COLLEZIONISTA D'AGOSTO CERCA CASTELLI DI SABBIAI di Stefano Bartezzaghi

COLLEZIONISTA D'AGOSTO CERCA CASTELLI DI SABBIAI COLLEZIONISTA D'AGOSTO CERCA CASTELLI DI SABBIAI proprio di tutto. Lettera P: presepi, profumi, pubblicità. Lettera T: tappeti arazzi, tappi, targhe assicurative incendio, targhe automobilistiche, tazzine, teatri di burattini o marionette, telecarte (carte telefoniche), tematiche, trenini. «Tematiche» sono le collezioni su un dato soggetto. A Verona può essere Greta Garbo, a Genova può essere la democrazia cristiana (cartoline e tessere), a Forlì può essere la Beccaccia (specifica il collezionista: «Tutto ciò che riguarda la beccaccia, e la sua caccia», che fa anche rima). Non so se ho cercato male, ma neppure qui ho ritrovato la collezionista dì sabbia che affascinava Italo Calvino. Vado a cercarla al mare: buone vacanze anche a voi. Scrivete a: Stefano Bartezzaghi, «La posta in gioco», La Stampa Tuttolibri, via Marenco 32, 10126 Torino. dado e i movimenti dei vermi avversari. Il terzo gioco ha per autore l'italiano Ennio Peres, e si chiama «Verba Volant», sottotitolo: «non dimenticar le "tue" parole» (ecco la finestra da cui rientra la lingua). Un po' come nel «Memory», c'è un mazzo di carte sparpagliate a faccia in giù. Ogni giocatore deve scoprire un certo numero, ma (qui sta la differenza) le carte riportano lettere dell'alfabeto, con cui il giocatore deve formare delle parole, se ne è capace. «Venice Connection», «Vermi», «Verba Volant»: è per contratto che tutti i giochi di questa serie hanno il nome che incomincia per «VE»? Il quarto gioco di cui parliamo oggi viene da un'altra parrocchia, e infatti si chiama «Babele» (e non «Vebele»). Lo hanno prodotto le edizioni Lazzaro (14010 Antignano AT; tel. 0141/20.35.72). E' una variante macchinosa, interessante - del gioco del vocabolario. Si tira il dado per far avanzare il proprio segnaposto sul tavoliere, che raffigura una Torre di Babele casereccia. Ma il punteggio sarà effettivamente conseguito da chi ha tirato il dado solo se costui avrà indovinato il vero significato di una data espressione dialettale (e qui le modalità sono quelle del già noto e già citato «gioco del vocabolario»). Sennò, resta fermo. Nella scatola c'è un mezzo migliaio di schede che servono da riserva lessicale per i partecipanti. A leggerle c'è da rimanere incantati: «Trentino. BRODEGON (lercio)»; «Emilia Romagna. GOSINO (maiale)». «Lazio. PRESOMMOLA (albicocca)». «Puglia. U' TRAPPT (il frantoio)». «Sardegna. LA CHI RI SBERTU (guarda che ti picchio)». Non si tratta solo di parole, infatti. Ci sono anche locuzioni, e in qualche caso si arriva ai proverbi: «Al méii mett al cui in sgumbéii» (Emilia Romagna: «Il miglio mette le terga in scompiglio»). Mi sembra un'esagerazione la locuzione lucana: «chèich chchzz vrnn»: «defeca zucchine invernali». Chiederò lumi ai miei informatori locali. Le stesse edizioni Lazzaro hanno un'altra iniziativa che non conoscevo quando, qui, ho incominciato a parlarvi di collezioni e collezionisti. Al proposito mi stanno arrivando lettere interessati e ne riparleremo, quando torneremo dalle nostre ospitate agostane. Intanto possiamo sfogliare l'Annuario del collezionista (questa del 1995 è la seconda edizione), per richiedere il quale ci si può rivolgere allo stesso indirizzo di «Babele». In una prefazione manoscritta, Ugo Nespolo dice del collezionare: «Fatelo, ma fatelo con enfasi. Se vi va». Poi, nelle pagine verdi dell'annuario, trovate nomi, indirizzi e numeri di telefono dei collezionisti, divisi per categorie merceologiche. La prima pagùia è sull'abbigliamento, e volendo potrete mettervi in contatto con Secondo Binucci, che in provincia di Perugia colleziona cappellini da ciclista, o Giuseppe Montanino, che invece sta a Napoli e conserva maglie di calciatori indossate. L'ultima categoria accolta nell'annuario è quella dei «vetri»: antichi e colorati, come quelli raccolti da Francesca Agnetti di Lodi (Mi); o «vetri rustici e non», gli unici che rientrano nel campo di interessi di Remo Romani (provincia di Modena). Nelle 358 pagine intermedie, come è immaginabile, ci si trova Il primo gioco si chiama «Venice Connection» (ha dato il nome alla serie), e l'autore è Alex Randolph - celebratissimo inventore di giochi. Sono sedici tessere quadrate che riproducono delle fette di canali veneziani visti dall'alto. I due giocatori devono disporre le tessere su un tavolo, e vince quello che riesce a chiudere il circuito del canale. Anche il secondo gioco di «Venice Connection» ha come autore Alex Randolph. Si chiama «Vermi», ed è una corsa in cui ogni partecipante è un verme che, strisciando, deve raggiungere il traguardo secondo i risultati del Stefano Bartezzaghi