Un mito che riemerge

Un mito che riemerge Un mito che riemerge Dagli Orazi e Curiazi alla sfida di Barletta Non bisogna farsi ingannare dalle apparenze, cannoni, mitra, tank, tute mimetiche: quella tra i frammenti dell'ex Jugoslavia, come tutti i conflitti civili è una guerra primitiva, preistorica, dove tutto il millenario percorso per razionalizzare, ritualizzare, dare un minimo di regola anche al massacro, è stato spazzato via. I prigionieri diventano subito vittime designate, donne e bambini sono carne da macello come gli altri, è lecito saccheggiare, bruciare, distruggere tutto quello che appartiene al nemico. Non lo hanno capito generali e ammiragli, inviati Onu e mediatori con diverse bandiere che continuano a lanciare appelli al fair play e a stupirsi quando nessuno li raccoglie. Lo ha capito invece il bravo caporale Coull, uno di quei sottofficiali pratici e sgobboni che dai tempi dell'esercito romano a Montgomery passando per la Grande Armée tengono in piedi tutti gli eserciti del mondo, mettendo riparo tutti i giorni alle follie dei generali. L'idea, forse, è quella giusta. Finora quando i miliziani bloccavano i convogli Onu i caschi blu prendevano la via del ritorno o si accanivano in bizantine trattative. Del tutto inutili perché tanto tutti sapevano che non potevano sparare. E se invece si risolvesse tutto con un bello scontro individuale, un campione contro un altro, come ai tempi di Davide e Golia, degli Orazi e Curiazi, come nei western Doc, un pugilato rusticano con in palio il controllo del terreno di gioco? E' la soluzione migliore anche per l'Occidente che ama ormai le guerre mediatiche, asettiche come un wargame, e che inorridisce se vede dei morti (soprattutto con la propria divisa). In fondo lo stratagemma di sostituire un grande massacro collettivo con un bel duello individuale è stato escogitato proprio nelle società primitive perché gli uomini validi sono pochi e preziosi, e anche fl possibile vincitore non può permettersi di pagare troppo caro il successo. Eserciti e generali hanno dovuto lottare a lungo per cancellare questi eroi solitari che avrebbero reso inutili i segreti della strategia, trasformato i professionisti della guerra in spettatori. Così le Storie di Livio sono affollate di aspiranti eroi che, dopo aver accettato la sfida con un nemico, quando tornavano indietro trovavano invece di una medaglia la scure del boia. E la disfida di Barletta fu soltanto un contentino regalato ai poveri italiani: il risultato della guerra, quella vera, se lo giocarono francesi e spagnoli. Soldati e tank croati e serbi I due eserciti sono vicini allo scontro diretto (FOTO REUTER] Un gruppo di bersaglieri durante la simulazione di un attacco urbano. Nella fotina Incisa di Camerana

Persone citate: Golia, Incisa, Orazi

Luoghi citati: Barletta, Camerana, Jugoslavia