«Tarcisio ha chiesto pietà per i bimbi»

«Mi sono salvato perché mi sono fìnto morto». Il governo dello Zaire: troveremo gli assassini «Mi sono salvato perché mi sono fìnto morto». Il governo dello Zaire: troveremo gli assassini «Tarcisio ha chiesto pietà per i bimbi» // racconto del sopravvissuto LECCO DAL NOSTRO INVIATO «Tra i brandelli di carne dei sei cadaveri letteralmente spappolati, all'interno della nostra Toyota crivellata di proiettili, in mezzo a frammenti di vetro, ho aperto gli occhi e ho visto il cervello, intero, della piccola Roberta, accanto ai resti del fratellino Samuele». E' un racconto dell'orrore quello che Fulvio Riva, uno dei sopravvissuti della strage nei pressi del «Mikumi national park», il parco dei gorilla, nello Zaire, ha fatto ieri a Lino Bordili, membro dell'alto commissariato dell'Onu per i rifugiati a Coma. Il funzionario, che fa parte delle squadre dei soccorsi, ha incontrato il geometra di Lecco nel campo base dell'associazione «Mondo Giusto», a Ruzuru. In una telefonata alla sede Ansa del Cairo, ha poi riferito nuovi, agghiaccianti particolari sull'agguato mortale contro i volontari italiani. Dovevano morire tutti, uomini, donne, bambini. Riva è vivo perché si è finto morto. «Sono rimasto sepolto sotto i corpi dei miei compagni, che cadevano uno ad uno sotto il fuoco, mentre l'auto era ancora in movimento», ha ancora raccontato a Hordin. «Ho sentito Tarcisio Cattaneo urlare "risparmiate almeno la donna e i bambini", prima di essere ucciso anche lui». Poi la Toyota, guidata da Luigi Cazzaniga, è finita contro un albero, «i nostri assalitori si sono avvicinati e hanno derubato i cadaveri. Hanno preso tutto. A me, persino le scarpe». Anche la moglie zairota dell'architetto Adelio Castiglioni, Noella, ò sopravvissuta all'eccidio, ma è ferita, le sue condizioni sono gravi, disperate. E' paralizzata. Bordili l'ha avvicinata per pochi minuti, prima del trasferimento in ospedale a Nairobi, e lei ha raccontato di aver visto i figli colpiti, raggiunti da altre pallottole. E' convinta che siano anche loro feriti: nessuno ha trovato il co¬ raggio per dirle la terribile verità. Un massacro assurdo e ancora inspiegabile. Chi erano quegli uomini armati e incappucciati che hanno assalito la jeep di italiani diretti verso il parco? Profughi ruandesi? Bracconieri? Assassini «comuni»? Le dichiarazioni di Riva non aiutano a chiarirlo. Altri testimoni non si trovano, sul posto non ci sono tracce utili alle indagini. Il ministro della Giustizia del governo zairota ha assicurato che farà tutto il possibile per identificare i banditi: una promessa doverosa ma vaga. Nel pomeriggio, il ministero degli Esteri ha annunciato che sabato mattina dovrebbero ar- I rivare i corpi delle sei vittime, chiusi dentro bare di zinco fatte j arrivare dall'Italia. Il rientro di | Riva è previsto invece per domani o giovedì. In mattinata, il presidente della Repubblica Scalfaro aveva fatto recapitare a Domenico Colombo, presidente dell'associazione «Mondo Giusto», un messaggio: «Questo orrendo delitto - si legge - è tanto più vile ed esecrabile in quanto ha stroncato giovani viti; innocenti ed ha colpito connazionali che solo a scopi umanitari prestavano la loro opera por il miglioraménto delle condizioni di vita delle popolazioni locali. [g. a. p.l «Sono rimasto sepolto tra i brandelli di sei cadaveri spappolati dai proiettili Tra lo Vittime del massacro Luigi Cazzaniga; elettricista Sono, nella foto grande. Adelio Castiglioni il giorno delle nozze con Noella Nella foto piccola. Michelangiolo Lamberti Era geometra

Luoghi citati: Italia, Lecco, Zaire