Kaiser Schumacher di Cristiano Chiavegato

Kaiser Schumacher SUCCESSO N. 15 PER L'UOMO-COMPUTER Kaiser Schumacher Primo tedesco a vincere in casa HOCKENHEIM DAL NOSTRO INVIATO Se la Ferrari riuscirà a prendere Michael Schumacher l'anno prossimo, farà di sicuro un affarone. Senza togliere nulla a Berger e Alesi, i quali con alterne fortune si impegnano sempre al massimo, il ventiseienne pilota di Kerpen sembra avere veramente una marcia in più. Forse non è l'erede di Senna e neppure di Prost. Di sicuro è un bel cocktail fra i due grandi campioni citati. Possiede la classe e la determinazione dello sfortunato fuoriclasse brasiliano, insieme all'intelligenza e al senso tattico del francese. Dicono che nessuno è profeta in patria. Ma Kaiser Schumi, così lo chiamano da ieri nel mondo dell'automobilismo, è riuscito a infrangere un secondo muro - anche se solo sportivo - che angustiava i tedeschi. Nessuno dei suoi predecessori, dal 1951 a ieri, cioè da quando si disputa il Mondiale di FI, era riuscito a vincere il Gran Premio di Germania. Per trovare un altro connazionale al primo posto, bisogna risalire al 1939, quando Rudi Caracciola con la «freccia d'argento» della Mercedes si impose al Nùrburgring. Ma la gara non era ancora titolata. In quattro anni di carriera, Schumacher ha già scalato i vertici delle classifiche dei tempi moder¬ ni. Conquistando la sua 15° vittoria, in un solo colpo ha superato Graham Hill, Emerson Fittipaldi e Jack Brabham. Davanti a lui restano solo più le grandi «stelle»: Moss, Piquet, Fangio, Lauda, Clark, Stewart, Mansell, Senna e Prost. Non è simpatico Schumacher, ma è veloce. Parla poco, ma sa guidare e mettere a punto le vetture. E' soprattutto un vincente. Ciò che servirebbe a Maranello, appunto. Di certo non sarà facilissimo convincerlo a venire alla Ferrari, ieri terza con Berger, alle spalle di Schumacher e Coulthard (Alesi ritirato, tradito da un problema al motore). Il successo di Michael ha dato lo spunto al suo pigmalione Flavio Briatore per commenti allo stesso tempo duri e pungenti, provocatori: «La Benetton ha fatto vedere che può vincere sino al 2000. Chi ci può battere? Solo noi stessi. Nessun altro. Abbiamo condotto la corsa come se avessimo seguito il copione di un film, senza commettere il minimo errore. Per la prima volta ho visto i nostri meccanici piangere. Questo dimostra che anche gli inglesi, a volte, hanno un cuore. E mentre gli altri parlano, noi vinciamo». E' una bella sfida. Anche per Schumacher. Non sarà facile per Kaiser Schumi, detto anche Michael il Computer, abbandonare il team in cui è diventato grande. Cristiano Chiavegato

Luoghi citati: Germania, Maranello