«Seles come prima più di prima»

32 Il suo ritorno, dopo 27 mesi, ha convinto tutti: il tennis aveva bisogno di lei «Seles come prima, più di prima» E' il parere di Martina Navratilova Andranno insieme alle Olimpiadi ATLANTIC CITY. Quando è tornata, esattamente, Monica Seles? Un mese fa, quando fu annunciato il match contro Martina Navratilova al Convention Center di Atlantic City? 0 l'altroieri mattina, quando la Cbs, che si era assicurata l'esclusiva della trasmissione in diretta dell'evento, aveva mandato in onda il suo «I'm back», sono tornata, perentorio come una dichiarazione di guerra, e poi si era perfidamente divertita a mostrare tutte le «prove» fatte prima di raggiungere il tono giusto? 0 forse alle due del pomeriggio in punto, quando Monica è apparsa, vestita dalla testa ai piedi dal suo nuovo sponsor Nike, a fianco di Martina? Per i novemila spettatori che sono andati a vederla pagando biglietti che avevano raggiunto anche gli 800 dollari e per quelli che si erano messi davanti ai televisori sorbendosi l'estenuante pubblicità del sempre presente Nike, non ci sono stati dubbi: il momento esatto del ritorno di Monica è avvenuto all'ottavo game del primo set, quando con il break inflitto a Martina è passata da 4-3 a 5-3. Da quel momento in poi, come per incanto, dalla gola silente della campionessa accoltellata sono cominciati nuovamente a uscire i gridolini con cui era solita accompagnare ogni colpo. E il suo pubblico, per il quale quei gridolini ormai sono come gli «ole» che nella plaza de toros accompagnano le evoluzioni del matador, l'ha finalmente riconosciuta. Poi tutto è andato liscio e tranquillo. Assicuratosi il primo set per 6-3, Monica ha strappato il servizio alla sua avversaria all'inizio del secondo e poi di nuovo sul 4-2. Un ultimo brivido procurato dalla vecchia Martina, che ha resistito a tre match points, e poi (dopo 73' di gioco) la storia è finita. Via alle celebrazioni. «Le ultime settimane le ho passate a combattere il nervosismo diceva raggiante agli intervistatori-ma quando sono entrata in campo mi sono sentita di nuovo fortissima. Era splendido». Non era vero. Lo dimostra l'esitazione a ricorrere ai suoi gridolini liberatori ed anche il doppio fallo con cui era partita. Ma che importa? «Mi ha battuta e io non sono precisamente l'ultima arrivata», diceva Martina, quasi rispondendo alle rimostranze che ha dovuto subire quando ha proposto che Monica, agli Us Open che avranno luogo alla fine di agosto, venga considerata testa di serie numero uno alla pari con Steffi Graf. «E' una grande campionessa, il tennis femminile ha bisogno di lei e lei è ancora quella di una volta. Quei colpi passanti non erano mica un miraggio». No, non lo erano. Martina era stata «infilata» quasi ogni volta che aveva tentato di scendere a rete, e ogni tanto, di fronte alla precisione dei tiri incrociati o lungolinea di Monica, la si era sentita esclamare: «Oh, che bel colpo». Un po' accondiscendente, la grande Martina? Indubbiamente, in veste di presidente del Wta Tour Players Àssociation, lei persegue l'interesse di rendere più «appealing» il tennis femminile. E' per questo che dal maggio scorso si è dedicata all'«operazione riscatto» di Monica Seles, andando a trovarla nella sua casa in Florida, facendo con lei lunghe chiacchierate e sopportando l'ironia di Andre Agassi secondo il quale quello di Monica era un atteggiamento «alla Greta Garbo». Ed è per questo che ha «arrangiato» l'esibizione dell'altroieri ad Atlantic City. Ma nella sua azione c'è anche dell'altro. C'è l'idea tutta sportiva che una campionessa come la Seles «doveva» essere recuperata, e infatti l'altroieri era felicissima nel dire: «Non ho visto differenza fra due anni e mezzo fa e adesso: colpisce perfino meglio e più forte di prima, cosa difficile da immaginare». Ma c'è anche, forse, una sorta di battaglia personale contro quel miscuglio di soldi e nevrosi che è diventato il tennis femminile. Lei, ai suoi tempi d'oro, usava scherzare amabilmente con Chris Evert negli spogliatoi di Wimbledon, quando la pioggia le costringeva a lunghi intervalli, magari durante la finale. Ora, quelli che dopo la coltellata di Amburgo si sono trovati a chiedere a qualche ragazza del tennis se si fosse mai trovata a parlare del caso di Monica con le sue colleghe, si sono visti fare spallucce. «Pensare alle altre con umanità non è precisamente ciò che a queste ragazze viene insegnato da genitori e manager», dice sconsolato Harvey Araton, il critico sportivo del «New York Times». Porse nell'intraprendere la sua «operazione riscatto» Martina ha voluto in qualche modo ribellarsi a tutto questo. E la Monica era particolarmente «adatta», vista la loro storia comune di cittadine americane provenienti dall'ex Est europeo. Il loro prossimo passo, a quanto pare, sarà quello di rappresentare gli Stati Uniti alle Olimpiadi di Atlanta. Franco Pantarelli Monica: ero nervosa prima dell'incontro poi mi sono sentita di nuovo me stessa ed è stato splendido A sinistra l'abbraccio tra la Seles e la Navratilova prima del match Sotto Monica felice: ha dimostrato di essere ancora una campionessa ed è stata applaudita a lungo Monica: ero nervosa prima dell'incontro poi mi sono sentita di nuovo me stessa ed è stato splendido A sinistra l'abbraccio tra la Seles e la Navratilova prima del match Sotto Monica felice: ha dimostrato di essere ancora una campionessa ed è stata applaudita a lungo

Luoghi citati: Amburgo, Atlanta, Atlantic, Florida, Stati Uniti