«Volontari per caso»

«Volontari per caso» «Volontari per caso» Iparenti: non pensavano ai rischi che correvano LECCO DAL NOS1 HO INVIATO Michelangiolo Lamberti e Flavio Riva, geometri. Tarcisio Cattaneo, assistente di cantieri?. Sedevano sulle poltroncine verdi attorno a questo tavolo, nella sala riunioni dell'impresa edile «Carsana» di Lecco, il giorno in cui - fine aprile - Alessandra Carsana, presidente del consiglio di amministrazione, finita la solila riunione settimanali! invilo i suoi più stretti collaboratori a fermarsi ancora per qualche minuto: «Servirebbero - adesso parlava come vicepresidente dell'associazione Mondo Giusto - un paio di bravi tecnici per andare quest'estate ad assistere gli operai che nello Zaire stanno costruendo una cisterna e una centrale elettrica. Chi vuole, può sfruttare le ferie d'agosto». «Io ci sto, al volo», rispose subito Riva, 29 anni, il più entusiasta del gruppo. «Anch'io», aggiunsero insieme i suoi amici. Cosi, dopo le visite e il vaccino contro la febbre gialla, martedì scorso i tre si sono trovati di fronte alla scile della «Carsana», un palazzo tutto vetri e mattoni sulla collina di Lecco. E sono partiti. Volontari in Africa, ina volontari per caso. Un errore selezionare pròprio loro? Una leggerezza lasciarli andare;? Adesso, dopo la notizia della morte di Cattaneo e Lamberti, trucidati insieme con l'architetto Adelio Castiglioni, i suoi due bambini e l'elettricista in pensione Luigi Cazzaniga, e del ferimento di Riva, per i panniti è difficile resistere al tormento di quei pensieri. La moglie di Tarcisio Cattaneo, Silvana, rivede come in un film l'ultima immagine del marito. Lui la saluta sulla porta di casa, una villetta gialla che l'esperto capocantiere ha appena finito di costruire a Calolziocorte, sulla strada per Bergamo, e ci scherza su: «Qui o in Africa, prima o poi si muore lutti». Il figlio Emanuele, 18 anni, è disperato: «Io l'avevo convinto. Io gli avevo detto "papà non li preoccupare per la tua famiglia, se è una cosa che senti di dover fare non tirarti indietro per noi". Eventuali pericoli non sono mai stati presi seriamente in considerazione». Anche i genitori di Riva e Lamberti trascorrono la giornata ricevendo giornalisti e interrogandosi, come è inevitabile, su come sarebbero andate le cose se loro... Il papa di Michelangiolo, rientrato nella notte con il suo camper, non ha neanche la forza di raccontare: «Cosa posso dirvi? Aveva studiato da geometra, prima di entrare alla "Carsana" era stato in Svizzera a lavorare e in Inghilterra a perfezionare la lingua. E' morto per troppa generosità». Quello di Riva alterna lampi di gioia per il figlio scampato alla strage a momenti di profonda depressione: «Dio mio, se non fosse mai partito...». Mille dubbi e interrogativi hanno assalito anche Alessandra Carsana, nella notte. Ma ora questa donna che da 20 anni uedica ogni momento libero del suo tempo all'associazione, e che per tre volte è partita volontaria nello Zaire martoriato, l'ultima nel 1992, rifiuta di farsi condizionare da questi pensieri. «Certo - racconta nella stessa sala riunioni dello scorso aprile, dopo una mattinata trascorsa al telefono con il ministero, l'ambasciata, i parenti di vittime e sopravvissuti - ancn'io quando ho saputo che cosa era successo laggiù ho avvertito, d'istinto, un senso di responsabilità, oltre che un immenso dolore. Ma non è stato un errore rivolgere quell'appello, non c'e stata leggerezza. Anche a posteriori, nulla lasciava intuire che ci potesse essere pericolo di vita per i volontari. Non hanno commesso alcuna imprudenza, erano con gente che conosceva bene quei posti, lungo la transafricana, una strada per avrò percorso decine di volte senza problemi». Sotto, all'ingresso, la segretaria dice che il telefono squilla in continuazione. No, non sono solo giornalisti e volontari di «Mondo Giusto», ma anche amici e colleghi dei tre dipendenti andati a trascorrere le ferie nello Zaire. Alessandra Carsana resta in ufficio a cercare una ragione per quello che è successo. Ma la troverà mai? «No. Li avevo convocati prima che partissero e mi ero raccomandata: non cercate di strafare, se alla fine del vostro periodo il lavoro non è ultimato lasciate disposizioni a chi resta e tornate a casa. Quella era la mia sola paura. L'idea di un strage di questo genere non mi aveva neanche sfiorata». Gianni Armatiti Pilori