Il monastero dei filosofi di Maurizio AssaltoGianni Vattimo

Sulle Dolomiti tra Platone e aikido il caso. Una settimana di esercizi spirituali laici: guidati da Vattimo Il monastero dei filosofi Sulle Dolomiti tra Platone e aikido i EGEL diceva che lo spettacolo delle montagne lo lasciava del tutto indifferente: nessuna ispirazione filosofica dalla maestà delle cime. A Vattimo il paesaggio d'alta quota pare invece la cornice ideale per calarvi un'attività «carica di bellezza e d'intensità» che recuperi i valori e l'atmosfera del dialogo platonico: ossia del filosofare nel suo farsi più genuino. Così si è lasciato convincere, e dal 2 al 9 settembre sarà (non tanto il docente quanto) il direttore spirituale di una «Vacanza della filosofia» promossa dall'Associazione spazio interiore e ambiente, nell'ambito delle «Vacances de l'esprit» che hanno già visto protagonisti, nelle settimane scorse, il fisico Marcello Cini e il matematico Bruno D'Amore, e si preparano a ospitare il semiologo Paolo Fabbri e l'epistemologo Francisco Varela. Sede della «Vacanza» il Lago di Braies, nelle Dolomiti, 1496 metri sul livello del mare. Iniziativa aperta a tutti, non solo agli studenti e aglLaddetti ni lavori. Costo per la partecipazione 950 mila lire tutto compreso: pensione completa e per chi vuole possibilità di praticare yoga, zen e aikido. Veri e propri esercizi spirituali laici: «Un modello tutt'altro che tramontato», dice Vattimo, «anche se difficilmente le nostre vacanze cominceranno con la predica sull'inferno che era il classico avvio degli esercizi di Sant'Ignazio di Loyola». Programma molto fitto e scansione cenobitica delle giornale: per i più mattinieri, dalle 7, im'ora di meditazione zen: dalle 9 alle 11 lezione; fino alle 16,30 passeggiata «filosofica» sulle Dolomiti o altra attività facoltativa; poi corso di aikido, l'arte marziale «dolce»;dalle 18 alle 20 un'altra lezione; quindi cena, lettura o discussione. Una vacanza da cui non tornare più stanchi di quando si è partiti, come avviene di solito, ma rigenerati nel corpo e nello spirito. L'ideatore, lo yogi Franco Bertossa, ci crede appassionatamente: «Anche il Cini, 73 anni, ha partecipato ai corsi di aikido». Vattimo non si sbilancia al riguardo, ma c'è un mezzo impegno per gli esercizi yoga. Proverà anche a levitare? Insomma, che ci fa, il professore di filosofia figlio del pensiero occidentale, in questa compagnia di volonterosi vacanzieri e cultori di discipline orientali? «No, non credo che mi vedrete levitare, non sono nemmeno capace di stare a testa in giù», ride Vattimo. «Ma l'idea di prestare così il mio lavoro non mi fa vergogna. Credo che la filosofia debba servire anche a questo: a ammobiliare decorosamente la testa della gente. Qualcuno potrebbe dirmi: vai a fare il giullare. Ebbene sì, sarò una specie di animatore turistico: "animatore", nel senso dell'anima». Addirittura: adesso non c'è il rischio di esagerare? «Nessuna aspettativa eccessiva. Mi interessa molto il fatto che avrò di fronte un pubblico generico, che dovrò parlare di teoretica e di estetica con persone fuori del gioco specialistico. E' un'esperienza legata al mio modo di vedere la filosofia come discorso largamente "edificante", connesso a problematiche esistenziali, in cui i contenuti di pensiero vengono presentati in una situazione assolutamente distesa, non con unenti tecnico-scientifici e senza voler insegnare troppo duramente delle regole. Sarà interessante tentare una comunicazione non puramente informativa, e non frettolosa, come avviene nelle aule universitarie. Sono curioso di vedere che cosa ne verrà fuori. Lo considero ima prova». In concreto, saranno presentate alcune tematiche della filosofia novecentesca e un'antologia di testi, da Jaspers a Heidegger a Popper. Due gli estremi teoretici: i presocratici e l'esistenzialismo. «Punti di partenza», spiega Vattimo, «e, finora, di arrivo della filosofia. Ma anche due momenti che vogliamo considerare nella loro vicmanza: come scriveva Nietzsche nella prima pagina di Umano troppo umano, oggi i problemi filosofici riprendono l'aspetto che avevano all'inizio. Una meditazione non pura- mente "tecnica" sulla filosofia e sul suo senso per la nostra esistenza deve probabilmente partire dalla sensazione diffusa che questo tipo di sapere sia arrivato a una "svolta", e forse a un punto finale: per esempio, che la filosofia finisca con la modernità, o che non sia più possibile concepirla come ricerca di fondamenti ultimi, o che si debba prendere atto che non ha pili senso considerarla in opposizione al mito, alla poesia, alla religione. 0 ancora, che debba recuperare il senso di "saggezza" che aveva ai suoi albori e che poi ha avuto anche in altri momenti di svolta, come la tarda antichità: alla quale, forse, la nostra tarda modernità si accosta per tanti aspetti». Peccato, agginge Vattimo, che questa volta non ci sia anche Gadamer, il più grande maestro del dialogo filosofico contemporaneo. «Anni fa ho partecipato con lui a una serie di seminari residenziali in un convento dell'Umbria. E' stato un piacere molto intenso, legato anche al fatto che si stava insieme tutto il giorno». Proprio come avverrà adesso: maestro e discepoli insieme per una settimana di «scuola» nel senso etimologico, la scholé degli antichi greci, ì'otium dei latini: 'ontani dal rumore assordante dei negotia, protetti dal diluvio delle informazioni quotidiane, assorti nel silenzio. E se in questa atmosfera da idillio filosofico qualcuno si mettesse a levitare? Maurizio Assalto Meditazione zen, yoga, lezioni e lunghe passeggiate «teoretiche» «Sarò una specie di "animatore" turistico: nel senso dell'anima» Hans Georg Gadamer e, in alto, Gianni Vattimo

Luoghi citati: Braies, Umbria