Mururoa Parigi gioca d'anticipo

«Australia ipocrita, vuole venderci uranio». Salpa la flotta di Greenpeace «Australia ipocrita, vuole venderci uranio». Salpa la flotta di Greenpeace Mururoa, Parigi gioca d'anticipo «La prossima settimana il primo test» PARIGI. «Cominceranno la settimana prossima, avranno appena la decenza di aspettare il cinquantenario di Hiroshima»: il ministro degli Esteri australiano Gareth Evans non ha dubbi, la Francia non solo non intende rinunciare ai suoi otto test nucleari nell'atollo di Mururoa, ma non vede l'ora di cominciare. Il debutto, inizialmente previsto per il mese di settembre, potrebbe dunque essere anticipato di qualche settimana. Parigi per il momento tace sulle date e preferisce concentrarsi sulle misure di «contro-boicottaggio». Se l'Australia bandisce lo Champagne la Francia può benissimo fare a meno del carbone, prima voce nelle importazioni da Canberra. Per non parlare poi dell'uranio. L'Australia fornisce alla Francia il 3 per cento dell'uranio utilizzato per confezionare le bombe che esploderanno a Mururoa. Il governo francese, naturalmente, non si è lasciato sfuggire l'occasione di dare una lezione di «real-politik» ai colleghi d'Oltreoceano. «Viste le critiche australiane nel settore del nucleare - ha detto ieri il ministro dell'Industria Yves Galland - la Francia è disposta a rinunciare ai suoi acquisti di uranio in Australia, se il governo di questo Paese ce lo chiederà». Stilettata finale: «Gli australiani sono forse sorpresi che la loro estrema sensibilità sulle questioni nucleari non li spinga a cogliere questa ghiotta occasione. In politica, a volte si impone un certo realismo e constato che i nostri amici australiani stanno dando prova di questo realismo, al di là di ogni aspettativa». Il ministro del Commercio australiano, Bob McMullan, si era detto scettico sulla reale intenzione di Parigi di mettere in pra¬ tica le minacce di rappresaglia economica. Anzi, ha notato, se la Francia reagisce così vuol dire che ritiene Canberra in grado di guidare la grande protesta internazionale. Poi ha messo in guardia il ministro, se Parigi tornasse indietro su contratti già firmati a noi spetterebbero le penali previste dalle regole del commercio intemazionale. «Ecco - gli ha subito risposto il ministro dell'Industria francese - appena abbiamo parlato di uranio, gli austra- liani hanno frenato». In Francia, dove secondo un sondaggio il 56 per cento dei cittadini è contrario alla decisione del presidente Chirac, serpeggia il malumore. A Colmar si è aperta la 48a Fiera regionale dei vini, ma senza la solita allegria: aleggiava il fantasma del boicottaggio. «Non vogliamo giudicare in alcun modo la decisione che il presidente della Repubblica ha ritenuto necessario adottare - ha spiegato il leader dei produttori, Frangois Ringenbach - però auspichiamo che i poteri pubblici ci sostengano se questa decisione avrà conseguenze nefaste per la viticoltura francese». Qualche sindacato locale si è spinto più in là, giudicando «dannosi» i test. Ma la pioggia di critiche all'estero diventa torrenziale. Il Parlamento giapponese, che non si è lasciato sfuggire l'occasione di dare una stoccata ai cinesi, ha adottato un documento in cui si clùede a Parigi e Pechino di smetterla con i test nucleari. «Ricordate - ha ammonito l'assemblea nipponica - che noi siamo stati i soli a sperimentare l'esplosione di una bomba atomica». E sotto l'ambasciata francese a Tokyo si sono svolte due manifestazioni di protesta e in una è stata data alle fiamme una bandiera tricolore bianca, rossa e blu. Charles Millon, ministro della Difesa francese, ha spiegato il suo punto di vista sulle pagine di Le Monde, prendendosela con coloro che «trasformano la causa della pace in una certa ideologia della pace». Sono in movimento anche le grandi organizzazioni mondiali come il Wwf, Fondo per la natura e Medici senza frontiere: i primi hanno definito «scandalosa» la decisione di Chirac e lo hanno invitato a rinunciare, i secondi «sono allarmati per l'assoluta mancanza di preoccupazione dimostrata dai francesi per gli effetti sanitari dei test sulla popolazione». In un rapporto pubblicato ieri, l'organizzazione afferma che in tront'anni di esperimenti nucleari, i francesi si sono ben guardati dal mettere a punto un sistema di controllo dei rischi e dallo stilare un registro completo dei casi di tumore. Per non essere colti alla sprovvista e per cavalcare l'onda della protesta mondiale, i «guerrieri» di Greenpeace hanno annunciato che la loro «flotta della pace» salperà domani da Auckland, proprio nel cinquantenario dell'atomica su Hiroshima. Alla cerimonia di partenza prenderà la parola Jim Rolger, primo ministro neozelandese. Poi, la flotta di 15 imbarcazioni partirà per l'atollo di Mururoa. 1 francesi sono avvertiti. Tullio Giannotti

Persone citate: Charles Millon, Chirac, Gareth Evans, Tullio Giannotti, Yves Galland