I generali serbi siamo fedeli a Mladic
I militari dell'autoproclamata repubblica dei serbi di Bosnia: o noi o sarà la catastrofe I militari dell'autoproclamata repubblica dei serbi di Bosnia: o noi o sarà la catastrofe I generali serbi: siamo fedeli a Mladic Ma il Parlamento dichiara la sua lealtà a Karadzic PALE. Si fa sempre più duro lo scontro tra Karadzic e il generale Mladic e negli ambienti di Pale, l'autoproclamata Repubblica dei serbi di Bosnia, circola voce di un imminente colpo di mano militare per spodestare il presidente-psichiatra. Con un pronunciamento che equivale a una sedizione, ben 18 generali hanno inviato una lettera al Parlamento di Pale, convocato per dibattere la crisi apertasi tra vertice politico e militare, in cui si schierano con Mladic e dichiarano che eseguiranno solo gli ordini impartiti da lui, che per loro resta il «comandante supremo» delle forze armate, nonostante il decreto con cui Karadzic l'ha rimosso venerdì assumendo in proprio l'incarico. Ma il Parlamento da parte sua non tradisce Karadzic, dandogli ufficialmente il suo appoggio. I 18 generali dichiaratisi fedeli a Mladic, tra cui Manojlo Milovanovic, aggiunto di Mladic allo stato maggiore, Milan Gvero, Zdravko Tolimir e Momir Talic, scrivono ai deputati che la decisione di Karadzic è «inaccettabile ed errata» e avrà «conseguenze imprevedibili per il nostro popolo, la nostra lotta e il nostro esercito». «Abbiamo bisogno di tutti e in particolare di un comandante come il generale Ratko Mladic». La presa di posizione dei generali ricalca la dichiarazione con cui sabato Mladic aveva respinto il decreto di Karadzic come «incostituzionale e illegittimo» ribadendo la volontà di restare al suo posto e rifiutare il trasferimento all'incarico di «consigliere» presidenziale. «Sono entrato in guerra come soldato e voglio uscirne come tale. Non accetto il posto di gabinetto come consigliere speciale del Presidente della Repubblica». Pronunciamento per pronunciamento, il «governo» serbo-bosniaco ha dichiarato la propria lealtà a Karadizc, sostenendo la piena legalità e costituzionalità della rimozione del generale dal vertice delle forze armate. E ieri sera anche il Parlamento dei serbi di Bosnia ha dato il suo appoggio a Karadzic. L'agenzia dei serbo-bosniaci «Srna» ha spiegato che l'assemblea «appoggia pienamente» la decisione di Karadzic di cambiare i comandi militari. Sulla questione è ritornato anche Karadzic che ieri mattina ha liquidato il rifiuto di Mladic come uno sfogo: «E' molto emotivo», ha detto lo psichiatra di Pale, «ma lui è tenuto ad eseguire i miei ordini». Nella loro lettera, i generali invitano il Parlamento a sconfessare Karadzic ed evocano lo spettro di una lotta intestina dalla conseguenze disastrose per tutti i serbo bosniaci: «Considerate le implicazioni» della decisione di Karadzic, «perché il popolo e l'esercito potrebbero dividersi in due parti. Quello che ha deciso Karadzic è sbagliato, va verificato dal Parlamento e noi proponiamo che voi non lo accettiate per il bene del popolo, dell'esercito e del suo morale combattente, per il successo della lotta di liberazione, la pace e lo Stato serbo- bosniaco». |Agi-Ap] Il leader degli ultra liquida così la ribellione al suo ordine di lasciare il comando delle truppe: «E' un uomo molto emotivo, ma alla fine ubbidirà» «Sono entrato in guerra come soldato e voglio uscirne come tale. Non accetto il posto di gabinetto come consigliere speciale. Non mi interessa fare politica» RADOVAN KARADZIC RATKO MLADIC
Luoghi citati: Bosnia
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