D'Ureo 800 metri di furore
D'Ureo, 800 metri di furore D'Ureo, 800 metri di furore «Mi ignorano, perciò mi sento forte» PERSONAGGIO L'AZZURRO CI RIPROVA GOTEBORG DAL NOSTRO INVIATO Due anni fa ottenne la più insperata e sorprendente delle medaglie, l'argento sugli 800: Giuseppe D'Ureo coronò proprio ai Mondiali una stagione in crescendo, facendo dimenticare con il suo risultato l'amarezza per l'infortunio toccato in batteria a Benvenuti, l'uomo su cui si puntava. Durò poco più di 300 metri la gara di Andrea, mentre quella di Giuseppe proseguiva, sempre più esaltante. Due anni sono passati e Benvenuti, il campione d'Europa in carica, se ne sta a casa a guardare malinconicamente le gare alla televisione, mentre Giuseppe è qui a Goteborg a cercare di inventare un altro grande risultato. Le premesse non sono esaltanti: dopo aver accettato di trasformare la vocazione di ottocentista in quella di miler con risultati finora poco confortanti, D'Urso è tornato alla distanza più amata, almeno per questi Mondiali. Il tutto alternando momenti di fiducia ad altri di scoramento, come quando a Nizza - ai primi di luglio - di- chiaro che la sua stagione era da considerarsi conclusa, che a Goteborg non ci sarebbe venuto. E invece... «E invece in quel momento - spiega il catanese mi pareva di aver toccato il fondo, ma poi ripensandoci sono arrivato alla conclusione che era una decisione affrettata. A convincermi sono stati gli allenamenti, prima a Predazzo poi a Nicolosi. E allora eccomi qui con due consapevolezze: la prima è che rimetto in gioco la medaglia vinta due anni fa a Stoccarda; la seconda che ho ben poco da perdere. Mi spiego: mi presento al via degli 800 accreditato di un tempo, 1 '46" 18, che non è granché. Anzi. Nessuno mi terrà in considerazione come agli Europei di Helsinki quando venivo guardato come il vice campione del mondo, con un primato stagionale di l'44"20. E allora penso di poter giocare le mie carte con serenità». Quali carte? Nella spedizione azzurra gli atleti da medaglia (De Benedictis, Sidoti, May, Lambnischi ni) non sono tanti e non si ha neppure certezze che riescano a salire sul podio. D'Urso fa parte del gruppo che può aspirare alla finale, magari anche a un piazzamento di prestigio. «Tutto sommato - racconta la situazione non è poi così diversa da due anni fa, prima della gara. Come allora si tratta di ragionare alla giornata, di non mollare mai. A far calcoli per cercare di risparmiare energie pensando al turno successivo si rischia di fare ben poca strada. Basta pensare alle batterie: sono sette e di ciascuna passano i primi due, più i due migliori tempi complessivi. Quindi si tratta di stare lì, pronto a rispondere a ogni tentativo altrui. Ho voglia di riscattare questa stagione, finora avara di soddisfazioni. I 1500? No, non sono stati una scelta frettolosa, anche se poi in pista non ho ottenuto quello che speravo. La gara di Coppa Europa indubbiamente ha lasciato dei segni, perché se uno cerca di far bene il proprio lavoro ma poi i risultati non arrivano, allora dal punto di vista psicologico viene meno la sicurezza. Il discoreo dei 1500 non è comunque chiuso, però fino a quando riesco a far bene sugli 800...». Da oggi, la verifica. «Di Stoccarda ricordo bene la mia freddezza in gara - conclude il siciliano - e spero di ritrovarla anche qui. Favoritissimo è Kipketer, il keniano con passaporto danese, poi c'è il marocchino Haida e via via tutti gli altri. Anche D'Urso, che ha tanta rabbia agonistica da sfogare», [g. bar.] Due anni fa ottenne l'argento a sorpresa «Correrò con l'istinto ho poco da perdere» Il keniano Wilson Kipketer (fianco) è il grande favorito per la vittoria sugli 800 metri, la gara che vedrà impegnato anche il nostro D'Urso
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