«Il demone del mondo? La tv» di Alessandra Levantesi

Polemica sui bambini: sono condizionati Lo ha annunciato al pubblico di Locarno il regista-guru Reggio «Il demone del mondo? La tv» Polemica sui bambini: sono condizionati LOCARNO. Aiuto! Il mondo sta morendo, il genere umano sta subendo una mutazione epocale: forse dalle sue ceneri nascerà l'homo novus, ma è più probabile che segua il nulla. Lo ha annunciato al pubblico del 48° Festival (che ha reagito in varia maniera) Godfrey Reggio, regista («Koyannisqatsi», «Anima mundi») e guru barbuto da sempre impegnato sul fronte umanitario ed educativo, che Luciano Benetton e Oliviero Toscani hanno invitato a diligere la neo-fondata «Fabrica»: scuola internazionale dedicata allo studio alternativo dei linguaggi. Il demone del male si chiama televisione, in quanto simbolo il più emblematico del «tecnofascismo» totalizzante che governa l'Occidente da cinquantanni a questa parte. Con il cortometraggio «Evidence», il primo prodotto da «Fabrica», Reggio ha fornito la prova provata di quel che andava dicendo. Nel filmato musicato al solito da Philip Glass passano i volti di un gmppo di bambini. Hanno gli occhi privi di espressione fìssi davanti a sé con un'aria fra l'attonito e l'allarmato, vagamente istupidita: tanto da sembrare ritardati o sotto l'effetto del Prozac. Che fanno? Solo alla fine dei nove minuti si saprà che stanno guardando la tv. Ora, il problema non è il contenuto, che nel caso era addirittura «Dumbo»; il problema, secondo Reggio, è il mezzo stesso, la tv che con la sua fonte di luce diretta produce nello spettatore uno stato di pericolosa alterazione fisiologica e mentale. Visione catastrofica? Il guru che i testi sacri ben li conosce essendo stato tra l'altro «Christian brother» cita la Bibbia dove si spiega che la scienza della profezia è la capacità di interpretare i segni del presente: e il presente attuale è «untellable» (indicibile). La critica radicale di Reggio investendo l'intero sistema va ben oltre la satira di «To Die For», il nuovo film di Gus Van Sant di cui si è parlato lo scorso maggio da Cannes (per la cronaca ha fatto il pienone in Piazza Grande): dove un'arrampicatrice televisiva dalla bella faccetta di plastica (Nicole Kidman, è già una delle mutanti preconizzate) induce tre adolescenti al delitto. E il grido di allarme rischia di rendere già obsoleto il nuovissimo V-chip (V sta per violenza) che una legge americana appena varata impone di applicare agli apparecchi televisivi. Si tratta di una valvola che può bloccare la trasmissione di programmi o singole scene ritenuti? nocive per i bambini. Sul suo utilizzo in Usa si è scatenata la polemica: anche ammesso che la tv sia responsabile della violenza giovanile, chi e come stabilirà cosa censurare? I network, il governo, i genitori? Non è come cercare di arginare con un lappo la falla di una diga? E il cinema che posto occupa in lutto questo? Il cinema è un po' diverso, ha detto Reggio, provoca danni minori, crea maggiore socialità ed implica una partecipazione piti attiva. Se poi e il cinema di Abbas Kiarostami di cui Locarno offre una personale completa diventa, aggiungiamo noi, un mezzo di sublime portala elica. 11 grande autore iraniano, come si sa, ha svolto praticamente tutta la sua attività di cineasta in seno all'Istituto per lo sviluppo intellettivo del bambino, realizzando corti e lunghi didattici che poco a poco hanno acquistato il respiro di veri e propri film. Ma al di là dei singoli argomenti («Mal di denti» che insegna la necessità dell'igiene dentaria, «Con o senza ordine» che contrappone attraverso una serie di esempi gli effetti sani di una disciplina sociale all'anarchia individuale), il punto è che l'opera di Kiarostami, didascalica e non, sottende un'armonia spirituale, un mondo di valori unitario: magari più problematico di quanto non appaia a prima vista, ma non ancora frammentato, spezzettalo. E' forse un mondo che noi occidentali «Mobilizzali» non siamo più in grado di trasmettere ai nostri figli? Alessandra Levantesi Nicole Kidman, protagonista del film di Gus Van Sant. Sotto Grazia Scuccimarra

Persone citate: Abbas Kiarostami, Godfrey Reggio, Grazia Scuccimarra, Kiarostami, Locarno, Luciano Benetton, Nicole Kidman, Oliviero Toscani, Philip Glass

Luoghi citati: Cannes, Locarno, Reggio, Usa