Prova generale per la task-force italiana
Prova generale per la task-force italiana Prova generale per la task-force italiana / tremila della «Garibaldi» pronti per la missioneJugoslavia SALERNO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Quando i bersaglieri del generale Angioni sbarcarono a Beirut furono molti i lazzi, specie dei giornalisti stranieri. Ma poi gli italiani si comportarono benissimo e ottennero il giusto rispetto. Da allora sono passati molti anni. Altri bersaglieri si preparano a un intervento in zona di guerra. Questa volta si parla di Bosnia. E a Persano ci sono appunto tremila soldati che si stanno addestrando a questo scopo da circa un anno. Come la televisione racconta tutti i giorni, però, lo scenario bosniaco non potrebbe essere peggiore. Ecco perché lo stato maggiore dell'esercito ha pensato per tempo a sgombrare il campo dal suo nemico più pericoloso: le mamme d'Italia. Se mai sarà deciso un intervento, nella ex Jugoslavia andranno solo i volontari. La brigata bersaglieri «Garibaldi» nasce appunto per questo sco¬ po: tremila volontari a ferma prolungata, addestrati di tutto punto alla guerra vera, serviti e riveriti da ottocento soldati di leva che fanno gli sguatteri e gli autisti. Pudicamente, il comandante della brigata, generale Aldo Di Pascale, preferisce parlare dei «tempi brevissimi per essere operativi». In verità, allo stato maggiore si pensa piuttosto ai vincoli familiari che incontrerebbe un intervento militare italiano in quel carnaio. Meglio risolvere il problema alla radice. Ecco dunque i tremila «guerrieri» che l'esercito italiano sta addestrando. Dopo le sanguinose polemiche dei giorni scorsi • quando politici e commentatori liquidavano l'esistenza stessa delle nostre forze armate - i generali hanno deciso di venire allo scoperto e hanno organizzato una mini-esercitazione a beneficio dei giornalisti. Assalti a ripetizione, manovre di carri armati, elicotteri e cannoni, convogli scortati da autoblin¬ do, combattimento in centri abitati: la brigata ha dato un brillante saggio delle sue capacità. Questi bersaglieri, insomma, si preparano a un intervento di quelli seri. «Non è vero che non siamo all'altezza. Noi siamo pronti. Restiamo in attesa di una decisione politica, a livello nazionale e internazionale», commenta compiaciuto il sottosegretario alla Difesa, Stefano Silvestri. E aggiunge il capo di stato maggiore dell'Esercito, generale Bonifazio Incisa di Carnerana: «Anche se siamo un esercito povero, è chiaro che per un contingente di tremila soldati abbiamo trovato i mezzi per l'addestramento e l'armamento migliore». I bersaglieri della «Garibaldi» sono pronti, dunque. L'esercitazione di ieri ha voluto significare proprio questo. A partire dal 28 agosto, poi, l'addestramento si intensificherà. Verranno aggregati ai bersaglieri reparti di paracadutisti, di elicotteristi e di carristi. Si formerà un «pacchetto» in grado di districarsi tra le montagne della Bosnia-Erzegovina. «Ma a questo proposito io non dico niente - sottolinea Incisa sennò sembra che i generali spingono in un senso o nell'altro. Diciamo così: noi, da buoni militari, ci prepariamo per ogni eventuale intervento che governo e Parlamento ci vorranno chiedere». Già, che cosa chiederanno i politici alle nostre forze armate? A giudicare dalle franche parole del sottosegretario Silvestri, qualcuno all'interno del governo sta scalpitando. «Gli sviluppi della situazione non consentono di escludere, in linea teorica, un coinvolgimento diverso e più incisivo delle nostre forze. Ma è tutto lo scenario geopolitico che sta cambiando. Ora che l'Austria, non ufficialmente certo, è diventata una provincia della Germania, noi e i tedeschi siamo diventati la prima linea. Andare a difenderci in Bosnia, significherebbe evitare che il conflitto debordi». E co¬ munque, se arrivasse invece la decisione di ritirare i Caschi blu, «anche gli italiani sarebbero chiamati a fare la loro parte. Ma al momento questa opzione non mi sembra di attualità». Francesco Grignerti
Persone citate: Aldo Di Pascale, Angioni, Bonifazio Incisa, Incisa, Persano, Stefano Silvestri
Luoghi citati: Austria, Beirut, Bosnia, Bosnia-erzegovina, Germania, Italia, Jugoslavia, Salerno
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