L'Europeo è solo una tappa di Giorgio Viberti
L'Europeo è solo una tappa pallanuoto iB La giovane Nazionale azzurra vince il torneo di Catania, penultimo test in vista dei campionati continentali L'Europeo è solo una tappa Radia lavoriamo per Atlanta '96 Il successo ottenuto ieri dai nostri pallanotisti nell'8n Trofeo Nettuno di Catania lascia ben sperare in vista degli Europei che s'iniziano il 17 a Vienna. Nella vasca della piscina Playa c'erano infatti formazioni molto qualificate, ottimo test dunque per la giovane squadra azzurra che raccoglie la pesante eredità del mitico Settebello. Quella gloriosa Nazionale, che negli ultimi anni ha conquistato le Olimpiadi del '92, la Coppa del Mondo, i Giochi del Mediterraneo e gli Europei del '93, i Mondiali del '94, è stata poi smembrata da Rudic in vista di questo impegno continentale. Pensionati i «senatori» Fiorillo, Campagna, Averaimo e D'Altrui, lasciati a casa anche Gandolfi, Ferretti, Franco e Pino Porzio, il et si è visto piovere addosso aspre critiche, ma pare aver visto più lontano dei suoi denigratori. Rudic, soddisfatto di questa nuova Nazionale azzurra? «In vista di un grande appuntamento, non guardo tanto ai risultati quanto alla risposta della squadra. Quindi questa vittoria a Catania non ci deve esaltare». Gli azzurri hanno però già assimilato la sua lezione. «E' il dato più positivo. Questa squadra ha grande carattere, una dote che non si inventa». Che cosa manca ancora al nuovo Settebello? «Dobbiamo imparare a gestire meglio le partite, soprattutto in situazione di superiorità o inferiorità numerica. Voglio che la squadra lavori molto in condizioni di stress e grande stanchezza, quando cioè è più facile perdere in lucidità». Rudic, sia sincero: non ha mai temuto di aver sbagliato escludendo i "senatori"? «Mai. Le miei decisioni sono sempre frutto di analisi profonde e lunghe meditazioni. E quando decido, non tomo mai indietro. Ma ho anche detto che qualcuno degli azzurri esclusi potrebbe tornare in Nazionale». E' vero che per lei questi Europei non contano? «Per tutti gli sport, eccetto il calcio, l'obiettivo principale sono le Olimpiadi. Noi siamo campioni in carica, quindi dovremo con¬ quistarci un posto per i Giochi del '96 nella prossima Coppa del Mondo di metà settembre ad Atlanta (andranno alle Olimpiadi le prime 5, o le prime 6 se fra queste ci saranno gli Usa, ndr)». Quindi a Vienna penserete solo ai Giochi del '96? «In un certo senso sì, perché cercheremo di continuare la nostra crescita in vista della Coppa del Mondo. Sarà quello il nostro grande obiettivo dell'anno». E se dovesse andar male? «Dovremo poi puntare tutto sul torneo preolimpico di Berlino nel prossimo febbraio, che assegnerà altri sei posti». Ma anche in Europa siete campioni in carica: non ci pensa proprio a una medaglietta in Austria? «Mi interessa soprattutto vedere come reagiranno i ragazzi. Sono un'incognita anche per me». La nuova Nazionale potrà emulare la vecchia? «La pallanuoto è diventata molto veloce e fisica, e conta sempre di più il collettivo. Per la tecnica individuale il vecchio Settebello era forse inimitabile, ma i nuovi azzurri possono ripetere i successi di chi li ha preceduti». Il suo contratto con la Nazionale scadrà fra un anno: che cosa farà dopo? E' vero che ha molte altre offerte? «Sono pronto a firmare a vita come et azzurro, ma magari sarete voi a volermi mandare via». Forse, anche se finora Rudic sulla panchina italiana non ha ancora sbagliato una mossa. Giorgio Viberti Ratko Rudic, 47enne di Belgrado ma di origini croate, cerca con la Nazionale ringiovanita di ripetere i trionfi del Settebello, che negli ultimi 3 anni ha vinto Olimpiadi, Coppa del Mondo, Giochi del Mediterraneo, Europeo e Mondiale
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