A casa col conte Cavour

In autunno i primi visitatori, nel '96 il pubblico. Con un convegno dedicato allo statista In autunno i primi visitatori, nel '96 il pubblico. Con un convegno dedicato allo statista A casa col conte Cavour Riapre il castello di Santena La «casa» privata di Camillo Cavour nel Castello di Santena, dimenticata dal 1971, verrà infine riaperta. In autunno accoglierà già piccoli gruppi di visitatori e dalla primavera del 1996 anche il grande pubblico. Dopo la morte dello statista, nel 1861, pochissimi l'hanno potuta visitare con i suoi oltre 2 mila cimeli, finora depositati in bunker protetti. La residenza, eretta dal 1712 al 1720 dall'architetto Francesco Gallo, fu rimaneggiata nell'800. E' un palazzo a tre piani, che piccole ali laterali modellano a «C», in un parco di 20 ettari, disegnato da Xavier Courtin, architetto di Re Carlo Alberto. Conserva le memorie di Camillo Cavour, che la nipote Giuseppina Alfieri salvò dalla dispersione e che i marchesi Visconti Venosta, eredi di Giuseppina, donarono nel 1947 alla Città di Torino, affidandone però tutela e gestione alla Fondazione Cavour, oggi presieduta da Ippolito Calvi Di Bergolo. Bada a un patrimonio che comprende non solo castello, parco e tomba dello statista, ma anche l'archivio-biblioteca. Annovera 5 mila volumi, le 38 agende di Cavour, 1141 sue lettere e altre 3530 missive ricevute. Il tutto in ambienti luminosi, di grande suggestione, dall'ampia sala «diplomatica» dove passeggiava Cavour, al «salone delle cacce» ornato da allegorie venatorie, fino a camere riservate, come quella con letto a baldacchino, in seta dipinta del 1740. Si ammirano sofà ricamati a punto Bandera, un salotto cinese, collezioni di porcellane, compreso un grande vaso di Sèvres che Napoleone III donò a Cavour. Sulle pareti vedute del Piemonte e del Nizzardo opera di Bagetti, ritratti di famiglia firmati da Gonin, intimo di casa. Fra i tesori, un tavolino intarsiato dall'ebanista Pietro Piffetti, due Collari dell'Annunziata e un ciclo di nature morte del 1730, di Giacomo Crivelli. Beni che, nonostante l'interesse artistico e storico, furono visibili per la prima volta solo nel 1961, per le celebrazioni del Centenario dell'Unità d'Italia. Poi vennero sporadiche visite di studiosi, fino alla chiusura, causata dall'obbligo di costose norme di sicurezza, non sostenute da adeguato interesse politico. «In passato il Comune di Torino non ha stanziato una lira, né ha pensato di trarre profitto da un simile patrimonio» dice Calvi di Bergolo. «Dal 1961 alla fine degli Anni 80 c'è stata disattenzione e uso improprio del parco, che ha sofferto il degrado. Qualche contributo giunse dal Comune fra il 1986 e il 1988. Ma erano cifre irrilevanti. La Regione è stata l'unica a sostenerci con continuità», con 25-30 milioni l'anno e fondi straordinari. La stessa Fondazione è costretta a contenere il bilancio in 130 milioni. Ha goduto di qualche episodica larghezza solo quando sono giunti aiuti dei mecenati bancari Crt e San Paolo, delle Soprintendenze e degli ((Amici di Santena». A tanta ristrettezza si è aggiunta a novembre l'alluvione. Ha distrutto il parco, l'impiantistica del Castello e devastato il Museo. Danni per un miliardo e 70 milioni. E ora? «Non siamo rimasti a piangere» dice Calvi di Bergolo. «La Fondazione ha definito un piano di recupero per l'intero sistema museale. Prevede riordino del Castello, riassetto del museo, arricchito con spazi per mostre e una sala convegni nell'annesso ex asilo Visconti Venosta. Rilanceremo il complesso come richiamo europeo, creando un circuito di visita alle residenze che la famiglia Cavour aveva fra Savoia, Svizzera e Piemonte. Ne parleremo nel 1996 a un convegno organizzato con il Museo del Risorgimento e la Fondazione Spadolini. L'obiettivo è raggiungere, in un biennio, 20 mila presenze l'anno». Le spese? «Circa 1500 milioni. Ne attendiamo 300 subito dalla Regione, presi dai fondi per l'alluvione. La Città di Torino potrebbe risanare il parco con 500 milioni». Vi sono già impegni fonnali? «Cavour diceva che un suo impegno era più di una garanzia». Maurizio Lupo «Rilanceremo tutto il complesso» Costo: un miliardo e 500 milioni A sinistra: la facciata della villa A fianco: il busto del conte di Cavour In basso: il salone diplomatico Il palazzo conserva l'archivio-biblioteca: 5 mila volumi, le 38 agende di Cavour 1141 lettere scritte da lui e altre 3530 ricevute.