Le vittime illustri del turnover

fi f i\ f I t t FUSI TASSOTTI MUSS Gli organici ricchi relegano molti nazionali al ruolo amaro di spettatori Le vittime illustri del turnover Anche Conte e Simone in lista d'attesa SE IL CAMPIONE FA IL PRECARIO TURN over, girare sopra. Nel calcio, turnover è diventato ormai una parola sola e significa «girare dentro» la squadra. Oggi a te, domani a me: campo, panchina o tribuna. Il dorato destino di non pochi assi dei grandi club. «Troppi tutti insieme con la stessa maglia, mi viene da ridere», commenta Agroppi. Mentre Liedholm conta i sei stranieri di Capello: «Van Basten sarà solo un sogno, ma non c'è comunque da stupirsi. La via dell'abbondanza l'ha aperta proprio il Milan». Il tifoso si chiede se una stagione di pallone, per i club impegnati sui tre fronti canonici (campionato, coppa europea, coppa Italia) e su quello delle amichevoli che fanno immagine (e producono soldi), è davvero così pesante da richiedere un surplus di campioni. Si possono sprecare spesso big come Futre o Simone (Milan), Asprilla o Couto (Parma), Conte o Deschamps (Juve) tenendoli in sala d'attesa? E ancora: i giocatori di classe sono così migliorati professionalmente da accettare il turnover, oppure sono placati dai guadagni? L'argomento fa discutere chi guarda e chi nel carrozzone calcistico vive. Ecco un giocatore importante che nelle ultime due stagioni ha fatto il pacco postale: Benito Carbone. Nell'estate '94 ha viaggiato dal Toro (nel quadro del risanamento Calieri) al Napoli, passando per Roma giallorossa soltanto per spianare la strada granata a Rizzitelli. Ora dal Napoli (scaricato da Boskov) è arrivato all'Inter di Moratti. Non è sicuro di giocare sempre, ma i fans lo hanno già eletto a beniamino. Carbone è tranquillo, preparato a tutto: «Con Toro e Napoli ho affrontato stagioni pesanti. Campionato, Coppa Italia, Coppa Uefa, un massacro. A Natale ero già sulle ginocchia, a febbraio ero cotto. Allora ben venga l'Inter, dove ci sarà un recupero delle fatiche. Il calciatore che contesta il tecnico per una esclusione è uno sciocco. L'allenatore sa come dosare l'impiego della truppa». Un calcio nuovo. Sparagnino nel consumo delle energie, sempre esigente a livello di stipendi. Italo Allodi, una vita nel football, eccepisce e spiega: «Il giocatore italiano si è fatto più furbo guardando gli atteggiamenti degli stranieri. Che lottano, ma non si affannano troppo. Non perdono mai di vista stipendio ed extra. Stoichkov è un esempio. Secondo me farà la differenza in campionato ma intanto la fa a livello pubblicitario. Nessuno come lui. Intanto, esigenze economiche e conseguente necessità di partite hanno portato danni in tutti i sensi. Tanti campioni nei grandi club, anche troppi. Preparazione accelerata. Ora il terzo match di rodaggio è già una sfida internazionale. Follie. Poi accade che Lombardo... E così c'è posto per un altro». Allodi pesca nella cronaca recente. E' indubbio che un club impegnato su più fronti debba prevedere tutto per essere sem- pre ad alto livello: cali di tensione dei suoi campioni, e anche incidenti. Si ipotizza persino che Lippi, Capello e Scala possano prevedere due Juve, due o tre Milan, due Parma a seconda degli impegni fra Italia e fuori. Aldo Agroppi, per quanto mai tenero con «il calcio degli sprechi» rileva: «Si fa tanto casino, ma alla fine anche chi sta in panchina a venti-trenta presenze arriva lo stesso. La realtà però ha altri risvolti. Bisogna distinguere fra guadagnare e giocare. Faccio un nome a caso, Nava, ottimo ragazzo. Meglio stare nel carrozzone rossonero più ricco, oppure fare il titolare nel Piacenza? Non voglio dare giudizi. Il sondaggio fatelo voi». Sulla vicenda del turnover, Agroppi centra la verità. «Nel caso dei tanti big da ruotare, ò decisivo l'intervento della società. Sono i dirigenti a dover accerchiare i giocatori e proteggere il tecnico. Il quale non può dedicare tutti i venerdì una spiegazione diversa per ogni big escluso. Visti i passati problemi di Scala con Couto e Asprilla? La mia "rosa" ideale? Diciotto giocatori e due ragazzi forti della primavera aggregati. Basta e avanza». Nils Liedholm, appena partito per il fresco della sua Svezia dove, tra l'altro, assisterà ai mondiali di atletica a Goteborg, vede nel problema-abbondanza una necessità. Aggiunge: «Diventa più delicato il compito dei preparatori atletici cui tocca differenziare i carichi di lavoro. Il turnover si decide anche così. Ma lasciatemi raccomandare Deschamps alla Juve. L'anno scorso si è fatto male, però lo vedo sottovalutato. Anche dai giornalisti». Bruno Perucca Liedholm non è stupito: «Tutti copiano il Milan» Agroppi accusa «il calcio degli sprechi» e per Allodi «questo sport è troppo frenetico» SQUADRA A RAMPULLA/ fi f i\ PORRINI CARRERA COUTO DICHIARA t f 1 CONTE BOBAN EVANI LENTINI INZAGHI Il portoghese Futre (a sinistra) vittima del turnover nel Milan di Capello e, qui sopra, Alberigo Evani che faticherà a trovare spazio nella Samp Nei grafici sotto il titolo due ipotetiche formazioni con campioni «in attesa» SQUADRA B f I t t DOARDO SORIN FUSI TASSOTTI MUSSI f DESCHAMPS SENSINI DONADONI SIMONE ASPRILLA RAMBERT

Luoghi citati: Italia, Napoli, Parma, Roma, Svezia