarà chissà». In definitiva, il Modugno-day con Modugno era un'altra cosa. Antonio Attino Modugno durante un concerto: due anni fa ne fece uno di grandissimo successo

Luoghi citati: Lampedusa, Modugno, Polignano A Mare, Puglia, San Pietro Vernotico, Tirana