Mururoa guerra di ambasciatori

Estero La Francia richiama il diplomatico ma rivela: 3 incidenti nucleari dal '66 al 73 Mururoa, guerra di ambasciatori Parigi-Canberra alla rissa CANBERRA. La questione delle bombe atomiche a Mururoa ha provocato uno scontro industriale e diplomatico a livello di governi fra Australia e Francia: la Francia ha deciso ieri di richiamare «per consultazioni» il suo ambasciatore in Australia e di convocare l'ambasciatore australiano a Parigi per protestare contro un provvedimento giudicato «discriminatorio», preso ieri dal governo di Canberra per ritorsione contro i test nucleari: gli australiani hanno infatti escluso la società aeronautica francese Dassault da un appalto per un contratti > di 370 milioni di dollari con l'aviazione nazionale. Nel comunicato relativo al passo diplomatico, il Quai d'Orsay protesta per l'avvenuta eliminazione «per motivi politici» della società Dassault dall'appalto; il ministero degli Esteri francese lamenta che si tratta dell'ultimo di «una serie di atti ostili» nei confronti della Francia: «Le navi battenti bandiera francese subiscono ritardi notevoli nei porti australiani», la posta destinata all'ambasciata di Francia a Canberra è bloccato dal 14 luglio, e infine la valigia diplomatica francesi.1 è stata trattenuta in due occasioni «contrariamente alla Ci invenzione di Vienna» sulle ambasciate. Poco dopo l'annuncio da parte del presidente di dia repubblica Jacques Chirac, il 13 giugno, della ripresa degli esperimenti nucleari francesi nel Pacifico, l'Australia aveva già richiamato per consultazioni il suo ambasciatore a Parigi, Alan Brown, poi rientrato, due settimane fa, nella capitale francese. Il richiamo da parte della Francia del suo ambasciatore in Australia ha suscitato nuova ostilità del Paese; a Canberra il primo ministro Paul Keating ha definito la crisi diplomatica «una nuova dimostrazione per il popolo francese delle conseguenze internazionali sfavorevoli della decisione del loro governo di riprendere gli esperimenti nucleari nel Pacifico del Sud». Quanto alla convocazione da parte delle autorità francesi dell'ambasciatore d'Australia a Parigi, il ministro degli Esteri australiano Gordon Bilney si è limitato a dire che «la Francia ha compreso il messaggio di protesta venuto dall'Australia. Il fine di tutte le azioni del nostro governo - ha aggiunto Bilney - è proprio di far giungere alla Francia un messaggio: se questo messaggio viene trasmesso da un ambasciatore fino al livello del presidente francese si tratta di uno sviluppo positivo». Diverso l'atteggiamento dell'opposizione conservatrice al governo laburista di Canberra, che ieri ha reso noto di aver ritirato il proprio sostegno alla politica dell'esecutivo nei confronti della Francia. In Nuova Zelanda la principale confederazione sindacale, il Council of Tra de Unions, ha lanciato una campagna di boicottaggio dei prodotti francesi. A Bandar Seri Bagawan, nel sultanato del Brunei, un forum che ha visto riunite diciannove delegazioni di Paesi asiatici, americani e del Pacifico, oltre che dell'Unione europea, al termine dei suoi lavori ha adottato una dichiarazione nella quale si chiede la fine immediata degli esperimenti nucleari, senza tuttavia nominare né la Cina, né la Francia. L'Unione europea si è però dissociata. Il ministro degli Esteri spagnolo, Javier Solatia, il cui Paese ha la presidenza di turno dell'Ue, ha diramato una dichiarazione nella quale sottolinea che «non esiste alcun obbligo legale sulla questione dei test nucleari sotterranei» e che «ancora non esiste una zona denuclearizzata internazionalmente riconosciuta nel Pacifico del Sud». Una curiosa protesta antinucleare a Manila: il senatore filippino Heherson Alvarez ha bruciato davanti all'ambasciata francese la sua cravatta di Hermes. [e. st.] I presidente francese Jacques Chirac ha ordinato otto test atomici a Mururoa

Persone citate: Alan Brown, Alvarez, Dassault, Jacques Chirac, Javier Solatia, Paul Keating