Duello tra lord Silvio e conte Max di Gianni Vattimo

Duello tra lord Silvio e conte Max Duello tra lord Silvio e conte Max E il Cavaliere si affida anche a un amuleto suoi amici della Lega. Tocca a D'Alema. Berlusconi lo ascolta a mani incrociate, finché non le allargherà in quella memorabile toccata. Sulle riforme D'Alema resta sorprendentemente vago e poco professorale: il meglio di sé lo dà nelle battute. I temi sono quelli classici: antitrust, amicizie con Craxi, incapacità politica. «Il successo di Dini dimostra che il problema di questo Paese non è il volante, come dice lei. Il problema era il pilota». Fino all'ultimo sogghigno scanzonato: «Guardi che stiamo per andare al mare, non alle elezioni!». «Beato lei che ci va, io ho un sacco di cose da fare», risponde Berlusconi, come già ad Occhetto in un famoso e decisivo dibattito tv. E qui la jettatura cambia partito. Stavolta è Tatarella ad esercitarsi nella nobile arte: «Attento D'Alema, "tutti al mare" lo disse LA GRANDE RIFORMA verso «l'avversario», ha fatto le mosse di annichilirlo, coniugando insieme i vantaggi del presidenzialismo con i limiti del marxismo: ideologia della quale, va da sé, ad onta delle abiure riconosciute valide fino a qualche settimana fa, il segretario del pds, secondo il Cavaliere, sarebbe tuttora pregno. E D'Alema? Col sorriso sotto i baffi e un'ironia congeniale, volta a sdrammatizzare la seriosità dell'intervento berlusconiano, ha reagito soltanto con un discorsetto, brioso, infarcito di lazzi, battute e barzellette, e con una carica canzonatoria dell'interlocutore spinta all'imitazione dell'arcinoto «mi consenta!» e accompagnata da un invito ad andare al mare. Tutto ciò, evidentemente ma forse contrariamente alle PENN NELLA pra, a percussione. 2. Buttigliene e Casini siedono affiancati quasi se edu e ecd, Rocco & Pier, fossero già una cosa sola, osservati di sbieco dal versaciano inconsapevole Clemente Mastella, unico scravattato del Polo delle libertà e del doppiopetto. 3. Rosi Bindi borbotta durante il Silvio-show, poi si gira estatica verso D'Alema, si appoggia addirittura a un gomito per rimirarlo meglio, e non gli stacca gli occhi di dosso fino alla parola fine. 4. Veltroni legge un articolo che parla di Veltroni. Dalle parole dell'avversario ci si difende coi giornali. Parte D'Alema e il edu Sanza sprofonda dentro un paginone sulla Juve. Avanza Berlusconi e la pidiessina Montecchi afferra l'Herald Tribune. Questi intellettuali di sinistra. strad^trac Massimo Gramellini ta alla solita differenza tra il privato - costoso ma rapido e dunque spesso più efficace - e il pubblico, la «mutua», dove la trafila dei moduli, delle autorizzazioni, delle prenotazioni, finisce spesso per rendere inutile la cura. Naturalmente, a parte l'esperienza e il pregiudìzio diffuso, non abbiamo ragione di pensare che con la proteina anticancro le cose siano destinate ad andare così. Ma anche la semplice, ragionevole lentezza del processo e dei protocolli di sperimentazione ci sembrerà eccessiva, per molti insopportabile. Mentre ci auguriamo che non ci sia nessun indugio burocratico non necessario, e che non si discrimini tra malati di serie A e di serie B, disponiamoci anche ad accettare ciò che verrà con coraggio e pazienza. In fondo, anche la lentezza con cui si sperimentano i farmaci fa parte del quadro «naturale» della nostra vita; se spesso ci sentiamo vittime di un ordine sociale «disumano» e «mostruoso», è anche vero che proprio questo ordine ci garantisce complessivamente condizioni di esistenza a cui non vorremmo rinunciare. Non cercare a tutti i costi di «saltare la coda», di essere favoriti, sarà anche un modo concreto di accettare la nostra appartenenza a questa umanità, con le sue ricchezze e i suoi limiti. DALLA PRIMA PAGINA TRA IL MALE E LA SPERANZA rabbia dei malati di Aids che, in diversi momenti del passato recente, hanno sospettato di essere vittime anche delle case farmaceutiche che sembravano preoccupate soltanto dei loro profitti. Immaginiamo che anche intorno a questa proteina si scatenerà una lotta per essere ammessi ad usufruirne subito, al più presto, anche con tutti i rischi che ciò comporta e prevediamo le risposte delle strutture sanitarie ufficiali, sempre così attente a non suscitare speranze infondate, a pronunciarsi solo quando non ci siano più dubbi. Risposte che, per chi soffre di una malattia così drammatica, andranno sempre incontro al sospetto di essere soltanto delle scuse per discriminazioni oscure - legate alla possibilità di pagare di più, all'appartenenza a qualche famiglia o parentela o consorteria di qualche tipo. Del resto, è difficile che proprio nel caso di una medicina così decisiva, l'esperienza non ci faccia pensare che ogni difficoltà, lentezza, prudenza (certo del tutto giustificata) nel suo uso, sia lega- Gianni Vattimo