«Turisti tornate a casa»

«Turisti, tornate a casa» «Turisti, tornate a casa» le ambasciate preparano la fuga neTbaìlcani TURISTI, tornate a casa. Questo il senso dell'appello che quasi tutti i ministeri degli Esteri europei hanno diramato in serata ai loro connazionali che stanno trascorrendo le vacanze in Croazia. La mobilitazione militare e i timori di uno scontro aperto con i ribelli serbi della Krajina causano preoccupazioni sempre più tangibili, tanto da spingere i governi ad approntare piani di rimpatrio per i molti turisti che, in queste settimane d'agosto, si sono addensati sulla costa e sulle isolette dalmate, dalla Slovenia a Spalato, fino a Dubrovnik. Non è ancora un allarme, ma poco ci manca. «In relazione alla critica situazione nella regione delle Krajine e alla continuazione dei combattimenti in Bosnia-Erzegovina - scrive infatti in un comunicato la Farnesina il ministero degli Esteri attira l'attenzione dei cittadini italia¬ ni sui rischi che può comportare il compiere viaggi in territorio croato, e ciò non solo nelle regioni di confine con la Bosnia, e in particolare a Bihac, ma anche nei centri del retroterra dalmata, nelle aree di Zara e Ragusa (Dubrovnik), nonché nella regione della Slavonia orientale». La Farnesina aggiunge che «in ogni caso, la rappresentanza diplomatica a Zagabria e gli uffici consolari di Spalato e Fiume sono a disposizione per fornire ogni utile informazione e assistenza». Gli italiani in zona sono 25 mila, spiega il ministero degli Esteri, «ma quasi tutti croati di origine italiana là residenti. Non abbiamo dati certi sul numero di turisti». Ed è proprio della sorte di chi, nonostante tutto, non ha rinunciato a una vacanza in Dalmazia, che ci si preoccupa in tutta Europa. Il viceconsole austriaco a Zagabria, Michael Kratzer, ha confermato che la sua ambasciata si tiene in contatto con le ambasciate degli altri Paesi dell'Unione Europea, insieme alle quali sono stati designati i luoghi di raccolta di eventuali turisti da trarre in salvo, in città sull'Adriatico quali Spalato e Ragusa. A Bonn, il ministro degli Esteri tedesco Klaus Kinkel ha invitato i propri diplomatici in Croazia a rimandare in patria i loro familiari. Già l'altro giorno aveva raccomandato ai cittadini tedeschi di lasciare la zona il più rapidamente possibile. Anche il governo austriaco sconsiglia ai propri cittadini vacanze in Croazia: «La zona dell'Istria al momento non è direttamente minacciata, ma i turisti che vi si recassero, una volta lì, potrebbero restare bloccati, ha avvertito il governo». Si calcola che siano circa 15 mila gli austriaci in vacanza in Croazia, prevalentemente nelle zone co¬ stiere. Infine il governo britannico ha ammonito i suoi turisti sul rischio di chiusura da un momento all'altro dell'aeroporto di Ragusa, che nella guerra del 1991 fu duramente cannoneggiato. Non solo: la mobilitazione militare in Croazia ha indotto le compagnie di bandiera di Germania, Svizzera, Svezia e Austria a sospendere i voli «fino a nuovo ordine» da e per Zagabria e altri Paesi europei. «Non può essere garantita la sicurezza dei voli per Zagabria» ha detto Gerd Leidinger, portavoce della tedesca Lufthansa. «La decisione è stata presa per precauzione». Per i passeggeri diretti a Zagabria la Lufthansa organizza voli per Lubiana. Dalla capitale slovena il viaggio prosegue in pullman. «Non possiamo garantire la sicurezza dei viaggiatori»: stessa motivazione dalla Swissair, che ha annullato l'unico collegamento giornaliero da Zurigo, e dall'Austrian Airlines per il volo da Vienna. «La situazione è diventata troppo pericolosa», ha detto la portavoce della compagnia austriaca Helga Tomastik, precisando che la sospensione sarà mantenuta al¬ meno fino al prossimo lunedì, poi si vedrà l'esito dei colloqui a Ginevra tra la delegazione di Zagabria e quella di Knin. Infine ha annunciato l'annullamento del volo del sabato da Copenaghen a Zagabria la compagnia aerea dei Paesi scandinavi Sas. Il problema non si pone per l'Alitalia, perché non ha collegamenti con la città. [e. st.] li ministro degli Esteri tedesco Klaus Kinkel. un'immagine di turisti in Dalmazia e due profughi bosniaci Le compagnie aeree tagliano i voli per Zagabria: «Non si può garantire la sicurezza»

Persone citate: Gerd Leidinger, Helga Tomastik, Klaus Kinkel, Michael Kratzer