E il leghista insulta la Colli di F. Mar.

E il leghista insulta la Colli E il leghista insulta la Colli Montecitorio, fiera delle parolacce Ma dura poco e quando l'Umberto dice che «c'è il leone della Lega», il deputato di An Domenico Gramazio, detto erpinguino, lo apostrofa così: «Ma quale leone, er cojone della Lega! Coglione, coglione!». Gli scambi di finezze proseguono e dal suo banco di Forza Italia dice la sua anche Ombretta Colli, arrivata da pochi giorni alla Camera in sostituzione di Ghigo. Non l'avesse mai fatto! Dagli scranni della Lega si alza Giovanni Ombretta Colli e il deputato leghista Giovanni Ongaro Ongaro e urla: «Zitta, t...!». Finito l'intervento di Bossi, quasi tutti i deputati presenti in aula sfollano ed Ongaro e la Colli si incontrano nell'emiciclo. La signora Colli è imbestialita e decide di esprimere il suo sdegno con queste parole: «Se tu avessi i coglioni, te li strapperei con le mani e me li metterei in tasca!». Ongaro non se l'aspettava e dice la prima cosa che gli passa per la testa: «Chiedi, chiedi le referenze...». E la Colli: «E a chi lo chiedo, a qualche tua amichetta? Tu mi devi dare il tuo nome che io ti denuncio...». E Ongaro: «Ma va là...». E in Transatlantico le scenette pepate non sono ancora finite. Ilario Floresta, deputato di Forza Italia, affronta a muso duro il verde Gianni Mattioli: «Onorevole, lei a me quei gesti non li fa!». E mima il gesto, unendo più volte le punte delle dita. «Ma quello è il segno della paura», obietta Mattioli. E Fioresta: «No, no, quello è il segno dello sfintere». E Mattioli: «Sarà il caldo...». Finita? Macché. Francesco Storace incrocia il suo ex compagno di partito Della Rosa e gli dice: «Senti, capisco che detto da me può sembrare paradossale, ma con quella battuta a Berlusconi sei stato proprio volgare!». E detto da Storace... [f. mar.]