Dini firma la pace con i generali di Maria Corbi

Pini firma la pace con 8 generali Al Quirinale il consiglio supremo di difesa: «Impreparati a un intervento in Bosnia» Pini firma la pace con 8 generali Il governo promette il potenziamento delle Forze armate MILITARI E POLITICA SROMA CALFARO sollecita il governo ad affrontare i problemi delle Forze armate. Dmi si impegna davanti ai generali. E la polemica tra i vertici militari, che avevano fatto sapere di non essere in condizione di assicurare un'eventuale partecipazione a una missione di pace in Jugoslavia, e il governo, per il momento è chiusa. Al termine della riunione del Consiglio supremo di difesa, durato più di tre ore ieri mattina al Quirinale, un comunicato ha siglato l'intesa tra il capo dello Stato, il presidente del Consiglio e i rappresentanti delle Forze armate. Alla riunione di ieri hanno partecipato oltre a Scalfaro e a Dini, il ministro degli Esteri Susanna Agnelli, dell'Interno Giovanni Coronas, i ministri economici finanziari, il capo di stato maggiore della Difesa Guido Venturoni e i capi di stato maggiore di Marina, Esercito e Aeronautica. Sul tavolo le difficoltà economiche e strutturali delle forze armate italiane. Con un chiaro riferimentro ai possibili coinvolgimenti nella guerra della ex Jugoslavia. Coinvolgimento a cui, hanno ripetuto più volte i generali, nel caso in cui fossimo chiamati, ci troveremmo impreparati. Dopo "l'apertura del presidente della Repubblica, che ha elogiato e ringraziato le forze armate italiane per «le azioni di pace e di aiuto umanitario», è intervenuto il ministro della Difesa Domenico Cordone che ha preferito lasciare subito la parola al capo di stato maggiore della Difesa Guido Venturoni. Era stato proprio Venturoni, in un'intervista rilasciata pochi giorni fa, a parlare della crisi delle forze armate. «Nate spiegava l'ammiraglio - per difendere il territorio e non per portare attacchi». E ieri Venturoni ha indicato le priorità per l'adeguamento dello strumento militare ai compiti nazionali e internazionali che vedono impegnata la Difesa. Insieme a Cordone l'ammiraglio si è fatto portavoce delle lamentele Nato verso l'Italia chiamata a un ruolo più attivo nell'ambito della difesa comune. Adesso il problema passa al governo. Dini ha comunicato che nei prossimi giorni proseguirà gli incontri con i ministri competenti e con il capo di stato maggiore della Difesa «per affrontare le maggiori urgenze, soprattutto sul piano dei livelli addestrativi e della sicurezza personale nonché sul piano dell'indispensabile ammodernamento dei mezzi». Si dovrà muovere il governo, dunque, ma anche il Parlamento dove giac¬ ciono ancora il disegno di legge sulla riforma dei vertici militari, già passato al Senato e il disegno di legge sulla riduzione della leva, ancora in discussione alla commissione Difesa della Camera. Al Consiglio supremo di difesa si è parlato anche della nuova legge sull'obiezione di coscienza. Non per accantonarla ma per apportarvi alcune modifiche. Per l'accantonamento insiste invece il coordinatore di Alleanza Nazionale Maurizio Gasparri che «confida nel generale senso di responsabilità del governo, del Parlamento e delle forze politiche, affinché si proceda con rapidità verso l'adozione di un nuovo modello di difesa che si basi su un crescente ricorso a volontari a lunga ferma, per puntare più sulla qualità che sulla quantità». «La legge sull'obiezione, sarebbe, secondo Gasparri, in contrasto con questo obiettivo». Maria Corbi Il capo di Stato Maggiore Venturoni: «Abbiamo forze per difendere il territorio non per attaccare» Il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro

Luoghi citati: Italia, Jugoslavia