Vigilia d'Apocalisse a Mururoa

Vigilia d'Apocalisse a Mururoa NELL'ATOLLO MALEDETTO Operazione sorriso: giornalisti, vedete che tutto è tranquillo? Vigilia d'Apocalisse a Mururoa La parola d'ordine francese: nessun rischio MURUROA TJRU, atollo pulito». Sui camion, sui paracarri, sugli edifici, nelle cabine telefoniche, insornma ovunque, questo slogan accoglie i visitatori dopo l'atterraggio del Dc8 in arrivo da Parigi. Qui tutto viene da Parigi: i giornalisti, gli scienziati, i militari, le bombe nucleari e il salmone affumicato norvegese che è l'unico prodotto del mare che si mangi. A dir la verità due imbarcazioni venute da Papeete pescano nelle acque qui attorno, ma quello che prendono è destinato ai 700 dipendenti polinesiani che vivono sull'atollo, deserto - a parte qualche pescatore girovago - prima dell'arrivo delle atomiche francesi. L'attuale apertura della base è naturalmente destinata a dimostrare che la preoccupazione per la protezione ambientale è costante. Le autorità di Parigi, reagendo alle polemiche suscitate dalla ripresa dei test nucleari a Mururoa e nel vicino atollo di Fangataufa, hanno deciso di concedere l'accesso alla stampa francese e, grande novità, a quella internazionale. Lo sforzo in vista della trasparenza non è mai stato così grande. Certo la strada è ancora lunga prima che i siti degli esperimenti siano aperti a ricercatori internazionali indipendenti. Ma è probabile che si arrivi anche a questo, dopo trent'anni di attività nucleare, ora che si avvicina la fine dei test. L'«atollo del grande segreto» (quasto il significato di Mururoa in lingua thaitiana) sarà meta di convegni scientifici dopo la fine delle esplosioni atomiche. Un po' tardi, senza dubbio. Ma adesso il Sirpa - Servizio d'informazioni e relazioni esterne delle forze armate - fa sapere il numero esatto delle esplosioni realizzate dalla Francia (204) con le relative indicazioni. Impensabile fino a qualche mese fa. A Mururoa la vita scorre tranquilla. Solo i galli sono nervosi: alle 4 tutte le mattine si rivelano al mondo. Per il resto, i tecnici affollano il Café de Paris, un hangar sulle pendici di un monte, il primo di una fila di container lunghi 30 metri e del peso di 50 tonnellate che faranno da riparo fra un mese, quando cominceranno a esplodere le bom- be. I ricercatori non sembrano impazienti di gettarsi sui loro strumenti fatti di fibre ottiche, macchine fotografiche ultrarapide e altre meraviglie; un millesimo di secondo dopo l'esplosione, tutti i sistemi di rilevamento saranno polverizzati; alcuni degli effetti che si vogliono misurare non dureranno che un milionesimo di secondo, il tempo che la luce impiega a percorrere 30 centimetri. Mille metri sotto la laguna, nello zoccolo di basalto vulcanico, si formerà una cavità del diametro di qualche deci¬ na di metri, che a raffreddarsi impiegherà diversi secoli. Ma il geologo Guille è categorico: solo un decimillesimo del volume della parte superiore del massiccio basaltico di Mururoa è stata interessata dalle esplosioni effettuate finora, e i test non possono provocare alcun fenomeno geologico sgradito, come un sisma. E' altrettanto deciso nell'affermare che non c'è rischio di fuga radioattiva dalle rocce. Entrambe le tesi sono vivamente contestate da certi geologi, nessuno dei quali è stato invitato sull'a- tollo a verificare. Jacques Bouchard, direttore delle applicazioni militari della Commissione per l'energia atomica (Cea), è altrettanto drastico: nessuna bomba esploderà più dopo il 31 maggio del prossimo anno, e il numero dei test non supererà gli otto previsti dal presidente Jacques Chirac. La grande questione resta sapere a che cosa serviranno queste ultime esplosioni nucleari francesi. La pipa in bocca, l'aria di un professore che spiega in classe, Bouchard dice che la Francia intende spe¬ rimentare armi a bassa energia di nuova concezione. Alla base di questi esperimenti, che saranno di potenza compresa fra i 10 e i 100 chilotoni, ci sono tre motivi. Per prima cosa va fatto l'ultimo test di affidabilità della testata Tn-75 che equipaggia i sottomarini nucleari della classe «Triomphant». Poi, ancora più importante, c'è l'intenzione di impostare una nuova arma atomica, la Tn-N. Sarà, spiega Bouchard, potente e voluminosa come le armi attuali, ma la si potrà riprodrre all'infinito senza bisogno di sperimentarla di nuovo. Infine, alcuni esperimenti saranno finalizzati ad acquisire dati per progettare un laser, da realizzarsi nel 2003, in corso di sviluppo con la collaborazione del National Livermore Laboratory americano nel quadro del programma «Palen». Il problema adesso sono le contestazioni internazionali. Il generale Paul Véricel, direttore del Centro di sperimentazione nucleare, si mostra leggermente contrariato quando apprende che gli ecologisti di Greenpeace hanno intenzione di arrivare qui con un nuovo battello, battezzato appunto Greenpeace, fornito di elicottero. Le forze armate sono complessate dal successo mediatico della multinazionale ecologista e Véricel può bollare come «fracasso» la campagna di Greenpeace, ma sa bene che le armi di difesa a disposizione dei militari non sono granché efficaci. La forza serve a poco contro l'astuzia. Quanto ai leder politici del Pacifico meridionale, sostiene il generale, la loro opposizione è motivata esclusivamente da ragioni di politica interna e di sopravvivenza elettorale. Alain Bartoux, direttore dei test nucleari, lamenta: «La nostra difficoltà è questa: quel che diciamo è così lontano dalla falsa immagine che danno di noi, che nessuno ci crede più». Protesta contro il fatto che si sottolinei sempre la debole radioattività artificiale a Mururoa, lascito delle esplosioni atomiche a cielo aperto precedenti il 1975, mentre essa rappresenterebbe niente più che un milionesimo delle radiazioni naturali. «Quello che uccide, nella armi nucleari, sono l'onda d'urto e il calore, non la radioattività. Le bombe uccidono solo quando sono appositamente adoperate per farlo». E dal momento che i francesi le fanno esplodere nel basalto... Jean Guisnel Copyright «Liberation» e per l'Italia «La Stampa» I tecnici atomici passano le ore al Café de Paris Operazione sorriso: giornalisti, vedete che tutto è tranquillo? Due manifestanti ecologisti protestano in maschera contro gli esperimenti nucleari francesi sull'isola di Mururoa L'ostilità ai test dilaga in tutto il mondo (FOTO REUTER)

Persone citate: Alain Bartoux, Bouchard, Jacques Bouchard, Jacques Chirac, Jean Guisnel, Livermore, Paul Véricel

Luoghi citati: Francia, Italia, Mururoa, Parigi