Prodi chiede un «patto» ai sindacati

L'ex ministro Fisichella lancia la proposta di un governo a tre: Forza Italia, An e pds L'ex ministro Fisichella lancia la proposta di un governo a tre: Forza Italia, An e pds Prodi chiede un «patto» ai sindacati «Per vincere V inflazione» ROMA. Promosso, ma potrebbe impegnarsi di più. Il profesore fa la pagella al governo Dini: parla bene del lavoro sul fronte del bilancio pubblico, ma non si accontenta. Serve ancora qualcosa: «Un segnale di durata», ad esempio, e un «forte messaggio di lotta all'inflazione». Romano Prodi parla con il Mondo, e al settimanale confida i punti della sua strategia economica: dalla semplificazione delle aliquote fiscali a un nuovo patto sociale con il sindacato. Da uno «sforzo straordinario» per il Sud a un piano per l'acqua. Dagli investimenti nei cablaggi all'istruzione. Il leader dell'Ulivo esclude che si possa ritornare all'emigrazione per risolvere il problema della disoccupazione. «Piuttosto - afferma - bisogna portare le attività economiche nel Mezzogiorno. Anche se adesso la situazione si è fatta più difficile, perché con la fine della fiscalizzazione degli oneri sociali il costo del lavoro al Sud sta crescendo più che al Nord: perciò occorrono elementi di flessibilità del mercato del lavoro». Prodi ha comunque escluso il ritorno alle gabbie salariali. L'ex presidente dell'Iri ha inoltre ribadito la necessità di evitare tagli indiscriminati alla spesa sanitaria. «L'idea di mettere sempre il sistema sanitario come il candidato numero uno all'aggiustamento del bilancio ha detto Prodi - è esagerata». Per mettere sotto controllo l'inflazione, la ricetta del Professore prevede una politica che porti al rafforzamento della lira «con l'impostazione di un rapporto serio e franco con i sindacati. La buona congiuntura spiega - ha fatto crescere i salari reali molto più dei salari nominali. Il momento sarebbe quindi propizio per fare appello al senso di responsabilità dei sindacati e stipulare un nuovo patto». In questo modo il cambio si raffor¬ zerebbe e, secondo Prodi, si potrebbero raggiungere risultati di controllo dell'inflazione «prima che scoppino problemi salariali». Sotto l'Ulivo, intanto, continuano le tensioni. Nonostante le frenate del ppi, Carlo Ripa di Meana, leader dei Verdi, insiste nell'agitare i cespugli contro la Quercia: «Sono indignato per le tendenze padronali di D'Alema. Quelle frasi sui generali senza truppe da sopportare - dice in un'intervista a Epoca - confermano che lui resta nel solco delle più antiche tradizioni comuniste. La base del pds non voterebbe mai mia moglie perché non porta Ir mutande? Non si scaldino tanto: è Marina che non accetterebbe mai di essere eletta con i voti del pds. Nemmeno io farei dipendere la mia elezione da un solo voto carpito alla benevolenza dei pidiessini». Quanto a Prodi - dice Ripa di Meana - «ci dividono i giudizi sulla Bosnia, sulle elezioni subi¬ to, sul futuro del governo Dini: aspettiamo il suo programma ambientalista. Sotto l'Ulivo - aggiunge siamo in 14. In realtà, se mettessimo una soglia dell'I per cento, più della metà sparirebbero; contarsi è un promemoria utile. Noi le truppe le abbiamo: un milione e centomila elettori». Sull'altro fronte, Domenico Fisichella ha formulato due ipotesi per il dopo-Dini. Due formulo Il leader dell'Ulivo Romano Prodi che potrebbero vedere entrambe una riconferma di Lamberto Dini a Palazzo Chigi. «La prima scrive Fisichella - si baserebbe su una maggioranza parlamentare sostanzialmente analoga a quella che fin qui ha costituito il supporto del governo tecnico». La seconda presenta invece una soluzione del tutto inedita: «Un salto di qualità nei rapporti politici quali si sono articolati nella vicenda della prima repubblica, una vasta coalizione ove le tre principali formazioni politiche della nazione {Forza Italia, pds, alleanza nazionale) si assumono la responsabilità di dare una guida al Paese». [r. i.l

Luoghi citati: Meana, Roma