Stoichkov ha fretta di Claudio Giacchino

Stoichkov ha fretta Stoichkov ha fretta «In Usa voglio il primo successo» FOLGARIA DAL NOSTRO INVIATO Stoichkov ha lasciato il ritiro di Folgaria con 24 ore d'anticipo, in auto è tornato a Parma dove oggi farà un'ecografia alla coscia destra contusa venerdì nell'impatto con il portiere dell'Anderlecht, Herpoel. «Non lo perdonerò mai ha detto Hristo - m'è franato sulla gamba volontariamente per farmi male, poteva rovinarmi, sono stato fortunato». La coscia gli duole ma non dovrebbe trattarsi di nulla di grave, il bulgaro è certo di poter partecipare alla Coppa Parmalat che la squadra di Scala disputerà nel prossimo week-end in America affrontando gli Usa e poi Benfica o Boca Juniors. «Voglio vincere subito un trofeo - ha sorriso Stoichkov - comincerò negli Usa. Ma prima trovo casa». Oggi sceglierà tra le tante ville che gli sono state offerte in affitto dopo l'inserzione sul giornale. Se Hristo è la stella della squadra, le bandiere continuano a essere Lorenzo Minotti e Alessandro Melli: c'erano già nell'anno della promozione in A ('89-901, entrambi vestono la maglia bianca-giallo-blu da una vita e hanno partecipato a tutte le conquiste (Coppa Italia, Coppa Coppe, Supercoppa europea, Melli ha solo mancato solo l'ultima, la Uefa, essendo in prestito al Milan). Nella stagione che sta cominciando, però, solo il libero sarà titolare, l'attaccante starà a guardare. Ha già cominciato a farlo a Folgaria, nella prima partuta vera, quella vinta 1-0 contro l'Anderlecht campione del Belgio. Scala gli ha preferito Inzaghi malgrado il veterano parmense si fosse dimostrato, negli incontri con i dilettanti locali e in allenamento, in splendida forma e bomber implacabile. Il fatto è che le ruggini tra l'allenatore e l'attaccante sono rimaste, i duo non si possono vedere, gli elogi pubblici del conducator «Melli può essere il nostro acquisto più azzeccato» sono solo diplomatici. Molli, oltre a confrontarsi con la concorrenza di Inzaghi e Asprilla per la terza maglia dell'eventuale tridente (le altre sono di proprietà indiscutibile di Zola e Stoichkov) deve anche combattere contro l'irritazione della società per il rifiuto di toglierò il disturbo accasandosi al- l'Atalanta. Dove, il giocatore sarebbe stato protagonista sicuro: invece, dopo un estenuante tiramolla, facendo infuriare anche il presidente bergamasco Ruggeri, Melli è rimasto a Parma. Decisione incomprensibile: il giovanotto ó vincolato al gialloblù sino al giugno 1998 da un contratto che gli fa guadagnare 1100 milioni l'anno: andando alla corte di Mondonico non ci avrebbe rimesso una lira, il nuovo club gli avrebbe dato 350 milioni e il vecchio avrebbe corrisposto i 750 mancanti. Invece, Melli ha scelto di tornare, dopo l'incolore stagione vissuta prima alla Sampdoria e poi al Milan, alla squadra nella quale, in C, aveva esordito dieci anni fa. Accolto dall'entusiasmo dei tifosi, s'è presentato tirato a lucido e con gran voglia di fare, alla prima occasione che conta, però, ha cominciato a sedere in panchina. E' già in silenzio stampa, deroga solo per la lapidaria frase: «Parleranno i fatti». Chi, al contrario, parla, e anche molto, è l'altra bandiera, Lorenzo Minotti. Autocritica e fieri propositi vestono le sue frasi: «Abbiamo vinto la Uefa, traguardo eccezionale, ma avremmo potuto fare ben di più, conquistando il tricolore. Purtroppo, siamo mancati proprio nel momento in cui avremmo dovuto dare il massimo: intendo dire, gennaio e febbraio. Nei programmi, era il periodo in cui, ormai smaltite le tossine del Mondiale, saremmo esplosi. Invece, chissà perché, occo la inaspettata flessione, il pareggio di Cremona e la sconfitta di Cagliari ci hanno tagliato le gambe e la Juve è diventata irraggiungibile. Sul serio, abbiamo sbagliato enormemente, faremo tesoro dell'esperienza». La promessa introduce i fieri propositi: «Sarebbe sciocco nascondersi dietro giri di parole, l'obiettivo è lo scudetto, dobbiamo vincerlo o almeno restare in corsa sino all'ultima giornata. La società ha fatto altri grossi investimenti, sono anni che li fa e adesso pretende la vittoria storica. Se non dovesse arrivare, se dovessimo ossero fuori gara già ben prima della conclusione, com'è accaduto lo scorso campionato, questa squadra non avrebbe alcun futuro, verrebbe rifondata e io temo sarei uno dei primi ad andarmene. Ovviamente, il discorso vale pure per Scala, o vince lo scudetto oppure verrà cambiato anche l'allenatore». Per Minotti, il Parma, nell'ideale griglia di partenza el Gran Premio Scudetto parte in seconda fila, dietro Juve e Milan, «però possiamo farcela. Scala avrà problemi di scelta, credo saprà gestire lo spogliatoio. Nel quale funzionerà, garantisco io, un rigido codice di autodisciplina, chi sgarra pagherà subito e salato, non succederà più come in passato quando si chiudeva un occhio». Claudio Giacchino Per il bulgaro oggi ecografìa alla coscia contusa con i belgi Un torneo a New York il prossimo weekend Minotti: scudetto? Partiamo in 2a fila ma possiamo farcela Per Stoichkov oggi un'ecografia alla coscia infortunata