Manager Usl la Regione al bivio
Dovrà decidere fra il commissariamento e la sostituzione dei direttori bocciati dal Tar | Impiegato Solini Dovrà decidere fra il commissariamento e la sostituzione dei direttori bocciati dal Tar Manager Usi, la Regione al bivio Non si farà nessun ricorso al Consiglio di Stato Ma è improbabile che si arrivi a nuove nomine Manager Usi, è vigilia di decisioni. Vigilia, perché ieri la giunta regionale ha preso tempo, anche se pare ormai quasi sicuro che la scelta si giocherà tra il commissariamento delle 26 Unità sanitarie gestite dai «direttori generali» bocciati dal Tar (che potrebbero anche rimanere nella veste di commissari) e la loro sostituzione con direttori sanitari o amministrativi «anziani». Nessun ricorso al Consiglio di Stato, dunque, perché un tale atto allungherebbe la soluzione del problema, determinando un braccio di ferro giudiziario che molti nell'attuale giunta regionale ritengono «inutile se non dannoso». Tanto più che, come ripete l'assessore alla Sanità, Antonio D'Ambrosio, l'impasse è frutto di un'eredità arrivata dalla precedente amministrazione. Ma il presidente Ghigo, ieri ha preso tempo. Giustificato dal fatto che la decisione deve essere discussa in modo approfondito, senza essere «affogata» in una riunione nella quale si discutono numerosi altri problemi. «Decideremo venerdì», ha dettato nel pomeriggio all'ufficio stampa. Consapevole che dagli ospedali e dalle Usi, «in panne», sono richieste notizie «certe» su un futuro amministrativo messo in forse in «aziende» che stanno tentando di imboccare la strada del «buon governo». E il fatto che «saltino» i manager delle maggiori realtà ospedaliere del Piemonte non aiuta. Tra i bocciati ricordiamo il direttore del «Regina Margherita», Giorgio Martiny, quello del «San Luigi» di Orbassano, Giuseppe Galanzino. Ancora: Stefano Silvano del «Cto», Antonio Fabbricatore dell'ospedale civile di Alessandria, Luciano Scarabosio dell'ospedale Maggiore di Novara, Lamberto Bellani del «Santa Croce» di Cuneo. Poi tutti gli altri nominati nelle Usi. «Rischia di saltare il nuovo corso in realtà ai primi passi nel nuovo tipo di gestione», ammettono nel quartier generale di Piazza Castello. Che cosa accadrà dopodomani? Ghigo si limita a far diffondere uno scarno comunicato nel quale spiega che la giunta regionale affronterà il problema «approfondendo i pareri e le proposte conseguenti alla decisione sulle nomine dei direttori generali delle Usi assunta il 27 luglio scorso dal Tar». Salvo poi precisare che nel corso dell'esame, la giunta regionale darà esecuzione alla sentenza del Tribunale amministrativo. Atto ovvio, perché dovuto, visto che quella sentenza (lo rileva il comunicato) «è, per legge, immediatamente esecutiva». Il problema - precisa la nota diffusa da piazza Castello - è tuttavia un altro: come mantenere - o migliorare - l'efficienza di servizi sanitari tanto importanti, nonostante la bocciatura dei vertici? Da quanto filtra dal riserbo di presidente e assessori sembra improbabile che si possa arrivare a nomi nuovi. «Del resto - afferma un assessore - i giudici del Tribunale amministrativo nella sentenza hanno scritto che i 20 direttori generali (tra i quali non c'è quello delle Molinette) sono stati cassati perché, avrebbero ricevuto gli incarichi senza valide "motivazioni". In altre parole, gli amministratori della pre¬ cedènte giunta non hanno spiegato il "perche" delle loro scelte». A questo punto, si dice, perché «non rendere i 2tì manager commissari di se stessi? Motivando poi la scelta?». Giuseppe Sangiorgio LPpcaddprpildh Da sinistra a destra: Antonio D'Ambrosio, assessore alla Sanità, Giorgio Martiny e Giuseppe Galanzino
Luoghi citati: Alessandria, Cuneo, Novara, Orbassano, Piemonte
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