Un'aquila che detta legge di Cristiano Chiavegato

La storia di Fabiana Luperini, che sta dominando il Tour La storia di Fabiana Luperini, che sta dominando il Tour Un'aquila che detta legge Regina sui monti efuturo avvocato Gli organizzatori della Podium International hanno sbagliato tutto. Per lanciare la loro manifestazione - il Tour de France femminile - hanno puntato sul sesso. Sfilata sexy alla conferenza stampa di presentazione, un cartoncino d'invito con generoso décolleté di Leontien Van Moorsel, diva prosperosa. Poi, serata d'onore al Crazy Horse, fra seni e glutei per la gioia degli sponsor. Non sapeva, la gente della Podium, che sarebbe bastato puntare su Fabiana Luperini, ventunenne toscana, per avere grandi spazi sulle cronache per tivù e sui giornali. La Luperini è anche carina, ma fa parlare di sé soprattutto per le sue imprese sportive: sta infatti dominando la gara ciclistica in un modo tale che si è già presa due sopprannomi illustri. La chiamano Charlie Gaul in gonnella, oppure Pantanina. Certi tipi di paragoni non ammettono dubbi. Si tratta di grandi scalatori. E Fabiana è un grimpeur, o meglio una grimpeuse di gran classe. Piccola e magra, un metro e 54 per una quarantina di chili, vola in montagna come un'aquila. In due tappe di salite durissime, quelle vere, ha rifilato distacchi che solo Indurain, a cronometro, riesce a dare agli uomini. Basti pensare che Jeannie Longo, francese, la superstar della bici con le gonne - dopo il semiritiro di Maria Canins (due maghe gialle, assieme a Hinault e Lemond nel 1985 e '86) - è seconda a oltre otto minuti. Tutto fa pensare che la Luperini, già vincitrice del Giro d'Italia, sia avviata a una clamorosa doppietta, riuscita soltanto a qualcuno dei grandi fuoriclasse uomini. Lei è prudente: «Attenzione - dice - l'arrivo è per il 13 agosto, può succedere ancora di tutto». Ma intanto, non appena la strada sale un po', scatta e lascia tutte le avversarie alle spalle. Nata a Cascine di Buti, su una collina a 18 chilometri da Pisa, la Pantanina (bel nome, potrebbe anche essere quello di una pittrice del Rinascimento...) ha cominciato a pedalare a sette anni. Sulla sella l'ha messa il papà, Giovanni, commerciante di carne in quel di Fucecchio, cicloamatore, gran tifoso di Bartali, Nencini, Chioccioli e Cipollini. E, poiché da quelle parti le salite non mancano, lei ha cominciato presto ad abituarsi alla fatica. A 11 già correva e vinceva i Giochi della Gioventù. Poi non ha mai smesso di arrivare prima, inanellando una serie di trionfi (ha già superato quota duecento): campionati nazionali in tutte le categorie, piazzamenti ovunque, anche in un Giro della Grecia. Fabiana, professionista dal '92, ha conquistato il terzo posto nella cronosquadre ai Mondiali di Oslo '93, quindi se la cava anche contro l'orologio: il suo unico punto debole, forse, sono le discese, solo a causa del peso ridotto. Gareggia per la Sanson di Forlì, diretta dall'ex corridore Marino Amadori, che stravede per lei e non teme di farla allenare con i ragazzi. Bartoli, Scinto, Calzolari sono sovente i suoi compagni di training, ma se c'è una salita sovente la perdono di vista. Nel senso che la giovinetta li lascia surplace. La Luperini, tuttavia, non è soltanto una ragazza casa e bicicletta. Pur impegnandosi a fondo nello sport, non tralascia la scuola. Prima la maturità al liceo scientifico di Pontedera, ora l'università, facoltà di Giurisprudenza a Pisa. Ha già dato cinque esami, nell'ultimo prima del Giro, quel mattone di Diritto pubblico, ha preso trenta. «Quando corro - racconta Fabiana - mi porto i libri per studiare la sera, serve anche a dimenticare la fatica e a scaricare la tensione». Beata lei. La famiglia Luperini è uno di quei nuclei da invidiare. Oltre a Fabiana, mamma Franca ha avuto altre due fighe. La prima, Sabrina, si è già laureata in Legge (proprio mentre la sorella vinceva il Giro d'Italia), Serena invece lavora. Su tutti impera la figura di nonna Elide, prima tifosa di Fabiana. Sabrina conserva tutti gli articoli che parlano della sorella. E non ha quasi più spazio per archiviarli, tanti ne hanno fatti. A Cascine di Buti, dove esiste il «Fabiana Fan Club», ovviamente, tutto il paese impazzisce per la campionessa. I due bar locali si sono dotati apposta di antenna parabolica perseguire sul video le imprese della «piccolina». Papà e mamma però sono al Tour. Salgono sul podio a turno quando Fabiana indossa la maglia gialla. Ieri è successo ancora. La tappa più lunga (140 chilometri, arrivo a Marsiglia), è stata vinta dalla francese Marsal, che ha preceduto di l'40" il gruppo. Dove c'era la Luperini, nascosta nella carovana rosa. Oggi riposo. Domani c'è il Tourmalet, la montagna che invita a imprese leggendarie. E proprio lassù Fabiana potrebbe sferrare il colpo decisivo alle rivali. Cristiano Chiavegato Fabiana Luperini in azione: ha 21 anni, ha già vinto il Giro d'Italia