SE LA CONOSCENZA E' UNA COSA DISUMANA

SE LA CONOSCENZA E' UNA COSA DISUMANA SE LA CONOSCENZA E' UNA COSA DISUMANA Tifa perdere tutte le valigie in aeroporto plicite; i falsi valori come l'idea di sostanza e l'idea di vita, sono altrettanti ostacoli che la conoscenza empirica, fondata sui fatti e sulle relazioni tra fatti rappresentate dalla matematica, deve superare. Lo strumento per superare tali ostacoli è la psicoanalisi. Il soggetto capace di analizzare entro di sé i suddetti ostacoli e di demolirli o smontarli via via, con tenacia e ardimento, e sicuramente al prezzo di gravi tormenti e fatiche, sarà premiato dal raggiungimento della conoscenza pura, gelida e tersa come un cristallo, implacabilmente razionale. Però una conoscenza, per l'appunto, inumana, in primo luogo perché così concepita essa appare totalmente disincarnata, anzi disincorporata. Infatti il corpo rimane lo strumento essenziale per produrre conoscenze affidabili e riproducibili, anche nella ricerca scientifica più raffinata, poiché non esiste segno generato dai pur mille mediatori tecnologici di essa che alla fine non siano percepiti, interpretati, scrutinati da un organismo umano. Ma esso inoltre contiene, o meglio incorpora, per giocare un po' con le parole, raffinatissime conoscenze scientifiche. Un corpo che scende agilmente le scale utilizza in mezzo minuto conoscenze meccaniche, fisiche, elettroniche, chimiche, ottiche, estremamente complesse, depositate in esso da milioni di anni di evoluzione; tanto complesse che non ne conosciamo in dettaglio nemmeno la centesima parte, e tanto numerose che per studiarle tutte - se mai le conosceremo - ci vorrebbe un corso di laurea di sei anni. Solo por imparare come si scende una rampa di scala. Ma se si guarda in questo modo ai processi cognitivi, allora l'emotività degli esseri umani, la tendenza a distrarsi, i continui errori di logica, l'indifferenza con cui cambiano idea, la facilità con cui potrebbe essere definito «ciò di cui Popper non voleva nemmeno sentire parlare». Per quest'ultimo, è noto, ia costruzione di conoscenze interessanti e affidabili - perché in ciò consiste infine il fare scienza - era tutta centrata sull'ars probandi, cioè sulla ricerca del metodo più efficace per vagliare, controllare, sottoporre a severe procedure di falsificazione le ipotesi formulate per motivi suoi dalla mente umana. Il tema di Bachelard è invece l'ars inveniendi, cioè il come ci si arriva, a costruire un sapere esclusivamente razionale. La via verso un simile sapere è infatti costellata di impervie difficoltà che hanno radice in modi di pensare prescientifici. Le esperienze e le osservazioni che facciamo ogni giorno con gli oggetti della vita quotidiana; l'inclinazione perenne a generalizzare senza averne le basi; le false spiegazioni presenti nel linguaggio, nei modi di dire; le credenze animistiche im¬

Persone citate: Bachelard, Popper