Schumacher è come un robot

FORMULA i tecnici che lavorano con il pilota tedesco svelano i suoi segreti al volante Schumacher è come un robot «E' l'autentico fenomeno degli Anni Duemila che sa guidare usando soprattutto il cervello» HOCKENHEIM DAL NOSTRO INVIATO In Germania si è aperta la caccia a Schumacher. Il pilota della Benetton è diventato il personaggio più popolare del Paese. Ha saltato tutti i calciatori, da Matthaus a Klinsmann, così come i due tennisti Boris Becker e Steffi Graf. E, mentre Damon Hill e in piena crisi (due errori macroscopici consecutivi, persino Bernie Ecclestone ha detto che «è un idiota»), il nuovo Kaiser sportivo festeggerà il suo momento magico sposando Corinna Betsch, da tempo sua compagna: secondo il quotidiano «Koelnische Rundschau» il rito civile si svolgerebbe oggi stesso e sabato quello religioso. Le foto delle nozze sono già vendute in esclusiva: mezzo miliardo che sarà devoluto in beneficenza. «La famiglia - ha sempre detto Schumi - è la cosa più importante che ci sia, più dell'automobilismo. E io desidero avere dei figli». Intanto la gente si pone degli interrogativi. Quali sono le maggiori doti di Schumacher pilota? Perché va pili forte degli altri? E' veramente il migliore? Potrà raggiungere e superare i livelli di Senna e Prost? Sul fatto che Michael sia velocissimo non ci sono dubbi. Ma quanta parte di merito hanno la sua vettura e la squadra? Sarebbe così bravo anche se guidasse per un altro team? Le persone più indicate per rispondere a queste domande sono i tecnici che lavorano a stretto contatto con lui. Le loro spiegazioni servono a capire e a carpire qualcuno dei segreti del campione del momento. Parlano l'ing. Vincent Gaillardot, della Renault, che segue il motore sulla monoposto del tedesco e Pat Symonds, il tecnico della Benetton che «cura» il telaio. «Con la telemetria che produce una massa impressionante di dati quando la vettura è in pista - racconta Gaillardot - i piloti non possono più nascondere nulla. Sono dei libri aperti. Qualità e difetti sono stampati sui tabulati. Schumacher per prima cosa è uno che ascolta e che crede in quello che gli diciamo. Se gli provi concretamente che una soluzione è migliore di un'altra lui accetta. Poi capisce di tecnica: aerodinamica, sospensioni, motori. Il suo principale segreto è quello di sapersi adattare alle caratteristiche della vettura e non pretende di cambiarla a tutti i costi». Facciamo alcuni esempi. «Se si lamenta di avere un eccessivo pattinaggio delle gomme in una certa curva, andiamo a controllare il comportamento del propulsore. Si vedrà che la coppia massima entra troppo brutalmente. Lui allora fa cambiare i rapporti del cambio e magari cerca una traiettoria diversa. In modo da eliminare il problema. Poi controlla la velocità con la quale può percorrere quel dato punto del circuito. E modifica le regolazioni sino quando riesce a ottenere il passaggio più rapido. Tutto questo con una meticolosità e una precisione da computer. In più sa dosare freni e acceleratore in maniera eccezionale, non va mai oltre i limiti pur cercando esserne sempre vicinissimo». «Per quanto riguarda la vettura - aggiunge Symonds - gli basta un giro per capire. Torna ai box e fornisce le sue idee. Abbiamo pre¬ parato una scala da 1 a 5 sul valore degli interventi da fare. Se Michael dice che il sottosterzo è di livello 3, noi sappiamo già cosa fare. Ciò che è impressionante è che tornando su una stessa pista a mesi di distanza, lui riesce a memorizzare i dati e sono sempre precisi. Non cambia mai una precedente valutazione. E c'è una cosa incredibile, che non credo riesca ad altri piloti: mentre è in vettura, anche impegnato al massimo, parla in continuazione alla radio con voce calma e fredda, come se fosse seduto a casa sua, riferendoci una serie di dati. Nel display del cruscotto ha voluto an- che 1 indicazione della velocita, mentre molti corridori si accontentano del contagiri. Michael riesce a guardare l'indicatore mentri! guida e sa se è più o mono veloce a ogni passaggio. Un robot, in questo senso. Così sa esattamente dovi; può effettuare i sorpassi, dove guadagna e dove perde. Quando fa le prove spinge sempre, per controllare quanto tempo impiega ad entrare e uscire dai box. E questo gli serve per i rifornimenti in gara Compiango i suoi rivali perché si trovano di fronte il fenomeno del 2000». Cristiano Chiavegato FORMULA Schumacher ha 26 anni; dopo aver corso nel Mondiale prototipi con la Mercedes ha debuttato in Formula I alla Jordan nel 1991. Dall'anno successivo è passato alla Benetton. Nella scorsa stagione ha vinto il titolo iridato

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