«Rubato» un Benigni ose « Quello foto mi ferisce di Gabriele Beccaria

B! Enl Una rivista pubblica un'immagine dell'attore che fa pipì «Rubato» un Benigni osé« Quello foto mi ferisce MILANO. Così non lo avevamo mai visto. E lui, indignato e ferito, spera che sarà la prima e unica volta. Roberto Benigni è stato sorpreso dal teleobiettivo di «Eva Tremila» in un atto privatissimo, in un momento in cui credeva di essere solo, mentre fa pipi. Le foto sono implacabili, cioè chiarissime. Si vede davvero tutte. L'hanno fotografato gesto dopo gesto e sulle pagine del rotocalco i fotogrammi sembrano quelli di un film, in questo caso involontario. Nella sequenza, il comico se ne sta seduto sull'aia della sua casa di campagna in Toscana, poi si mette un dito in bocca in atteggiamento pensieroso, quindi si alza e fa qualche passo perplesso, si gratta la nuca, armeiH'i.'i rem la zin dei Dan teloni, infine tira fuori il pene e fa pipì. Non c'è nulla da immaginarsi, perché si vede proprio tutto e si vede anche che non c'è malizia nell'atto del comico, che si crede solo. E le didascalie sono, se possibile, ancora più impietose. Parlano di un Benigni che sta pensando alla sua nuova tournée in giro per l'Italia. Suggeriscono che nel momento del clic fatale gli sia venuta in mente la risposta che ha dato giorni fa a un giornalista sullo spirito del suo nuovo spettacolo: «E' lo spirito del bambino che fa pipì dove non deve». Rincara la dose «Eva Tremila» e alla fine si chiede: «Che Benigni stia addirittura provando il suo spettacolo mettendo in pratica quello che ha detto al giornalista?». Ir. cri.] B! ENIGNI, cos'ha provato nel vedere quelle foto che la ritraggono mentre fa pipì? «Mi sono sentito profondamente ferito. E' una violenza che si sopporta male. Ero nella mai casa di campagna ed ero convinto di essere solo. Fare la pipi nell'aia è fantastico. Pisciare contro la luna è la cosa più bella del mondo, diceva Esenin. E' un atto intimo». Ed è anche un atto privato. Non è così? «Proprio così. In quell'attimo noi siamo davvero con noi stessi. Chissà! Ora magari avrò delle telefonate dalle fans, perché lì vedono, controllano... C'è anche un lato comico, ma dall'altra parte c'è un lato che mi dà proprio molta noia». Su «Eva Tremila» dicono che lei nel programma farà qualcosa di simile. E' vero? «Ma no. Già dire quelle cose lì mi fa quasi sdilinquire di paura, figuriamoci. E' proprio come si dice: al lupo! al lupo! Ma poi... c'è la fragilità, la contraddizione dell'artista. Sul palco c'è un demone che ti possiede. Uno si esprime sulla scena, dà tutto, dice tutto, ma nella vita privata diventa l'opposto. L'artista vive di questa contraddizione. L'anima dell'artista è fragile, perché prenderla a schiaffi così?». Lei spesso ha fatto sberleffi. Ha preso in braccio Berlinguer, ha giocato con Pippo Baudo e con la Carrà. Adesso ci dice che c'è un limite a tutto? «No, non è questo. E' diverso. Non c'è nessun limite, mai, quando uno è sulla scena. L'artista crea. Lì, anzi, se c'è un limite, non è più un artista. Li, se sono con la Carrà, mi posso anche spogliare, posso anche violentare Baudo. Ma non nella mia vita privata: se mi si scopre un polso, divento rosso. E' questa la contraddizione della creatività. Per chiunque no? Tiziano, che fa i nudi nella vita, si sarà forse scoperto un ginocchio? 0 Botticelli: non avreb¬ be mai osato. Ora, io non lo dico per paragonarmi a questi signori. Sto parlando del momento dell'artista. Mentre sulla scena tutto vola con la leggerezza delle ali di un arcangelo, nella vita la volgarità diventa pesante come la zolla». Lei parla di sé come di due persone diverse? «Io, se incontro per strada la Carrà, sulla quale son saltato addosso in scena, non la sfioro con un dito. Anzi, divento rosso se dice lei Benignacelo a me, com'è avvenuto nella realtà. E' chiaro, no? Finito il pezzo uno diventa un'altra persona, c'è una completa metamorfosi». Vuol dire che hanno sorpreso l'altro Benigni, quello che appartiene a lei, non alla gente? «Quello non ha niente a che vedere se non con le persone più intime. Adesso non è che voglio fare come i politici che appena sono colpiti l'anno le leggi sulla giustizia e sulle questioni cautelari. Ma io e mia moglie, quante volte no abbiamo parlato. Perché, anche se non eravamo mai stati centrati dirottamente, sapevamo che il problema è gravissimo. E' un problema che riguarda le formo, la volgarità. Che sconvolge gli animi. Che in Italia non ci sia una logge che in qualche maniera tuteli la vita privata e tuteli dallo volgarità: questa è una cosa che mi fa andare al manicomio». E nello stesso tempo lei rivendica pienamente il diritto di fare la pipì sull'aia? «Ah, conio lo rivendico. Vorrei diventasse un obbligo di legge. Io fa¬ rei un'assemblea costituente por mettere un articolo nuovo in questo senso. Se D'Alema e Prodi me lo permettono, farei un tavolo delle regole sulla libertà di fare la pipi nell'aia quando mi paro e piace. Non là malo a nessuno, so lo (accio a casa mia o fa piacere a me». Lei non si era reso conto di niente, finché non ha visto le roto? «No, io fortunatamente o sfortunatamente ho fatto una passeggiata vicino all'aia e ho trovato questo fotografo. Lì ho capito, ho ripercorso tutta la mia giornata, mi ò vomito il terrore, perché mi son ricordato di aver fatto due o tre volte la pipi, di aver fatto il mio bagno in casa, insomma le coso che fa la gen¬ te Solo che c'ora questo orribile personaggio». Quindi, al di là della volgarità, è stata soipresa la sua buona Tede? «Ma ! orto, e un colpirò allo spalle» E in più insinuano che lei era d'accordo. «Gravissimo. Quella è la cosa chi; mi ha dato più fastidio. Como diro che mi sarei fatto fotografare por soldi» Cosa pensa di fare adesso? «Io voglio faro tutto. Vorrei fare il sequeslrode! numero. Vorrei anche faro una causa, dare in beneficenza i miliardi che potrei prendere». Ne parlerà oggi al suo spettacolo? «No no. Non ne parlo, non ha niente a che vedere col mio spettacolo. Lo spettacolo 0 una cosa seria». Gabriele Beccaria

Persone citate: Baudo, Berlinguer, Botticelli, Carrà, D'alema, Esenin, Pippo Baudo, Prodi, Roberto Benigni

Luoghi citati: Como, Italia, Milano, Toscana