Da Hiroshima a Mururoa un solo no

Cerimonia per i 50 anni della Bomba. Il Papa: l'umanità non ha imparato Cerimonia per i 50 anni della Bomba. Il Papa: l'umanità non ha imparato Da Hiroshima a Mururoa un solo no Manifestazioni in tutto il mondo contro le atomiche di ieri e di oggi HIROSHIMA. Migliaia di persone hanno affidato alle acque del fiume di Hiroshima le loro lanterne accese in memoria delle vittime della prima bomba atomica, nella cerimonia serale che ha chiuso ieri le celebrazioni del cinquantesimo anniversario della tragedia. Sulle lanterne di carta, i nomi di chi perse la vita per l'esplosione di quel 6 agosto del 1945 ma anche di quelli che morirono anni, decenni dopo per le conseguenze delle radiazioni. Numerosi «hibakusha» - i sopravvissuti della bomba atomica - hanno assistito in prima fila nel Parco della Pace alla cerimonia del cinquantenario, insieme con le massime autorità del Giappone di oggi, un rappresentante del segretario generale dell'Onu (il diplomatico americano John Verner Reed) e circa 100 mila altre persone. Una cerimonia cominciata con un volo di 1500 colombe e culminata nel minuto di silenzio alle 8,15 locali, l'ora esatta in cui 50 anni fa la bomba scoppiò, alcune centinaia di metri sopra la cupola della camera di commercio della città. A parte Reed, sono stati giapponesi tutti gli oratori della giornata e tutti, sebbene con accenti misurati, hanno colto l'occasione per una condanna globale delle armi nucleari e dei test programmati da Cina e Francia. 11 primo ammonimento è giunto dal sindaco di Hiroshima Takashi Hiraoka, il quale, dopo aver fatto un cenno indiretto agli esperimenti nucleari nel Pacifico ha auspicato il «divieto immediato e generale dei test». Hiraoka non ha voluto dimenticare le responsabilità giappponesi nella seconda guerra mondiali, scusandcsi esplicitamente, come aveva già fatto l'altro ieri, a nome del suo Paese: «Le sofferenze di tutte le vittime della guerra - ha detto dal palco - sono indelebilmente impresse nei nostri cuori e noi vogliamo scusarci per le indicibili sofferenze che la guerra e la dominazione coloniale giapponesi hanno inflitto a tanti popoli». Il rimprovero più franco a Parigi è venuto da una «hibakusha» di 77 anni, Kiwa Kino, che ha detto: «Io non voglio che i giovani facciano la stessa orribile esperienza che ho fatto io. La Francia non ha mai subito l'esplosione di una bomba atomica. Credo sia questo il motivo per cui essi riprendono i test nucleari». Alla commemorazione hanno partecipato molti attivisti di organizzazioni pacifiste. Tra le molte altre iniziative organizzate nella città, anche la simulazione di una pioggia nera che ha simboleggiato la pioggia radioattiva. Anche il Papa ha fatto sentire la sua voce. «Pesa sulla coscienza dell'umanità come un incubo - ha detto - la memoria di quelle micidiali deflagrazioni, divenute simbolo eloquente di ogni sofferenza e distruzione. Ma l'umanità - si è chiesto Giovanni Paolo II - ha appreso la triste lezione di quei luttuosi avvenimenti?». La risposta di Wojtyla è stata pessimistica: «Devo, purtroppo, condividere anche oggi con voi la mia profonda preoccupazione di fronte ai tragici sviluppi della situazione in Croazia e in Bosnia». Manifestazioni per il cinquantesimo anniversario della prima bomba atomica si sono svolte in molti altri Paesi e quasi ovunque sono state caratterizzate anche da proteste contro gli esperimenti nucleari francesi. Particolarmente affollate quelle organizzate in Australia e in Nuova Zelanda, Paesi tra i più tenaci oppositori dei test. Non sono mancate iniziative nel resto del mondo inclusa Parigi, di fronte al quartier generale delle forze atomiche francesi, con cartelloni contro «Hirochirac». In coincidenza con l'anniversario di Hiroshima, attivisti dell'organizzazione ecologista Greenpeace hanno inscenato una manifestazione antinucleare sulla Piazza Rossa a Mosca, dove fra l'altro hanno piantato 50 croci col simbolo del pericolo radioattivo. In un documento, Greenpeace ricorda che «Russia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina, Israele e India hanno accumulato cariche nucleari per una potenza complessiva di 6348 megatoni, sufficienti a distruggere altre 400 mila Hiroshima». Intanto sono salpate da Auckland, con la «benedizione» del premier neozelandese Jim Bolger, le prime tre imbarcazioni (altre 12 seguiranno) della flottiglia internazionale che si propone di raggiungere Mururoa per impedire i test francesi. Saranno scortate fino al limite delle acque territoriali dell'atollo da un'unita della marina militare neozelandese, la «Tui». [e. st.] La flottiglia di Greenpeace salpa verso l'atollo dei test Due immagini delia cerimonia di ieri a Hiroshima Le lanterne commemorative affidate alle acque del fiume e il volo di duemila colombe [foto reuter.ansa]

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Jim Bolger, John Verner Reed, Kiwa Kino, Takashi Hiraoka, Wojtyla