lavoro al Sud niente ripresa
La Cisl: più posti ad aprile, ma cresce lo squilibrio tra Nord e Mezzogiorno La Cisl: più posti ad aprile, ma cresce lo squilibrio tra Nord e Mezzogiorno lavoro, al Sud niente ripresa In 4 regioni la metà dei disoccupati d'Italia ROMA. Soldo chiama soldo, dice un proverbio, e lavoro chiama lavoro, dice uno studio della Cisl sui dati Istat degli ultimi due anni. In Italia l'occupazione diminuisce dove già ce n'era poca, mentre il recupero di posti avviene nelle zone già più favorite. Per dirla ancora più semplicemente: nel Centro-Nord si aprono nuove possibilità di impiego, per il Sud, invece, gli spazi si restringono ancora. E neanche gli ultimi dati Istat, quelli relativi ad aprile, servono a sollevare la situazione, nonostante segnalino una ripresa del mercato del lavoro: rispetto a gennaio ci sono infatti 313 mila occupati in più (61 mila in agricoltura, 78 mila nell'industria e 238 mila nelle attività terziarie non commerciali), ma il recupero di posti di lavoro è distribuito in modo non equilibrato tra il Nord, che ha 160 mila nuovi occupati, il Centro che ne ha 51 mila e il Sud, dove l'aumento è stato di 102 mila posti. Insomma, nonostante la tendenza sia migliorata, ad aprile nel Meridione mancavano ancora 126 mila posti per riportare i livelli occupazionali a quelli di un anno prima. Ma ci sono altre considerazioni da fare: innanzitutto che, malgrado il recupero di aprile rispetto a gennaio, il tasso nazionale di disoccupazione si riduce appena dal 12,21 all'I 1,95 per cento, questo a causa di un aumento delle persone in cerca di un lavoro (ossia che prima non avevano occupazione, né la cercavano). Poi, fanno notare alla Cisl, il recupero occupazionale è maggiore nel settore del lavoro autonomo rispetto a quello dell lavoro dipendente. «Inoltre - spiegano gli autori dello studio - la somma dei senza lavoro in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia ad aprile '93 rap¬ presentava il 44,74 per cento dell'intera disoccupazione nazionale. Due anni dopo la quota è salita al 47,88 per cento, quasi metà della disoccupazione italiana». E c'è il rovescio della medaglia: sempre nell'aprile '93 Veneto, Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna concentravano una quota di disoccupati pari al 24,19 per cento di quella nazionale ad aprile. Due anni dopo questa quota si è ridotta al 21,25 per cento. La conclusione della Cisl è che «una ripresa dello sviluppo fondata sulla moderazione salariale, sulla svalutazione della lira e conseguenti vantaggi nell'export non ha intaccato il problema della disoccupazione, concentrata in regioni che presentano contemporaneamente fenomeni di ritardo di sviluppo e declino industriale». Ma un altro punto è importante «il solo funzionamento del libero mercato - avverte la confederazione sindacale - accentua di solito gli squilibri tra aree forti e deboli, mettendo in discussione sia la coesione sia il dialogo sociale». Intanto il Governo da il via a nuovi interventi in favore dell'occupazione. Oggi è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge reiterato dal Consiglio dei Ministri di venerdì con disposizioni in materia di lavori socialmente utili: è previsto un incremento, per i soggetti sprovvisti di trattamento previdenziale, dell'importo del sussidio e del numero delle ore mensili della loro utilizzazione, nonché l'applicazione nei loro confronti della normativa in materia di indennità di mobilità. E' previsto anche da parte dei Comuni l'immediato utilizzo in lavori socialmente utili degli iscritti alle liste di mobilità. [v. cor.) Il ministro del Lavoro Tiziano Treu
Persone citate: Soldo, Tiziano Treu
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