Fango sul giudice di JFK

Fango sul giudice di JFK Fango sul giudice di JFK Nascose carte che scagionavano un imputato IL COMPLOTTO INVENTATO WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sullo schermo, con la faccia di Kevin Costner e un film costruito attorno a lui da Oliver Storie, Jim Garrison è forse apparso a qualcuno come l'implacabile e giusto magistrato che aveva intuito la verità sull'assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Moltissimi americani sapevano già, invece, che Garrison è stato poco più che un cialtrone e quelli che non se lo ricordavano o non lo sapevano l'hanno appreso dai numerosi articoli usciti sul film o due anni fa, quando il discusso giudice mori. Ma da ieri sono state rese pubbliche anche le prove della cattiva fede di Garrison, che arrivò a nascondere carte che scagionavano il principale imputato del processo da lui montato. Che quel processo sia stato «una frode» lo ha ripetuto più volte, tra gli altri, George Lardner, il più importante cronista giudizia- rio del «Washington Post». Questo fu anche il giudizio cui pervenne la giuria al processo montato da Garrison contro un certo Clay Shaw, da lui indicato come l'anello della congiura. Ma Garrison non riuscì a provare alcuna congiura e, per quello che riguarda Shaw, la giuria lo dichiarò completamente estraneo ai fatti in soli 45 minuti. D'altra parte, come testimone contro Shaw, Garrison citò anche una persona che era morta da tempo quando successero i fatti in cui l'erratico giudice cercava di coinvolgerla. La giuria non aveva scelta. Adesso è però saltato fuori che Garri¬ son stesso possedeva i documenti in grado di scagionare il suo principale imputato. Ma, ovviamente, li tenne nascosti per non pregiudicare la sua inchiesta. La rivelazione è stata fatta da uno storico piuttosto stimato, Gerald Posner, nel corso di un'intervista che sarà pubblicata sull'inserto domenicale del «New York Times». Posner ha dichiarato di aver personalmente visto documenti in grado di dimostrare che Garrison nascose delle prove. Si trattava proprio di elementi in grado di dimostrare la completa innocenza di Shaw. Ma, nella migliore delle ipotesi, il giudice era così convinto di avere ragione da ritenere perfettamente giustificabile nascondere quei documenti. Posner è l'autore di «Caso chiuso», l'ultima grande ricostruzione dell'assassinio Kennedy, un libro che, se non è piaciuto ai complottomani, è stato considerato effettivamente conclusivo da storici e esperti del problema. La tesi di Posner e che, checché se ne dica, non esistono prove per sostenere che Lee Oswald non abbia sparato da solo e che la criticata commissione Warren svolse in realtà un lavoro onesto. L'inchiesta di Garrison andava ovviamente dalla parte opposta, presupponendo che Kennedy fosse stato giustiziato da una pattuglia di assassini manovrati ai più diversi livelli, dalla Cia, dal Pentagono, dalla mafia, da Cuba, dal Kgb e da Lyndon Johnson. Tutti i reprobi del mondo uniti. Sta di fatto che il processo abborracciato messo in piedi da Garrison fu l'unico mai tenuto sul caso Kennedy. Garrison, dopo la sconfitta e prima di essere riportato alla luce dal film, precipitò nell'oscurità e poi in prigione, condannato per un «racket» sugli incassi dei bigliardini da lui stesso organizzato. Paolo Passarmi Una scena del film «JFK» e Kevin Costner che interpretava Garrison

Luoghi citati: Cuba, Washington