Wagner? Fu il risultato dei suoi sogni

Wagner? Fu il risultato dei suoi sogni Così il Maestro venne influenzato dalle visioni notturne: le scoperte di uno studioso Wagner? Fu il risultato dei suoi sogni Nel sonno con Voltaire e Napoleone: Cosima annotava tutto ~77] BONN I ' OSA sarebbero le opere di I Wagner senza i sogni, I i senza gli dèi addormenAJJtati, i guardiani del sonno, i nottambuli, i sognatori a occhi aperti e tutte le forme possibili e immaginabili di attività onirica? Ben poco, risponde sulla Zeit il musicologo Pascal Morché, che ha contato, studiato e analizzato l'importanza del sonno e del sogno nella vita e nelle opere del grande musicista. D'insonnia certamente il Maestro non soffriva, semmai di un'eccessiva attività onirica, che avrebbe fatto la gioia di Freud. Il padre della psicoanalisi non avrebbe avuto difficoltà a ritrovare una mania di grandezza neanche troppo latente nei sogni del compositore tedesco. Cosima, amante e poi moglie, annotava religiosamente i sogni di Richard, che scriveva con la erre puntata per non ripeterne infinite volte il nome. Quasi ogni pagi- na del diario di Cosima incomincia con un rapporto su come il marito ha passato la notte, cosa ha sognato e come si è svegliato. «R. ha avuto una pessima notte, ha sognato che gli si era impigliata la giacca alla maniglia della porta proprio mentre arrivava un invito del Re», scrive il 27 dicembre 1872. Wagner sognava tanto, soprattutto persone famose che lo cercavano, lo invitava¬ no o addirittura allestivano per lui un'intera Corte con il seguito. «Il principe Mettermeli e Madame Kallergis mi avevano allestito una Corte», sogna mentre si sta preparando per la prima del Tannhàuser a Parigi. E poi sogna di essere invitato da Voltaire, da Federico il Grande, da Napoleone e da Goethe. Nelle sue notti interviene Beethoven, «enormemente buono» con lui, e la Regina di Prussia che gli rivela di essere sua madre. Poteva un sognatore di questo calibro non riflettere nella sua opera l'importanza benefica del sonno? Perché è proprio questa la particolarità delle opere di Wagner: capovolgere l'immagine consueta che associa il sole alla bontà e alla chiarezza e le tenebre alla frode e alla cattiveria. Il sole di Wagner «sveglia gli imbroglioni, i ladri e gli assassini», scrive Pascal Morchc. Nell'AneZlo del nibelungo, per esempio. Tutto incomincia in un'atmosfera di pace e serenità, la notte è la natura in stato di quiete. Poi con il sole arriva Alberico e ha inizio l'epopea dell oro del Reno. Il giorno è «pieno di insidie», nota altrove Tristano, eroe romantico e notturno. Nel terzo atto dei Maestri cantori di Norimberga Wagner svela apertamente la sua personale teoria interpretativa facendo raccontare a Stolzing un «sogno meraviglioso». Al che Sachs gli risponde che la «più vera follia degli uomini viene loro rivelata per mezzo del sogno». E proprio così nasce il castello di Walhalla, la residenza degli dèi germanici, che Wotan sogna in un sonno profondo. «Svegliati», gli impone Fricka nell'Oro del Reno, ma Wotan non vuole a.bbandondare il suo sogno di potere e il Walhalla, la vera mania di Wotan, si farà. Wagner usa il mezzo del sonno in tutte le sue forme, trance, incoscienza, choc o narcosi. A volte è un utile stratagemma per togliere momentaneamente di torno un personaggio scomodo, per esempio Hunding, marito di Sieglinde che riceve dalla sposa una pozione magica e cade in un sonno profondo. Quale altro mezzo gli avrebbe impedito di dare libero sfogo alla sua profonda gelosia? Già all'età di quindici anni Wagner aveva capito l'utilità di questo splendido trucco di scena. In un'opera giovanile, Leubaldo e Adelaide, muoiono quarantadue persone, e un numero indeterminato cade nel sonno. Il giovane Richard dovette poi porre rimedio alla strage da lui compiuta facendo ritornare alcuni personaggi sotto forma di spiriti, per ne i ritrovarsi coi. il palcoscenico vuoto. Come si concilia il «sonno punitivo» di Brunilde in questo mondo piacevolmente onirico di Wagner? La valchiria dorme in mezzo alle fiamme, ma la sua, alla fine, non è una punizione, piuttosto una metamorfosi: non è più la figlia di un dio, ma una donna amante. Francesca Predazzi Richard Wagner e a destra Cosima che annotava tutti i sogni del marito

Persone citate: Beethoven, Federico Il Grande, Francesca Predazzi, Freud, Goethe, Pascal Morchc, Pascal Morché, Richard Wagner, Sachs, Tristano

Luoghi citati: Norimberga, Parigi, Prussia