Un problema sempre ignorato

Un problema sempre ignorato Un problema sempre ignorato // Vaticano: casi singoli, basta vigilare VOCAZIONE E SESSUALITÀ' ALL'AUSTRIA parte un incendio che rischia di devastare tutta la Chiesa, dopo le condanne penali dei preti pedofili negli Stati Uniti, dopo i vescovi che in Francia e Irlanda alzano con coraggio la voce per chiedere la fine del celibato sacerdotale. Le storie di omosessualità tra il clero e i fedeli non rappresentano un fatto nuovo; nuovo è che se ne parli e che da casi isolati diventino un vero sistema occulto di vita, tale da mettere in questione la castità, che la Chiesa presenta da secoli come un valore assoluto, un privilegio del clero. Nel 1992 un'inchiesta svolta a Roma da un giornalista tedesco e pubblicata in Germania ha raccolto almeno 64 storie di vita di altrettanti sacerdoti di tendenze omosessuali, confessi, e tra loro molti preiati della Curia romana. Negli Stati Uniti, all'inizio degli Anni 80, si nascosero alcuni casi di sacerdoti morti per Aids; ma sempre negli Stati Uniti conta migliaia di aderenti «Dignity», un movimento di omosessuali cattolici che chiede a gran voce riconoscimento e libertà di azione nella Chiesa. Roma, dal canto suo, nega che ci sia un problema in questo senso, riduce tutto a singoli casi, esorta a vigilare affinché la formazione dei futuri candidati al sacerdozio venga condotta nella scrupolosa osservanza delle regole, prima tra tutte la castità. Eppure qualcosa si muove: nel 1969, in Messico, monsignor Mendez Arceo suscitò scandalo e venne sostituito quando introdusse i colloqui psicoterapeutici nei seminari e molti candidati al sacerdozio se ne andarono perché scoprirono che quella non era la loro strada. Oggi a Milano, una delle diocesi più grandi del mondo, la psicoterapia è entrata di diritto per cercare di capire se la scelta del futuro sacerdote è libera o condizionata. Il più accanito accusatore del sistema «repressivo» che forma i preti è il teologo tedesco Eugen Drewermann, che nelle oltre 700 pagine del suo volume «Kleriker» mette il dito nella piaga. «La Chiesa - scrive - condanna l'omosessualità ma poi è costretta ad accettarla nei seminaristi altrimenti non ci sarebbero più sacerdoti». E aggiunge: «L'ideale cattolico della purezza, con il divieto assoluto di attività sessuali fuori del matrimonio, obbliga i credenti dall'inizio della pubertà a impegnarsi con tutte le forze morali per reprimere pensieri ed atti impuri». Il sacerdote e psicoterapeuta tedesco va oltre: sulla base degli studi più aggiornati, evidenzia che dietro l'o¬ mosessualità si cela una fissazione che risale all'infanzia, un predominio della madre che impedisce lo sviluppo autonomo come, aggiunge Drewermann, «accade in certe forme di teologia della comunità cristiana». La Chiesa però ha messo in atto meccanismi di difesa potenti: «Sarà molto severa nei casi di omosessualità prima dell'ordinazione, ma solo in quelli manifesti; dopo gli uomini di Chiesa hanno diritto alla massima protezione. Quando si verrà a conoscenza di casi di omosessualità, si cercherà di procedere con la massima discrezione per non creare scandalo». Nello stesso modo si sono comportati all'inizio i vescovi statunitensi; poi le decine di processi e i milioni di dollari di risarcimenti li hanno convinti a chiedere pubblicamente scusa. Luca Tornasi n

Persone citate: Drewermann, Eugen Drewermann, Luca Tornasi, Mendez Arceo

Luoghi citati: Francia, Germania, Irlanda, Messico, Milano, Roma, Stati Uniti