Il caro vecchio rock del Boss la canzone giusta per finire di Alessandro Baricco

L BARNUM LO SPETTACOLO DELLA SETTIMANA Il caro vecchio rock del Boss la canzone giusta per finire ULTIMO Barnum. Dico sul serio. Questo è l'ultimo Barnum che scrivo. Il fatto è che tu stai lì a fare una cosa, e cerchi di farla meglio che puoi, e a un certo punto te ne viene in mente un'altra, e tu continui a fare quella di prima ma intanto l'altra ti rosicchia la fantasia, e alla fine arriva il giorno che smetti di fare la prima, e provi a fare l'altra. Questo è il giorno. Se riesco continuerò a raccontare stupori e spettacoli. Ma in un altro modo. Prossimamente, su queste pagine. Così, per la cronaca. L'ultimo Barnum è su niente. A ine piacciono i film in cui il finale è un'immagine fissa, dove non succede nulla, e in audio parte una canzone, semplicemente, e dopo un po' i titoli di coda. L'immagine sceglietela voi. Io ho scelto la canzone. Niente di particolarmente raffinato: è l'ultima canzone dell'ultimo disco di Springsteen (The boss). Secondo me è bellissima. E poi non so bene perché, ma è la canzone giusta per finire qui, e per finire tutto questo. Si intitola This hard land: e qui già è intraducibile perché l'inglese è una lingua meravigliosa e l'italiano meno: così bisognerebbe tradurre Questa tara dura, ma capite bene che è tutta un'altra cosa: e allora, per me, in italiano, si intitola Questo cazzo di terra qui. Dunque, inizia col boss che ci dà dentro con l'armonica, niente batteria, niente tastiere, solo una chitarra suonata in modo un po' sgangherato. Poi lui solleva la testa dall'armonica e inizia a cantare con quella sua voce da andate tutti a quel paese. E quel che canta e più o meno «Ehi, mister, sai mica dirmi che cavolo è successo ai semi che avevo seminato, mister, dico a te, tu lo sai perché non è cresciuto un bel niente?, si sono messi a volare di città in città e alla fine se ne sono tornati qui, mi sono cascati di nuovo in mano, se ne sono tornati nella merda di questo cazzo di terra qui». A questo punto, mentre la chitarra continua a sgangherare, il boss dice piano «come on», m'immagino che si giri un po', per dirlo, verso gli altri, «come on», e quel che succede è che partono batteria e tastiere e tutto: tu senti un piccolo idiota brivido sulla schiena, e quello che ti parte sotto il sedere ò il rock, il caro e vecchio rock, del migliore, se ci credete, a tutta velocità, finestrini abbassati, non una curva, e intorno chilometri di hard land. La melodia, quella non posso scriverla, e quindi bisogna sentirla, o immaginarla: ma comunque è di quelle da ballata rock, un po' di malinconia e tanta forza, tutto mescolato insieme su un giro armonico da nulla. Springsteen ci canta su mozziconi di storie che non sto a tradurre, ma sempre sono un'unica storia, ed ò quella di chi se ne viaggia tutto dove può per cercare un posto suo, in questa hard land, e cose così. Ogni tanto ci dà con l'armonica, giusto per strizzare un po' i cuori, lui che sa. A bassa voce, alla fine, attacca l'ultima strofa. Nell'ultima strofa, quelle ballate li tirano sempre in ballo un amico, vigliacche, un vecchio amico, quello con cui ti ubriacavi da giovane, quello che ti ha fregato la ragazza, quello che tutti i mercoledì comprava il giornale per leggerti, quel genere di amici lì. E infatti anche qui arriva l'amico: Frank. Bisogna immaginarsela con la sua voce, la voce del boss: «Ehi Frank, perché non metti tutto nella valigia e vieni da me, questa sera, giù al Liberty Hall?, giusto per darsi un bacio, fratello, e poi magari ce ne andiamo in giro fino a che non ne possiamo più e ci lasciamo cadere per terra. Possiamo dormire nei campi, o in riva al fiume, e poi al mattino ci inventiamo qualcosa... Comunque, se non puoi, non importa: stay hard, stay hungry, stay alive, if you can, resta forte, e affamato, e vivo, se puoi, e vedrai che un giorno ci incontreremo, in un sogno di questo cazzo di terra qui». Poi il resto è rock che va lenza parole, solo tanta armonica e chitarra e batteria, accelerali!' i se ne vanno, ti spariscono lontano nello stereo, sempre più lontano, andati. Giuro che è bella. E non è tr.ste come sembra, il rock non è mai veramente triste, non riesce a esserlo, magari ci arriva a un pelo uà poi una sgasata e via, tristezza è un'altra cosa. Comunque, finisce così. Titoli di coda. Che uno sta sempre a guardarli perché è garantito che ci scappa qualche nome bellissimo, magari tra i parrucchieri, o tra le compar se, c'è sempre un Sante Salutiddi' o un Abramo Lincoln, o un Jim «Buck Back» Sunrise: una vera ini niera, per gli amanti del genere Va be'. Titoli di coda. Stay hard, stay hungry, stay ali ve, se potete. Fine. Alessandro Baricco Niente batterie, niente tastiere, solo chitarra e la voce di Springsteen «Ehi Frank, perché non metti tutto nella valigia e vieni da me...»

Persone citate: Abramo Lincoln, Buck Back, Liberty Hall, Springsteen