«Quella foto mi umilia» di Nico Orengo

«Quella foto mi umilia» «Quella foto mi umilia» FOTO rubate. Preferibilmente se uno ha il pisello fra le mani. Pare sia il nuovo trend del fotogiornalismo. E' accaduto, ma forse c'era partecipazione, sberleffo, gusto di trasgredire, fiorai fa ad Alesi. E' accauto a Benigni, ripreso sull'aia di casa sua mentre faceva una tranquilla pipì. E' stato sbattuto fra le immagini di Eva 3000. Privacy violata. E' sempre andata di moda, ma ora si cerca la foto bassa, scrementizia, volgare. Si cerca di violare l'ultimo pudore. Tomba ha trattato il fotografo, che l'aveva visto 5 0 8 0 2> 771122"176003 in compagnia di una bella ragazza, in maniera molto violenta. E' stato evidentemente troppo aggressivo, esuberante. Benigni, in altra posa, è rimasto ferito. Si è sentito umiliato. Sì, lui, il campione della trasgressione, non ha tollerato, giustamente, quell'immagine carpita, rubata. Lui è un trasgressivo in scena, il suo «turpiloquio» è quanto c'è di più ricercato e formale, colto. Ma quando scende di scena, non correrebbe, «provocatoriamente» dietro alla Carrà, non cercherebbe di darle un pizzicotto. Fuori di scena, a casa sua è il signor nessuno Benigni, con i suoi tic, le sue ingenuità. Gli va di far pipì sull'aia, vecchio gesto contadino, vecchio gesto privato, vecchio piacere, come raccon¬ tava anche Giorgio Bocca nella sua autobiografia. Lo fa, finisce lì. Non e così importante che lo si registri, 10 si offra ai lettori. Dopo anni e anni di vivisezione del corpo femminile, con un'ossessività che avrebbe stancato il buon marchese De Sade è, forse, 11 pene a fare trend? Lo han detto gli stilisti. E dunque pene sia, da Alesi a Vialli, da Casini a Benigni. Gli ideologi di questo fotogiornalismo ci pensino. E' un feticismo, una volgarità inutile. Un po' di autocensura, per ragioni di buon gusto, non può che essere positiva. Prima che ci pensi una qualche censura d'autorità. E si lasci che ognuno, famoso o ignoto, che sia, faccia la sua pipì in santa pace. Nico Orengo SERVIZI A PAG. 11

Persone citate: Alesi, Benigni, Carrà, Casini, Giorgio Bocca, Tomba, Vialli