Una rivoluzione a Siena Montepaschi diventa spa
Ieri l'ultimo sì alla trasformazione Ieri l'ultimo sì alla trasformazione Una rivoluzione a Siena Montepaschi diventa spa La banca verso un'alleanza conAkros per gestire i fondi di investimento ROMA. Dopo 523 anni il Monte dei Paschi di Siena diventa una banca come le altre. Il progetto di trasformazione in società per azioni ha avuto l'okay definitivo della deputazione amministratrice, da ieri sera è all'esame del ministero del Tesoro e della Banca d'Italia e appena arriveranno le autorizzazioni la spa diventerà realtà: forse fin da settembre. Un piccolo atto amministrativo è una grande rivoluzione. Il Montepaschi non sarà più un istituto di credito di diritto pubblico, cioè un pezzo dello Stato (e degli enti locali) con regole particolari. La Fondazione che sta in cima alla piramide organizzativa ha un consiglio composto da quattro rappresentanti del Comune, due della Provincia e due del Tesoro. Per anni Siena ha alzato le barricate contro la spa temendo di perdere la «sua» banca. Ma l'istituto di credito, al settimo posto in Italia per dimensioni, poteva rimanere solo una bandiera locale? Grazie alla trasformazione in società per azioni potrà competere alla pari con la concorrenza. La nuova struttura è stata prevista nei dettagli con la delibera approvata dalla deputazione presieduta da Giovanni Grottanelli de' Santi. Tutte le attività bancarie verranno svolte da una nuova società che sarà costituita con il nome Banca Monte dei Paschi di Siena spa. Il 100 per cento delle azioni resterà in mano alla Fondazione, ma in prospettiva saia possibile qualsiasi operazione finanziaria: dalle alleanze con cessione di quote di minoranza fino alla completa privatizzazione. La Banca Montepaschi incorporerà la Monte Paschi Partecipazioni, la Monte Paschi Leasing, l'Artasia e tutti gli sportelli della Giovanni Grotta elli de' Santi Cassa di risparmio di Prato tranne quelli operanti nella provincia di Prato che daranno vita alla Cassa di risparmio della provincia di Prato. Il prossimo anno sarà incorporata anche la Monte Paschi Factor. La nuova spa continuerà a operare nel mondo del credito anche attraverso la Banca Toscana (di cui avrà in mano la maggioranza) e il Mediocredito Toscano, la Cassa di risparmio di Trento e Rovereto e il Credito Valdostano (di cui sarà in possesso di quote di minoranza). Ristrutturato il gruppo (che complessivamente conta mille sportelli e ventimila dipendenti), Grottanelli e il prò v veditore (cioè iì direttore generale) Vincenzo Pennarola si stanno preoccupando dello sviluppo dell'attivila. In particolare intendono impegnarsi al massimo sulle pensioni integrative, incentivate dalla riforma previdenziale (a un passo dal sì definitivo del Parlamento). Per i fondi pensione è allo studio la creazione di una società comune insieme all'Akros, la finanziaria di Gian Mario Roveraro. L'alleanza con l'Akros dovrebbe essere annunciata in tempi abbastanza ravvicinati. Dopo l'acquisto di una quota dell'Imi e la partecipazione con la Cariplo e il San Paolo nel nocciolo duro (la pattuglia di soci che hanno ottenuto il controllo), il Montepaschi non è interessato a comprare anche azioni dell'Ina. Nel quadro della riorganizzazione, Pennarola ha poi ricevuto il mandato di definire la vendita alla Cragnotti e Partncrs della Centrofinanziaria, la banca d'affari di cui il finanziere Sergio Cragnotti detiene già una quota di minoranza. Roberto Ippolito Giovanni Grottanelli de' Sa
Persone citate: Cragnotti, Factor, Gian Mario Roveraro, Giovanni Grottanelli, Pennarola, Roberto Ippolito Giovanni, Santi Cassa, Sergio Cragnotti, Vincenzo Pennarola
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