Abu Jamal, la morte può attendere di Paolo Passarini

Abu Jamal/ la morte può attendere Rinviata a tempo indeterminato l'esecuzione del giornalista nero prevista per il 17 agosto Abu Jamal/ la morte può attendere La mobilitazione mondiale convince il giudice L'ULTIMA PANTERA AWASHINGTON BU Jamal non ha riconquistalo la sua vita, ma almeno ha guadagnato tempo. Ieri il giudice Albert Sabo, lo stesso che nell'82 si era duramente battuto per ottenere la condanna a morte dell'ultima Pantera Nera, ha garantito ad Abu Jamal una sospensione a tempo indeterminato della sua esecuzione, che era stata fissata per il prossimo 17 agosto. Il giudice ha detto che, con la sua decisione, intende offrire al condannato il tempo necessario per completare la preparazione del processo di revisione per il quale si batte da tempo. Naturalmente, la condanna potrebbe essere confermata, ma nel frattempo è chiaro che la giustizia americana ha dovuto scendere a patti con la forte mobilitazione creatasi a favore di Abu Jamal soprattutto in Europa: venerdì perfino il governo tedesco si era appellato a quello americano perché risparmiasse la vita di un uomo ormai diventalo famoso per la sua attività di giornalista e scrittore. Mumia Abu Jamal, nato John Cook, ha oggi 41 anni, 14 dei quali passati nel braccio della morte di un carcere di Philadclphia. Sostiene che il suo processo va rifatto per scorrettezze compiute dalla pubblica accusa e per pregiudizi razziali della corte. Ma non ha mai detto che quella notte del 7 dicembre 1981 non fu lui a scaricare cinque proiettili addosso al poliziotto bianco David Faulkner. Nega soltanto di avere sussurrato a un medico quella frase («Ho fatto fuori quel figlio di puttana»), mentre, ferito a sua volta, veniva portato in ospedale su una barella. Neppure David Carleton, della Coalizione per liberare Abu Jamal, sostiene apertamente che Mumia è innocente, ma piuttosto insiste nel dire che «la brutalità della polizia è una cosa nota». Abbastanza noti sono anche i fatti. Quella sera, il 7 dicembre, Abu Jamal guidava il suo taxi in una zona derelitta di Philadelphia quando vide un altro taxi fermato dalla polizia e un poliziotto bianco che picchiava il tassista nero. Abu Jamal riconobbe nell'altro tassista il fratello William. Si fermo, si buttò sul poliziotto per proteggere il fra- tello, gli sparò un primo colpo, se ne prese uno di ritorno nel petto e finì l'agente prima di crollargli addosso. Nel braccio della morte Abu Jamal prese a coltivare più seriamente una certa passione per la scrittura che aveva già quando era libero e collaborava a riviste e giornaletti del movimento dei neri. Si verificò un fatto senza precedenti: la National Public Radio offrì a Abu Jamal una rubrica per raccontare in diretta la vita tra i morituri. Dalle trasmissioni radiofoniche nacque un libro: «In diretta dal braccio della morte», che venne accolto con entusiasmo dalla critica. A quel punto il condannato a morte Abu Jamal, l'ammazza-poliziotti, era diventalo un personaggio capace di affascinare e di trovare protettori, oltre che tra i neri, tra gli attori di Hollywood, dove viene tenuto in caldo un progetto di film sulla vicenda. Nel chiedere un nuovo proces¬ so, Abu Jamal proclama che il primo fu irregolare, anche se la Corte Suprema della Pennsylvania, chiamata a pronunciarsi in merito, stabilì con un voto netto, 4 a 0, che la sentenza era stata giusta e il procosso regolare. Abu Jamal, attraverso il suo avvocato Rachel Wolkenstcin, sostiene anche che la corte non prese in considerazione la possibilità che l'agente Faulkner fosse stato uc ciso da una pistola calibro 44 e non dalla 38 che Abu Jamal ave¬ va addosso e dalla quale mancavano cinque proiettili. Ma le perizie balistiche hanno concluso che Faulkner venne ucciso proprio da cinque proiettili di una calibro 38 come quella di Mumia. Abu Jamal sostiene anche che il proiettile sparatogli dal poliziotto era in realtà un tentativo di esecuzione, poiché venne esploso mentre lui era a terra in posizione supina. Ma tre testimoni sostengono che i due uomini erano di fronte alla distanza di una decina di metri e si sparavano l'un l'altro. D'altra parte, la ferita di Abu Jamal era nel petto, cinque centimetri sotto il suo capezzolo destro. La difesa del condannato sostiene chi: i testimoni dell'accusa subirono pressioni da parte della polizia. Ma i testimoni, in dichiarazioni giurate, hanno negato di aver subito pressioni e dicono di essere pronti a ripetere la loro testimonianza negli stessi termini. Del resto, Abu Jamal non ha mai chiamato a testimoniare in propria difesa l'uomo che era stato al centro di tutta l'azione, suo fratello William, che non ha mai detto una parola a sostegno del fratello che l'aveva difeso. Paolo Passarini La sospensione è stata decisa per concedere al condannato il tempo per chiedere la revisione del processo Mumia Abu Jamal, giornalista nero militante, fu condannato nell'82 per l'omicidio di un poliziotto

Persone citate: Abu Jamal, Albert Sabo, David Carleton, David Faulkner, Faulkner, John Cook, Mumia Abu Jamal, Public, Rachel Wolkenstcin

Luoghi citati: Abu Jamal, Europa, Hollywood, Pennsylvania