Appuntamento a Firenze

Appuntamento a Firenze Appuntamento a Firenze FIRENZE è stata scelta dalla Società italiana di relatività generale e fisica della gravitazione (Sigrav) per ospitare la quattordicesima Conferenza mondiale di Relatività. L'evento, al quale interverranno settecento studiosi provenienti da tutto il mondo (tra i quali Ehlers, Hawking, Ne'eman, Penrose e Witten), si svolgerà dal 6 al 12 agosto. Collaborano all'organizzazione - curata da Mauro Francaviglia - le Università di Firenze e di Torino, l'Istituto nazionale di fisica nucleare, il Gruppo nazionale per la fisica matematica del Cnr e l'Istituto italiano di studi filosofici di Napoli. I lavori congressuali si terranno nella splendida cornice di Palazzo dei Congressi, interamente riservato per la manifestazione, mentre le attività sociali ad esso collaterali avranno luogo in ambienti storici di Firenze (Salone dei 500 a Palazzo Vecchio e Refettorio del Chiostro Grande di Santa Maria Novella). Per l'occasione le Poste italiane hanno preparato un francobollo commemorativo da 750 lire nel quale sono rappresentati Galileo e Einstein con accanto la cupola di Santa Maria del Fiore. LA teoria della relatività è apparsa per la prima volta sulla scena nel 1905 con un famoso lavoro di Einstein, all'epoca oscuro funzionario dell'ufficio brevetti di Berna, che aveva un titolo poco invitante: «L'elettrodinamica dei corpi in moto». In questa prima versione della teoria, detta «Relatività ristretta», si consideravano solamente moti uniformi in assenza di campi gravitazionali. Questa limitazione fu poi superata nel 1917 ad opera dello stesso Einstein con la creazione della Relatività generale, una teoria che può trattare in linea di principio campi gravitazionali arbitrariamente intensi in cui si muovono corpi relativistici, ossia corpi la cui velocità è una frazione apprezzabile di quella della luce.' La relatività generale fu considerata da Einstein come il primo passo verso una teoria unificata in cui campi gravitazionali e elettromagnetici dovevano far parte di un tutto unico, ma nessuno dei tentativi compiuti con grande tenacia da Einstein dal 1930 fino alla sua scomparsa nel 1955 giunse a maturazione. L'idea fondamentale di Einstein è che la materia incurva lo spazio e che la forza gravitazionale ò la manifestazione più evidente di questa curvatura. Per tornare ad una immagine molto popolare, se poniamo una biglia pesante su di un telo elastico e ben teso questo si deforma e si incurva. Ponendo accanto un'altra biglia ognuna delle due tende a cadere nella infossatura creata dall'altra e la deformazione del telo appare a tutti gli effetti come una forza tra le biglie che è l'esatto analogo della forza gravitazionale Sono passati poco meno di ottant'anni dalla creazione della teoria che è stata sottoposta a controlli osservativi sempre più stringenti da cui è uscita indenne, in termini popperiani non è stata ancora falsificata. Nel caso dell'Etna, la combinazione delle ripetute intrusioni di magma al suo interno con la massa stessa del vulcano provocano deformazioni attive lungo zone ben conosciute dagli scienziati. Queste deformazioni sono lente dal punto di vista umano, circa un centimetro l'anno SI è appena conclusa una ricerca multidisciplinare che ha coinvolto per due anni decine di scienziati italiani e inglesi nello studio dell'Etna e di numerose isole vulcaniche in attività o con eruzioni storiche, tra le quali Stromboli, Ischia e le isole Canarie. I risultati indicano che i vulcani si gonfiano lentamente durante la loro vita, oltre naturalmente a crescere in altezza per le eruzioni. La concomitanza dei due fattori può indurre un sovrappeso per l'edificio vulcanico, con conseguente crollo di porzioni del cono. Gli studiosi hanno osservato che in passato i crolli in alcuni vulcani sono arrivati a interessare addirittura ben la metà del volume dell'edificio e che queste catastrofi avvengono soprattutto quando vi sono variazioni del livello medio del mare. Come tutti i fenomeni naturali, la ricorrenza in passato di questi processi è un indicatore che potrebbero verificarsi anche in futuro In tempi più recenti sono state proposte numerose generalizzazioni della teoria originale, quasi tutte basate sul concetto di stringa. In sostanza si ritiene che la relatività generale sia a sua volta una forma estremamente semplificata di una classe di teorie molto più complessa, in cui la struttura del gravitone (quanto gravitazionale) assomiglia a quella di una stringa o corda di dimensioni molto più piccole di quelle atomiche ed in rapidissimo movimento. La complessità formale e l'astrazione di questa classe di teorie pongono difficoltà formidabili anche agli esperti. Se anch'esse dovessero avere successo occorrerà, nella migliore delle ipotesi, attendere molti anni prima di giungere a un controllo sperimentale. Di grande interesse sono le implicazioni cosmologiche della teoria culminate nel modello del Big Bang. In sostanza si ritiene che l'universo attuale sia riempito uniformemente di materia che lo incurva e gli impartisce una forma globale che può essere descritta come una ipersfera, ossia una sfera con una dimensione in più rispetto a quella ordinaria oppure come un altro ente, lo spazio iperbolico, che è curvo ma di estensione infinita. Inoltre l'universo si espande continuamente mantenendo intatte le proporzioni reciproche. La forma esatta dell'universo e il suo ritmo di espansione dipendono dalla densità media di materia in esso contenuta e dal valore di H, la cosiddetta costante di Hubbie, che misura la velocità di espansione. Purtroppo esistono ancora notevoli margini di incertezza, dell'ordine del 50%, sia nella valutazione della densità di materia sia su H, ma si spera di poter ottenere dati molto più precisi per l'anno 2000 con lo Hst (Hubbie Space Telescope) ma anche con la nuova generazione di telescopi giganti in co- La ricerca è stata condotta nell'ambito del Progetto Mondiale per l'Ambiente - Unità per i Rischi Naturali e la Climatologia, sotto l'egida dell'Unione Europea. In Italia hanno cooperato geologi e vulcanologi soprattutto dell'Università di Milano e dell'Istituto Internazionale di Vulcanologia di Catania, affiancati da climatologi

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