«Svelerò il mistero di Romesse»

Egitto, parla l'archeologo che ha portato alla luce il leggendario mausoleo della Valle dei Re Egitto, parla l'archeologo che ha portato alla luce il leggendario mausoleo della Valle dei Re «Svelerò il mistero di Romesse» «Nella sua tomba il segreto dell'Esodo» LA' sotto potrebbe essere racchiusa la soluzione del mistero dell'Esodo». Là sotto è un piano invaso dalla sabbia antico di 3200 anni, dove giacciono con ogni probabilità 50 dei 52 figli di Ramesse II, compreso il suo primogenito, Amen-hir-khopshef, l'uomochiave del gialle biblico. Kem Weeks, l'archeologo del Midwesl americano che ha portato alla luce il più straordinario mausoleo della leggendaria Valle dei Re, non vede l'ora di esplorare le camere tombali che si estendono sotto le 67 stanze cerimoniali che ha appena scoperto. «Sono sicuro al 99 per cento che le troveremo», dice emozionato come uno studente alla prima missione. Alcuni gradini si fanno strada oltre un tappo di detriti e il soffitto digrada parallelo alla scala, come un irresistibile richiamo verso i segreti della XIX dinastia. Se il team del professore dell'American University del Cairo troverà la mummia di Amen-hir-khopshef e se le analisi sul Dna dimostreranno che morì ancora ragazzo (si sospetta che fosse appena ventenne), ucciso da una malattia improvvisa, allora si avrebbe finalmente una prima prova che le piaghe d'Egitto e la fuga degli israeliti non sono solo un'allegoria religiosa. Fantarcheologia? Non proprio. Sono molti gli studiosi a sospettare che sia Ramesse II lo spietato faraone descritto nell'Esodo, visto che alcune iscrizioni parlano di un popolo di nomadi - gli apiru mobilitato dalla burocrazia egizia per l'edificazione delle città di Pithom e di Pi-Ramesse. Le speculazioni filologiche sostengono che gli apiru altro non sarebbero che le tribù di Israele. L'autopsia contribuirà a squarciare il velo sui 66 anni di potere di Ramesse II, il faraone con il mal della pietra che fece toccare all'Egitto vertici di splendore mai raggiunti, prima che il regno scivolasse nella decadenza e nel caos con l'ascesa al trono del suo tredicesimo figlio, Merneptah. Ma non sarà facile violare lo scrigno di pietra che racchiude la discendenza del monarca. Basta superare la ferita nella roccia che serve da ingresso al mausoleo, a 700 metri dal sepolcro di Tutankhamon, per restare preda di una trappola di calore e polvere che assottiglia l'aria, rende il respiro affannoso e inzuppa i vestiti di sudore. Anche adesso, sei mesi dopo la scoperta, resta difficile muoversi tra i quattro corridoi che tagliano gli spazi della tomba in un'immensa «t» sotterranea. «A Ramesse II bastarono appena un paio d'anni per costruirla. A noi ce ne vorranno una decina per riportarla tutta alla luce», spiega Weeks a «Usa Today». «La prima volta che ci entrai rimasi letteralmente a bocca aperta. "Non posso crederci", continuavo a ripetermi. Adesso, so che resteremo qui a lavorare per il resto della vita». Dicono a Hollywood che Steven Spielberg, sempre a caccia di trame miliardarie, si stia interessando alle vicende della megacripta, forse per trarne un nuovo seguito alle avventure di Indiana Jones, mentre il presidente Hosni Mubarak, esaltato dalla scoperta, ha fatto una visita-lampo in anteprima e in queste settimane le agenzie di viaggio di tutto il mondo sono tempestate dalle richieste di turisti che vorrebbero precipitarsi a Luxor, svuotatasi per l'offensiva integralista, scattare una foto ricordo fianco a fianco con Weeks e portarsi a casa un video girato tra le pareti della tomba che di colpo è diventata più famosa delle piramidi e della sfinge. «Per il momento non è possibile. I visitatori dovranno aspettare ancora qualche anno», spiega a «La Stampa» il sovrintendente alle antichità del Cairo Abdel Halim Nureddin. «Adesso bisogna calarsi al secondo livello e trovare i sarcofagi e le mummie, ma è una scommessa. Sappiamo da un papiro conservato al Museo Egizio di Torino che il mausoleo fu violato dai profanatori intorno al 1150 a. C, e quella non fu certo l'unica volta». Con candore, Weeks ammette che non ce la fa ad aspettare che gli scavi del piano superiore siano completati per metter¬ si sulle tracce di Amen-hirkhopshef e scoprire se fu tra i primogeniti fulminati da Jahvé durante la Pasqua ebraica. «Quel luogo là sotto» è diventato la sua ossessione. «Se fossi un bravo businessman, dovrei bloccare le ricerche delle camere sepolcrali e riservarle all'ultima fase delle nostre esplorazioni», spiega, ben sapendo che i finanziamenti - un quarto di milione di dollari l'anno - arriveranno senza problemi fino a quando le attese sul giallo della cripta rimarranno spasmodiche, come in questo momento. Ma la voglia di vedere «là sotto» è troppo forte. «Può darsi che non restino mummie intatte, ma basterebbero i frammenti per permetterci di eseguire i test e stabilire come vissero e come morirono i maschi del faraone», si entusiasma l'archeologo americano, ricordando che Ramesse II sopravvisse a quasi tutti i figli e alle mogli, spegnendosi vecchissimo, novantaduenne, nel 1213 a. C. «Mi sono chiesto il significato di quest'ansia. E devo riconoscere che non ho una risposta vera e propria. Potrei addentrarmi in una spiegazione accademica, ma la verità è che ciò che stiamo vivendo è un'esperienza assolutamente magica». Oltre alla magia, lo aspettano scene di caos. Graniti a pezzi, alabastri frantumati, sarcofagi sbrecciati, mummie lacerate, statue semidistrutte, recipienti rotti dalla furia dei predoni in cerca di tesori. Lungo i corridoi Weeks ha trovato i resti dilaniati di alcuni cadaveri, a riprova che i ladri dell'antichità li trasferirono al piano superiore per spogliarli di gioielli e amuleti. «Secondo le iscrizioni che abbiamo già individuato, dovremmo trovare ciò che resta dei figli numero uno, due, sette e quindici, dei quali sappiamo pochissimo», sottolinea Nureddin. Di altri si ignora tutto, anche il nome. «Di certo, abbiamo di fronte la tomba collettiva più grande dell'Egitto», osserva Weeks. «Ramesse II era un megalomane e anche un padre affettuoso». E se era così affettuoso, si dev'essere occupato con uguale dedizione delle 50 figlie. «Dovrebbero essere sepolte altrove, nella Valle delle Regine», dice Nureddin. Forse in un mausoleo altrettanto grandioso, ancora da scoprire. Sarà il prossimo colpo del professor Weeks? Gabriele Beccaria «Sarà difficile entrare nel sepolcro che risale a 3200 anni fa ma quando ce la faremo troveremo le prove della fuga degli israeliti» Gli scavi sono arrivati all'ingresso del livello in cui si troverebbero i resti di 50 dei 52 figli del faraone rilutasi 'SwSm ...JJÌ&* 5. Ogni stanza che si affaccia sul corridoio ha una superficie di circa 3.5 metri quadrati. Erano usate per ospitare offerte agli dei o oggetti ai cui i defomt avrebbero avuto bisogno^dell'aldilà. In una sono state trovater^ossa animali, in un'altra resti di gioièlli, in un'altra ossa di uccello. Le stanze sono completamente ostruite dai detriti accumali nel corro dei secoli. 4. In questo punto sono state scoperte sale sotterranee, non ancora scavate. Weeks ritiene che ve ne siano altre al fondo della tomba. 6. Bassorilievi e dipinti ornano il corridoio dall'ingresso alla fine delia tomba. 7. Una statua del dio Osiride si trova alla fine del lungo corridoio. Il volto della statua è caduto e si suppone si trovi sepolto nella sabbia sottostante. quasi completamente libera da detriti. mmenti di bassorilievi e geroglifici, ri ancora visibili. sinistra, uno degli artisti che dipinsero ppe un vaso contenente i colori, ra visibili sul pavimento. o sono stati ritrovati. 3. Nel 1825 l'archeologo inglese James Burton arrivò fino a questo punto della tomba. Scrisse il suo nome con il neorfumo di una candela sulla parete, ma non proseguì gli scavi. La scritta è ancora visibile. ENTRATA 2. La tomba in questo punto ricorda una vecchia miniera. Solo un piccolo sentiero è stato scavato attraverso la sala che era sorretta da 16pilastri. I pilastri al centro del corridoio sono crollati, probabilmente a causa di un abbassamento del pavimento. Questo fa pensare all'archeologo Kent Weeks che vi sia un secondo livello di sale sotterranee.

Luoghi citati: Egitto, Hollywood, Indiana, Israele, Torino