Colpi di cannone su Pale

Colpi di cannone su Pale Colpi di cannone su Pale Domani serbi e croati trattano a Ginevra ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Domattina a Ginevra riprenderanno i negoziati tra le autorità croate e i serbi della Krajina, la regione della Croazia occupata dalle formazioni paramilitari serbe. L'annuncio è stato fatto dal portavoce della Conferenza di pace sulla ex Jugoslavia al termine di una giornata in cui la situazione sul terreno si è aggravata di ora in ora. Ieri sera Boutros Ghali ha lanciato un appello alle due parti in conflitto affinché si fermino a riflettere sull'importanza dei negoziati e rinuncino al conflitto. «La comunità internazionale è pronta ad aiutare le parti, le linee di un possibile accordo sono già state identificate», ha detto. All'alba di ieri i cacciabombardieri dei serbi della Krajina hanno bombardato le postazioni croate a Strmica, sul confine tra Croazia e Bosnia, a 15 chilometri dalla roccaforte serba di Knin. Lo ha confermato il portavoce dell'Onu a Zaga¬ bria, Gunness, che ha precisato che tre caccia serbi hanno attaccato le posizioni che i croati hanno conquistato dopo la presa di Grahovo e Glamoc in Bosnia occidentale. «Questa volta Zagabria sembra davvero pronta ad attaccare i secessionisti serbi della Krajina», ha dichiarato a un gruppo di giornalisti nella capitale croata l'inviato speciale del segretario generale dell'Onu Akashi, precisando che il pericolo di un'offensiva militare è ancora presente. «Sembrano infatti irrimediabilmente falliti tutti i tentativi di far tornare al tavolo dei negoziati le autorità croate e i serbi di Knin». Ma lo stesso Akashi ha mandato una lettera al presidente Tudjman in cui afferma che i serbi adesso sono pronti ad accettare il mandato delle forze di pace dell'Onu in Croazia. «Non si può più permettere che i serbi si prendano gioco della Croazia e della comunità internazionale», ha dichiarato il presidente croato durante l'incontro con l'am¬ basciatore americano a Zagabria Galbraith. «La Croazia è pronta a negoziare ma a condizione che si ottengano risultati concreti come la riapertura immediata dell'oleodotto e della ferrovia Zagabria-KninSpalato, e in seguito il ritorno dei territori occupati dai serbi sotto la sovranità croata». Per tutta risposta i serbi della Krajina alle 14,10 hanno lanciato 10 proiettili di mortaio su Gospic, nell'entroterra dalmata a Nord di Zara. Nessuna vittima, ma numerose case sono state danneggiate. La situazione è altrettanto critica in Bosnia dove, a detta di Radio Sarajevo, le truppe serbe del generale Mladic hanno bombardato ieri mattina Gorazde. Un civile è stato ucciso. I serbi continuano anche ad attaccare Bihac, ma con meno intensità degli ultimi giorni. Poco dopo mezzogiorno, a Pale, la roccaforte del leader serbo-bosniaco Karadzic, sono esplose 4 granate. L'attacco dei soldati bosniaci ha fatto seguito a due razzi che i serbi hanno sparato contro la Presidenza di Sarajevo. Secondo fonti dell'Unprofor la vittoria croata in Bosnia occidentale ha messo in crisi i vertici militari di Pale. In un incontro con il comandante in capo dei Caschi blu, il generale Mladic sarebbe apparso depresso, preoccupato e affaticato. Il capo dei miliziani serbi si è trasferito con altri tre generali in Bosnia occidentale per cercare di organizzare la controffensiva nella regione di Bosansko Grahovo e Glamoc. Sul piano diplomatico, da registrare anche l'appello rivolto ieri dal presidente serbo Milosevic a Mladic e al presidente bosniaco Izetbegovic di fermare il conflitto e di arrivare alla pace. La lettera di Milosevic è stata letta alla tv di Belgrado, captata a Zagabria, durante il notiziario della sera. «Vi invito ha detto Milosevic - a concludere la pace sulla base del piano del gruppo di contatto, per impedire il massacro delle popolazioni della Bo snia-Erzegovina». Il consiglio degli ambasciatori dei 16 Paesi membri della Nato ha intanto deciso di estendere la copertura e i raid aerei a tutela di tutte le enclave musulmane della Bosnia dichiarate «zona protetta» dall'O nu. Il provvedimento comporta l'ampliamento automatico all'enclave di Bihac della stessa protezione decisa il 21 luglio scorso a Lon dra, dopo la caduta di Srebrenica e prima di quella di Zepa, per Tenda ve di Gorazde, per la regione di Tuzla e per la capitale Sarajevo. Ingrid Badurina Il segretario di Stato americano Warren Christopher