Muti trionfa fischi al regista

L'opera ha debuttato a Salisburgo: 15 minuti di applausi per maestro e cantanti L'opera ha debuttato a Salisburgo: 15 minuti di applausi per maestro e cantanti Muti trionfa, fischi al regista «Una Traviata fuori cliché» SALISBURGO. Nuovo, grande successo di Riccardo Muti al debutto salisburghese di «Traviata» con l'orchestra dei Wiener Philharmoniker. Controversa invece la regia del catalano Lluis Pasqua!, che a fine spettacolo si è preso qualche fischio e qualche «buuh». Era la prima volta che l'opera di Verdi andava in scena a Salisburgo, in 75 anni di storia del Festival: la rappresentazione era dunque molto attesa. Anche perché il regista Pasqual aveva promesso grandi novità: «E' come se Violetta, almeno metaforicamente, morisse di Aids. Lavorando sul personaggio, non potevo non ricordarmi di tutti gli amici che sono morti di quel terribile male. Violetta ha la stessa determinazione a vivere, la stessa consapevolezza di avere davanti a sé un tempo finito. Violetta è una donna forte, cosciente del suo destino, che si aggrappa all'amore per Alfredo. Insomma, la mia Violetta mostrerà i musco¬ li». Ma questo evidentemente non è piaciuto al pubblico di Salisburgo, che non ha gradito molto. Per il direttore, per l'orchestra e per i cantanti, invece, numerose chiamate fuori scena, quasi 15 minuti di applausi, ovazioni e scalpiccio sul pavimento. Il soprano Andrea Rosi (che era stata male poco prima del debutto, tant'ò vero che alla prova generale aveva cantato la russa Victoria Loukianetz) ha conquistato il pubblico con la sua voce chiara ed espressiva e il suo talento drammatico. Frank Lopardo è stato un ottimo Alfredo e cosi pure Renato Bruson nei panni di Germont padre, acclamatissimo. Pasqual voleva anche «restaurare» Traviata pulendola dalla polvere stratificatasi in 150 anni di interpretazioni spesso stereotipe e oleografiche, salvando però il patrimonio immaginario che quest'opera rappresenta nel gusto collettivo. E dunque, aiutato dalle scene di Damiani, Pasqual ha lasciato il carattere borghese dell'ambientazione riducendo però all'osso le scene. Una tappezzeria damascata color beige faceva da fondale in tutti i tre atti, mentre le scene erano dominate sostanzialmente da due elementi: un pianoforte e alcune sedie. Tranne che nelle scene finali, dove campeggia il grande letto di Violetta in fin di vita. «Traviata» avrà altre otto repliche a Salisburgo, (l'ultima il 29 agosto), poi andrà al Carlo Felice di Genova, che coproduce l'allestimento. Prima il 9 dicembre, con la direzione di Daniel Oren. Riccardo Muti, alla fine della rappresentazione, era molto contento. «A me è piaciuta molto, e non mi turbano le contestazioni per la regia. Abbiamo cercato di fornire una interpretazione diversa dell'opera e del personaggio. E non è vero che "Traviata" è un'opera popolare: è una partitura complicata, sotto la sua apparente semplicità e di una gran dezza incredibile». Per Verdi, il maestro intende proseguire la battaglia: liberarlo dèi eliche abusali: «E questa di Salisburgo non è una esecuzione alla "zum-pa-pa"». Sempre l'altra sera, Muti ha festeggiato la sua centesima esecuzione e i suoi 25 anni a Salisburgo Ha ricordato l'emozione per il suo debutto con i Wiener, nel '71. «Non dormii molte notti, eravamo a Vienna, nel Sofiensaele, una sala che oggi e affittata per le feste. Peccato. E' il segno che l'unificazione dell'Europa va ovunque nella stessa direziono». ls. n.l Muti è molto contento di com'è andata l'opera che. dice, "non è popolare»

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